Personaggi ed Eventi

Uno, dieci, cento PPP

di Tano Pirrone

Piccolo, dolente brano trovi riposo nella terra accogliente di Ponza, dove i venti disperdono l’acre memoria dei corpi, e la luce abbagliante dell’isola cancella le macchie rugginose dell’offesa…

pasolini-vivant-portant-pasolini-mort. Murale

Stamattina sono un po’ scoraggiato, mi sento inutile… eppure è appena uscito il mio ultimo articolo, che mi piace, in cui mi ritrovo e ritrovo tutto il mio percorso di maturazione civile e politica. Manca uno snodo, quello del non ritorno: quel due novembre 1975, in cui il sole illuminò in una squallida periferia romana: vicino al mare una carcassa di uomo, maciullato da una violenza cieca e determinata. Seppi quel giorno che Pasolini era morto, non c’era più, era terminata la vastissima produzione di contraddizioni, che ci costringevano a giravolte acrobatiche per capire, il nostro tempo e noi stessi. Quel giorno imboccai la strada su cui ancora cammino, con molta più fatica, immerso nelle mie tempestose contraddizioni umane, civili, politiche. Sbandato, sbattuto, ferito, offeso, vittima e carnefice come tutti, agnello e leone, bimbo innocente e vecchio laido colpevole di tutto.

Di Pier Paolo Pasolini ricorre oggi il centesimo anno della nascita, avvenuta in quella terra di nessuno che furono gli anni a cavallo fra la fine teorica della prima guerra mondiale e l’affermarsi dell’idea del monolite italico eterno, perno di civiltà e di storia, che bruciò su quell’ara infame la vita, i sogni, i diritti, molte decine di milioni di morti.

Nei suoi cento anni, il silenzio della sua morte è squassato dalle insane scoregge guerresche di un mondo che ha perso la bussola e cerca ancora una volta una fiamma che tutti bruci.

In nome dei tanti agnelli sacrificali, nel giorno della nascita di un grande poeta chiedo a tutti, ma proprio a tutti la moderazione, il ripensamento, l’abiura ad ogni certezza: chiedo l’ascolto del flebile suono di una lontana campana, che rintocca lontana e che John ci ricorda che suona per ognuno di noi (1).

 

(1) – “…E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te”. John Donne (1573-1651)

1 Comment

1 Comment

  1. Vincenzo

    6 Marzo 2022 at 17:26

    Tano ho trovato questo di Pasolini. Penso che sia molto attuale. Allora il giovane viveva nella sua spensierata povertà, ignorante della vita. Oggi il giovane vive nella sua ignorante povertà disinformato dalla propaganda e imbottito di pubblicità edonistica.

    https://www.youtube.com/watch?v=SDf0ss27tKk

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