Esteri

Limes. La Russia cambia il mondo

a cura di Tano Pirrone

Ieri è arrivato nelle edicole e nelle librerie il numero 2/2022 di Limes, la rivista italiana di geopolitica, che fa capo al Gruppo GEDI Periodici e Servizi Spa. Direttore della notissima rivista è Lucio Caracciolo, uno dei massimi esponenti italiani di politica estera.
Limes è prima di tutto un termine latino che, a partire dal significato originario di «sentiero, strada delimitante un confine tra due campi» passò a designare i confini politici fra gli Stati. Limes, quindi si occupa delle relazioni internazionali fra gli Stati, entità complesse, con interessi, storie e bisogni spesso contrastanti e delle dinamiche che fra queste entità si manifestano, si sviluppano, si concludono; producendo, in questo modo, quello che noi chiamiamo Storia.
Questo numero era attesissimo da quanti hanno interesse a capire, entrare nei meccanismi dei fatti per coglierne i significati intrinseci: l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo è un fatto di enorme gravità, che non può essere, però, liquidato con atteggiamenti esclusivamente moralistici e di valutazioni basate sul politicamente corretto.
Il titolo del volume, del prezzo di 15 € è significativo dei fatti e degli effetti futuri, qualunque ne sia lo sviluppo nei prossimi giorni o nei prossimi mesi: «La Russia cambia il mondo. Perché Putin ha aggredito l’Ucraina. Lo spazio russo diventerà un buco nero? La guerra ridisegna la carta d’Europa».

Limes è corredato di molte carte geografiche politiche utilissime per comprendere gli assetti passati, presenti e i probabili scenari futuri. La rivista, di cui presentiamo tutti i contenuti, è disponibile anche in ebook e in formato .pdf (www.limesonline.com).

Roma, 11 marzo 2022

Editoriale

Il silenzio di Putin

Parte I – Dopo e dietro l’invasione

Andrej Kortunov, Fëdor Luk’janov, Oxana Pachlovska e Ilhor Kohut – Voci dalla Russia e dall’Ucraina

Wess Mitchell – Trasformiamo l’Ucraina nell’Afghanistan di Putin
Conversazione con A. Wess Mithell, già assistente segretario di Stato per gli Affari europei ed eurasiatici (2017-19), a cura di Federico Pedroni.

Federico Petroni – Aspettando Eisenhower: che cosa (non) vogliono gli Stati Uniti da Putin
Alle prese con la profonda crisi domestica, che esclude di lanciare il paese in guerra, Biden deve bilanciare il suo approccio alla Russia con quello verso la Cina ed europei. Intanto gli Usa ottengono di scaricare sugli alleati parte dei costi per contenere Mosca.

Andrew C. Kuchins – L’Ucraina paga anche gli sbagli dell’America
Putin è il prodotto della hybris americana post-1991, che ha alimentato timori e pretese da Mosca. L’irriflesso allargamento della Nato. L’assurdo balletto su Ucraina e Georgia. La retorica dell’alleanza ‘difensiva’ smentita dalle operazioni fuori area.

Fabrizio Maronta – La madre di tutte le sanzioni è un’arma spuntata
Washington mira ad asfissiare la Russia escludendola dallo Swift e congelandone le riserve estere. Questo rischia di essere troppo, o troppo poco. La dipendenza europea da Gazprom come polizza sulla vita. L’iper-sanzionismo nuoce all’America?

Nicola Pedde – Chiudere il gas non conviene a nessuno
L’accento ossessivo sulla dipendenza dell’Europa dal gnl [1] russo trascura che per Mosca l’export energetico è finanziariamente vitale. Le velleità di Washington. Le masochistiche divisioni europee. Il blocco di Nord Stream[2] è temporaneo.

Giorgio Cuscito – La Cina non morirà per la Russia
Pechino non rinnega la collaborazione con Mosca, ma non vuole anteporre le mire di Putin in Ucraina alla stabilità nazionale. L’ideale sarebbe usare l’ascendente sui russi come leva negoziale con gli Usa. Il futuro di Taiwan non dipende da quello di Kiev.

Daniele Santoro – Ankara è ferma al bivio fra Washington e Mosca
Il conflitto in Ucraina evidenzia i limiti della strategia turca, troppo ambiziosa rispetto ai mezzi. L’opzione meno svantaggiosa è il parziale rientro nel grembo atlantico, l’alternativa è finire usati e gettati da Mosca. L’importanza della recuperata intesa con Israele.

Milosz J. Cordes – Polonia e Ucraina, storie contro
Per Varsavia l’indipendenza di Kiev ha un valore strategico, ma le ferite del passato impediscono di instaurare una relazione di fiducia. La dottrina Ulb [3]. Dalla Confederazione polacco-lituana alla guerra fredda, passando per i confini mondiali. Il Trimarium [4].

Germano Dottori – L’Italia ha perso una grande occasione
Roma stava svolgendo un ruolo d’alto profilo nella crisi tra Mosca e Kiev, cercando di tutelare i nostri interessi nazionali e di favorire un accordo in extremis. L’irritazione Usa e la delusione di Lavrov [5] hanno però vanificato i nostri sforzi. Ricominciamo quasi da zero.

Orietta Moscatelli – Storia globale in salsa cinese: cambio di paradigma nella pedagogia russa
Il nuovo curriculum storico nelle scuole della Federazione riduce lo spazio dedicato all’Europa. Una pedagogia imperiale che esalta la grandezza della patria e strizza l’occhio a Pechino. L’opinione pubblica è sempre più orientata verso il colosso asiatico.

Lorenzo Trombetta – L’espansione della Russia dalla Siria al Libano
Mosca ha costruito nel Levante una vasta rete di influenza, con basi sparse nel territorio siriano. Il coordinamento con americani, israeliani, turchi, curdi in nome dell’anti-jihadismo. Hard e soft power in salsa russa. Un trampolino verso Africa e Mediterraneo.

Parte II – Lezioni ucraine

Fulvio Scaglione – Zelens’kyj e il peso degli oligarchi
Prima del conflitto il leader ucraino ha dovuto gestire un paese impoverito e squassato dalle rivalità fra i padroni dell’economia, quasi tutti provenienti dal Donbas, molti in ambigui rapporti con Mosca. A guerra finita, se sarà al potere, non potrà ignorarne l’influenza.

Sergio Cantone – L’importanza di trasferirsi a Leopoli
La scelta della città galiziana come rifugio per i diplomatici americani e britannici ha enorme valore simbolico. Siamo nel cuore del nazionalismo ucraino. Le radici multiple di L’viv. Le forti impronte asburgica e polacca. Il discusso rapporto con i nazisti.

Pietro Figuera – Odessa, perla ucraina nel mirino russo
La città fondata da Caterina II è obiettivo del Cremlino. Avamposto della Novorossija, sconta valenza strategica e commerciale. Componente russofona e valore simbolico eccitano le rivendicazioni di Mosca, che punta a soffocare Kiev nel Mar Nero settentrionale.

Greta Cristini – La diaspora ucraina in Italia divisa dal Dnepr
Lo scontro fra nazionalisti e russofili continua all’interno della quarta nazionalità più numerosa del nostro paese. Il mito di Berehynia [6] guida le madri alla scoperta dello Stivale. L’integrazione incompiuta e l’azzardo di Putin favoriscono Kiev.

Parte III – Le guerre dentro le guerre

Rosario Aitala e Fulvio M. Palombino – Nel fragore delle armi la legge non è silente
La giustizia internazionale potrebbe occuparsi dei crimini commessi in Ucraina, ma lo sbarramento politico lo rende improbabile. Il ruolo della Cpi [7] e la questione dei neonazisti. Come decrittare la ‘dichiarazione di guerra’ di Putin.

Fabio Mini – La via verso il disastro
In Ucraina sono riunite le condizioni per una guerra fra Nato e Russia, tuttora perfettamente evitabile. L’espansione dell’Alleanza Atlantica è la principale causa dello scontro. L’idealismo liberal spinge gli Stati Uniti all’avventura.

Dino Tricarico – Kosovo e Ucraina, due diversi modo di fare la guerra aerea
Le similitudini fra il conflitto balcanico del 1999 e l’attuale guerra nella repubblica ex sovietica. La disputa fra i generali Clark e Short  sugli obiettivi da attaccare, Il rispetto atlantico delle regole e la tendenza russa a colpire all’ingrosso. Putin come Milošević.

Franco Iacch – La stabilità Usa-Russia vale più della crisi ucraina
Dopo la fine del trattato Inf [8], Washington e Mosca lavorano a un nuovo accordo sugli armamenti. Al centro dei colloqui missili ipersonici, droni e bombardieri. Perché il riarmo nucleare non altera l’equilibrio di potenza fra i rivali.

Parte IV – Molto di nuovo sul fronte centrasiatico

Mauro De Bonis – Tra Cina e Stati Uniti, la difesa dell’impero nell’Asia ex sovietica
La Russia è impegnata a rafforzare l’influenza nell’universo centrasiatico. Le leve economiche e migratorie sono importanti, ma è nella sicurezza che Mosca mantiene una enorme superiorità. Il caso kazako lo conferma. L’ambiguo rapporto con Pechino.

Dario Citati – Mille e un’Eurasia, immaginario e realtà nella geopolitica russa
Gli usi ambigui dell’eurasismo disegnano due linee fondamentali della strategia di Mosca. Verso l’Occidente, per bilanciare il rapporto con l’insieme euro-atlantico. Rispetto all’Oriente, alla ricerca di forme di cooperazione non subordinate con la Cina.

Filippo Costa Buranelli – Perché conta il Kazakistan
La collocazione strategica, il peso energetico e il bilanciamento delle alleanze fanno del colosso centrasiatico un protagonista inaggirabile sulla scena eurasiatica. Il declino regionale degli Usa favorisce Russia e Cina. Che cosa è davvero successo a gennaio.

Marcello Spagnulo – Bajkonur, la Porta delle Stelle resterà a Putin
Il cosmodromo kazako da cui partì Gagarin, ignoto alle carte geografiche sovietiche, è posta strategica. Tra mito e realtà. Il lancio dello Sputnik e il sospetto della Cia. La Russia sembrava intenzionata ad abbandonarlo, ma è l’ennesimo gioco di specchi.

Note

[1] – Gnl: gas naturale liquefatto

[2] Nord Stream 2 è un gasdotto sottomarino già completato che collega direttamente la Russia e la Germania. Con i suoi 1.234 km, è il gasdotto offshore più lungo del mondo: parte dalla costa baltica russa e arriva alla Germania nord-orientale. È costato 12 miliardi di dollari e segue lo stesso percorso del Nord Stream 1, finito più di dieci anni fa. Come il suo predecessore sarà in grado di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia all’Europa. Il gruppo russo Gazprom ha una partecipazione di maggioranza nel progetto da 10 miliardi di euro, ma nell’azionariato della società che lo gestisce ci sono anche le compagnie tedesche Uniper e Wintershall, la francese Engie, l’anglo-olandese Shell e l’austriaca Omv. Il gasdotto è stato completato a settembre 2021, ma a novembre le autorità tedesche hanno sospeso l’iter di approvazione, in attesa del processo di revisione del gasdotto da parte dell’autorità di regolamentazione tedesca.

[3] L’acronimo Ulb definisce una dottrina politica che auspicava una riconciliazione tra i Paesi dell’Europa centro-orientale (Ucraina, Lituania, Bielorussia). Venne concepita nel secondo dopoguerra dagli émigrés polacchi in Francia, in particolare dall’editore Jerzy Giedroyc con un contributo significativo di Juliusz Mieroszewski.

[4] – Trimarium, detto anche 3SI (Three Seas Initiative, Iniziativa dei tre mari), lanciato nel 2015 da Croazia e Polonia per identificare e sviluppare progetti che rafforzino la cooperazione e lo sviluppo economico e infrastrutturale dei dodici Paesi coinvolti. Alla base dell’Iniziativa vi è il desiderio di creare un asse nord-sud, ritenuto da sempre secondario a livello comunitario rispetto a quello est-ovest, e ridurre la dipendenza dalle risorse energetiche provenienti dalla Russia. Coinvolge dodici Paesi dell’Europa centrale e dell’est bagnati da mar Baltico, Nero e Adriatico, ossia: Austria, Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Bulgaria e Romania. Maggiore interconnessione, investimenti in infrastrutture energetiche e digitali, sviluppo dell’asse nord-sud e crescita economica: sono questi gli obiettivi principali dell’iniziativa. I Paesi aderenti sono quelli entrati nell’Unione dopo il 2004 – fatta eccezione per l’Austria – meno sviluppati rispetto agli altri Stati membri, ma intenzionati a ridurre il gap con il resto dell’Ue. Fondamentale in questo senso è la creazione di infrastrutture interconnesse che rafforzino la cooperazione e lo sviluppo dei Paesi dell’area est, come suggerito dallo stesso Fondo monetario internazionale.

[5] – Sergej Viktorovič Lavrov (Mosca, 21 marzo 1950) è l’attuale Ministro degli Affari Esteri della Russia.

[6] – Berehynia o Bereginia è uno spirito femminile nella mitologia slava . È riconosciuta come “la dea slava” con funzioni di “madre terra, protettrice della casa”. Alla fine del XX secolo , il nazionalismo romantico ucraino si è concentrato su questo mito matriarcale. La parola ha origine dalla mitologia slava precristiana.

[7] – La Corte penale internazionale (in inglese: International Criminal Court – ICC, in francese: Cour pénale internationale – CPI) è un tribunale per crimini internazionali che ha sede all’Aia, nei Paesi Bassi. La sua competenza è limitata ai crimini più seri che riguardano la comunità internazionale nel suo insieme, cioè il genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra (cosiddetti crimina iuris gentium), e di recente anche il crimine di aggressione (art. 5, par. 1, Statuto di Roma). La Corte ha una competenza complementare a quella dei singoli Stati, dunque può intervenire se e solo se gli Stati non possono (o non vogliono) agire per punire crimini internazionali; non è un organo dell’ONU e non va confusa con la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, anch’essa con sede all’Aia. Ha però alcuni legami con le Nazioni Unite: ad esempio il Consiglio di sicurezza ha il potere di deferire alla Corte situazioni che altrimenti non sarebbero sotto la sua giurisdizione (art. 13 (b), Statuto di Roma).

[8] – Il Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) venne siglato a Washington l’8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv, a seguito del vertice di Reykjavík (11 ottobre 1986) tenutosi tra i due Capi di Stato. Il trattato fu il primo frutto del cambio al vertice dell’Unione sovietica: esso pose fine alla vicenda degli euromissili, ovvero dei missili nucleari a raggio intermedio installati da USA e URSS sul territorio europeo: prima, gli SS-20 sovietici e, in seguito alla cosiddetta doppia decisione della NATO del 1979, i missili americani IRBM Pershing-2 e quelli cruise da crociera BGM-109 Tomahawk.

1 Comment

1 Comment

  1. Tano Pirrone

    11 Marzo 2022 at 20:19

    A MacPath che mi ha chiesto di consigliarle alcuni articoli da leggere prioritariamente, ho indicato questi articoli: pag. 79 – L’Ucraina paga anche gli sbagli dell’America / pag. 107 – La Cina non morirà per la Russia / pag. 169 – L’importanza di trasferirsi a Leopoli / pag. 221 – La stabilità Usa-Russia vale più della crisi ucraina

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