la Redazione
.
La scomparsa di David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, ha lasciato tutti sgomenti. Per il ruolo che ricopriva, perché aveva appena 65 anni, ma soprattutto per quello che era stato e che era: un giornalista, un politico, un grande europeista che credeva fortemente in quello che faceva. Rimasto sempre lui, il giovane fiorentino nato e cresciuto nella scuola dei principi cristiani di don Milani, Giorgio La Pira e David Maria Turoldo, da cui aveva preso il nome, con quel sorriso accattivante e di apertura come vanno sottolineando giornalisti, politici e la gente comune in queste ore in cui si ricorda la sua figura.
Noi di Ponzaracconta, che non di rado abbiamo avuto l’occasione di parlare di Europa e di sostenere l’idea di un’Europa diversa, unita e più giusta, ci sentiamo in dovere di ricordarlo proprio per quell’idea che David Sassoli aveva dell’Europa: un’entità non a sé stante, non un incidente di percorso – come soleva spesso dire – ma una forza che esisteva e che doveva rafforzarsi per affermare le ragioni dei più deboli.
E, sostenuto da tali convinzioni, era fortemente impegnato in questa direzione.
In un video d’archivio del settembre 2020, anno dell’esperienza pandemica, il presidente del Parlamento europeo diceva: “Abbiamo visto che c’e’ qualcosa di nuovo sotto il cielo d’Europa. Abbiamo bisogno di non fermarci. E’ il messaggio della presidente von der Leyen, che raccogliamo volentieri, perché’ abbiamo bisogno soprattutto di riconciliare l’Europa alla vita concreta dei cittadini e alle loro difficoltà‘”, commentando il discorso sullo stato dell’Unione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “E’ molto importante – continuava Sassoli – il passaggio di una proposta sul salario minimo da introdurre nella contrattazione o per legge, che possa consentire standard di vita migliori e soprattutto posti di lavoro più robusti. Basta con la precarietà, specie per i giovani. Abbiamo bisogno che le loro condizioni di lavoro siano determinate da regole che ne facciano un supporto più forte. Abbiamo bisogno dell’Europa. Abbiamo capito che i fenomeni globali possono entrarti in casa senza bussare e noi dobbiamo essere pronti“.
Di seguito alcune foto significative del suo percorso di vita umana e professionale e il video della sua ultima apparizione quando il 23 dicembre, tre giorni prima del ricovero in ospedale, aveva voluto porgere gli auguri per un anno di speranza a tutti gli Europei
Una immagine tratta dal profilo Twitter di Roberto Zichitella: nel 1989, quando cadde il muro di Berlino, David Sassoli era a Berlino insieme a migliaia di altri giovani provenienti da tutta Europa.(Ansa)
L’ultimo messaggio di David Sassoli: “Auguri alla nostra speranza”
“Auguri a noi, auguri alla nostra speranza”. Si conclude così l’ultimo videomessaggio del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, scomparso nella notte fra il 10 e l’11 gennaio per le complicanze di una malattia che lo affliggeva da tempo. Sassoli aveva postato il messaggio il 23 dicembre, e il 26 era stato ricoverato. Nel video, aveva deciso di augurare buon Natale e buon anno agli europei parlando delle sfide di un 2021 difficile e invitandoli a impegnarsi per un nuovo anno di speranza.
.
.
David Sassoli, giornalista RAI (foto Ansa)
David Sassoli con Charles Michel e Ursula von der Leyen (foto Ansa)
Angela Merkel e David Sassoli (foto Ansa)
David Sassoli e Pierluigi Bersani (foto Ansa)
David Sassoli e Simona Bonafé (foto Ansa)
Sergio Mattarella e David Sassoli (foto Ansa)
Ursula von der Leyen e David Sassoli (foto Ansa)
Mario Draghi e David Sassoli (foto Ansa)
David Sassoli e Papa Francesco (foto Ansa)
David Sassoli al Parlamento Europeo (imagoeconomica)
E per finire la vignetta che Mauro Biani gli dedica sulla prima pagina de la Repubblica di stamattina
La Redazione
12 Gennaio 2022 at 09:56
Trasferiamo a commento un breve scritto di Silvia Costa in ricordo di David Sassoli:
Ci ha lasciati David Sassoli! Sono incredula e addoloratissima.
Un grande amico, un politico di spessore, un cattolico democratico coerente e un grande Presidente del Parlamento europeo che ha unito l’impegno per il progetto politico europeo e per la democrazia a valori umani e spirituali profondi.
Ma David era soprattutto per me una persona speciale cui mi legava una amicizia di 40 anni e con cui ho condiviso dieci anni di sodalizio politico in Parlamento europeo. Seguiva a distanza con costante attenzione il Progetto per Ventotene/Santo Stefano che porteremo avanti anche in suo nome.
Lascia un vuoto incolmabile e un grande esempio.
Un abbraccio a Sandra e ai figli che amava tanto.
La Redazione
13 Gennaio 2022 at 11:28
Pertinente con la scomparsa di David Sassoli e con il malcostume dei tempi che stiamo vivendo, pubblichiamo e facciamo nostro questo scritto di Concita De Gregorio, dalla sua rubrica quotidiana “Invece Concita” su la Repubblica di ieri 12 gennaio.
COMMENTI
L’insopportabile sciacallaggio sulla morte di David Sassoli
L’ultima goccia
di Concita De Gregorio
C’è sempre un momento in cui la pazienza che sentivi scemare da mesi — in certe relazioni da anni — finisce. Così, di punto in bianco. L’interruttore interno scatta, e dici: basta. È per una sciocchezza, a volte. Non commisurata, in sé, alla gravità della decisione. È l’ultima goccia. Solo una piccola goccia, ma il vaso era colmo — si era riempito nel tempo — e trabocca. La pazienza si esaurisce che sembra “all’improvviso”, ma è la fine di una storia morente.
Ieri mi è successo, ho detto basta. Queste non sono voci che voglio più provare a comprendere, mettermi nei panni, dubitare delle mie ragioni per sperimentare le loro. È successo quando ho letto certi commenti alla morte di David Sassoli, un uomo fermo e gentile, limpido. Che “ha contribuito al supplizio dei fagiani massacrati dai suoi amici cacciatori”, ha detto il presidente degli Animalisti. Che è morto per le conseguenze del vaccino, del richiamo, hanno gridato rumorosamente non solo Anemone Peloso e Teskio76 ma anche persone con nome e cognome, un titolo di studio, seguaci. David combatteva un tumore da molti anni, come i suoi amici sanno e come sarebbe facilissimo trovare in Rete, specie per chi vive solo là dentro. Dunque, basta. Questo non è il mondo in cui voglio vivere e siccome c’è, dato che esiste, semplicemente non ci voglio più avere a che fare.
Non importa che sia gente che incontriamo al bar, gente che esiste di cui perciò — è il ritornello — bisogna dar conto. No, non bisogna. Sono il veleno che inquina i pozzi. Bisogna combatterli ignorandoli, non dare loro tribuna. Bisogna dire a chi sta loro vicino: attenti, è la peste. Andatevene se potete. Se siete ancora in tempo, uscite da lì.
Tornate vivi, restate umani.