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Zio Giosuè, il cancelliere, ci ha lasciati

di Rosanna Conte

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A novantatré anni, ha chiuso la sua vita terrena, Giosuè Coppa, per tutti il Cancelliere, ma per me, come per gli altri nipoti, zio Giosuè.

Per noi tutti, non è alla figura pubblica che guardiamo, ma alla sua presenza nelle nostre vite come parte degli affetti familiari. Mia madre diceva che zio Giosuè, innamorato prestissimo della futura moglie, Teodora, la più piccola delle sue sorelle, frequentava  sin da quando era poco più che adolescente  la casa di Rosa ‘i Santella e Giuseppe ‘i Mamena. Era un fratello in più per quelle che sarebbero diventate sue cognate ed un figlio per i suoceri. Il suo percorso di studi e la sua carriera ne fecero per la famiglia il consigliere per eccellenza.

Attraverso il velo dei miei primi ricordi, vedo zio Giosuè che, in piena estate, studia su una sdraio nel lungo corridoio dell’appartamento in cui abitava nella seconda metà degli anni cinquanta, quello situato all’ultimo piano nell’ex convento dei cappuccini. Al piano di sotto abitava monsignor Dies, che lui frequentava ricavandone sempre un arricchimento culturale e spirituale. Allora lavorava alla Pretura di Ponza, ma con la chiusura della pretura e vincendo il concorso a cui si preparava, dovette trasferirsi a Roma, con sommo dolore suo e di sua moglie, zia Teodora.

Zio Giosuè era dotato di una ferrea volontà che gli permise di conseguire il diploma magistrale attraversando tutte le difficoltà a cui andavano incontro i giovani ponzesi in quel periodo che, oltre alle spese di cui si dovevano sobbarcare le famiglie,  facevano i conti anche con la guerra.

Consapevole dei sacrifici di suo padre, Peppe Coppa, che era contadino, e dei suoi fratelli, Adalgiso e Silverio rimasti a lavorare la terra, fu loro riconoscente per tutta la vita e le sue visite ai genitori erano quasi quotidiane.

Amava molto andare al Fieno, dove erano i suoi ricordi di bambino e aveva grande piacere della compagnia di coloro che al Fieno lavoravano: Gioì, Giustino, suo fratello, ‘a Bufera, e suo cugino, Silverio u Niro. Come tutti i ponzesi amava anche il mare di Ponza e ne esplorava  gli anfratti e le grotte scegliendo quotidianamente mete diverse da raggiungere con la sua piccola barchetta di legno. A questi piaceri che potevano essere soddisfatti solo in alcuni periodi dell’anno, affiancava quello che l’ha accompagnato quotidianamente per tutta la vita: la lettura di romanzi e di saggi di storia. Il suo rapporto con lo studio era di vero interesse ed amore, tanto da consentirgli di superare diversi concorsi raggiungendo funzioni dirigenziali nei tribunali di Avellino e Potenza.

La sua tempra è stata forte fino alla fine. Quando l’ho visto l’ultima volta era già abbastanza provato, ma volle che gli leggessi alcuni articoli del suo quotidiano, Il Corriere della Sera, e mi parlò a lungo con  limpidità mentale della politica nazionale e dei problemi di Ponza.
Spesso ci siamo trovati in disaccordo, ma l’affetto che ho sempre provato per lui non è mai diminuito.

Caro zio, che nel tuo viaggio oltre questo mondo, possa tu trovare una compagnia con cui discutere delle tue letture, del profumo del Fieno e della bellezza del mare.

 

P.S. – Al momento non sappiamo quando il cancelliere raggiungerà Ponza. Appena in possesso di notizie, compresa quella della data e dell’orario del funerale, le comunicheremo (ndr)

 

 

9 Comments

9 Comments

  1. la Redazione

    29 Dicembre 2021 at 18:57

    Siamo stati informati che la salma di Giosuè Coppa verrà trasferita a Ponza venerdì 31 dicembre con la nave che partirà da Formia alle ore 9,00; i funerali si svolgeranno subito dopo l’arrivo.

  2. Sandro Russo

    30 Dicembre 2021 at 06:04

    Ho sempre avuto il massimo rispetto e molta stima per Giosuè Coppa che vedevo spesso ma, per il riserbo di entrambi, senza una particolare confidenza tra noi. E quando scherzando lo chiamavo vecchia roccia, lui mi sorrideva benevolo, ma si schermiva.
    Di lui, di una vita molto lunga e densa di eventi, di cui ha scritto Rosanna, a me sono rimasti infissi nella memoria due episodi in particolare.
    Di una volta – poteva essere stato 12-15 anni fa – che partecipai (insieme a Giuvann’ ’i Giulie Matrone) alla processione notturna dell’otto dicembre per l’Immacolata.
    Si era in processione disordinata, salmodiando e cantando, quando la sfilata prese una strada laterale, non ricordo bene ora la zona e la via… poi si fermò per un certo tempo, continuando a cantare. Chiesi a qualcuno intorno a me il perché di quella sosta e mi disse che era l’abitazione d’u Cancelliér’. Era un uomo molto pio e devoto; poi aveva perso la moglie e il figlio in giovane età, e da allora si era allontanato dalla Chiesa.
    Ci’a’llave cu’ patatèrn’ – mi disse Giovanni. Forse chi guidava il gruppo voleva convincerlo a ripensarci.
    Poi la processione si volse, e ricominciò a scorrere.
    Non seppi come andò a finire quel titanico ‘contrasto’.
    Un’altra volta lo incontrai lungo la via Panoramica in una delle sue quotidiane, lunghe passeggiate. Era una giornata ùmmeda e uggiosa, con una pioviggine sottile…
    – Acqua fine spercia i rine – gli dissi – Giosuè, viene tutt’i iuorne? …Pure cu’ stu tiempe?
    Io ero ben protetto, ma lui aveva un leggero k-way blu scuro con un cappuccio.
    – Si vène, accà m’adda veni’ a truva’! – mi rispose.

    Per dire perché lo chiamavo “vecchia roccia”: non era una persona comune. Questi erano i suoi interlocutori: ragionava con Dio, con il Tempo, con la Morte.

  3. Maria Candida Conte

    30 Dicembre 2021 at 06:23

    Anche l’ultimo vigoroso ramo della grande famiglia Coppa, cui apparteniamo, s’è spezzato… Grande rimpianto per il cugino delle nostre Mamme… Tanto da dire, ma ha già scritto Rosanna, nipote, ed altri lo faranno, ne siamo certe. Noi teniamo gli incontri, i suoi occhioni, il suo sorriso fermi nel cuore. Lo pensiamo, ora sereno, con l’adorata Teodora, con Giuseppe, con papà Peppe e mamma Peppinella. Affettuose condoglianze ai familiari tutti, a Giuseppina in particolare. Maria e Rosanna da Padova

  4. Alex Balzano

    30 Dicembre 2021 at 07:15

    Circa 10 anni fa, quando ho cominciato a frequentare con più assiduità il Comune di Ponza, Giosuè il cancelliere (che già conoscevo circa 15 anni prima perché lavoravo per l’agenzia di Maria Pagano), mi ha insegnato ad avere un comportamento o meglio un “galateo istituzionale” e a valutare le situazioni caso per caso senza farsi trascinare da pettegolezzi di quartiere o da simpatie e antipatie…
    Il cancelliere mi ha insegnato oltretutto che tutti hanno il diritto alla parola, anche se si conoscono i fatti, perché nella vita umana c’è sempre pronto qualcuno ad inquinare la realtà…
    Il Cancelliere anche se a volte poteva sembrare una persona burbera, non perdeva occasione di chiedere le cose come andassero, perché si accorgeva del mio volto, perché era dotato di una sensibilità unica sempre pronto a regalare consulenze di Codice Civile ed Amministrativo…
    Ho molto apprezzato il gesto dell’amministrazione Comunale di dedicargli la giornata di lutto cittadino, anche perché ha rivestito la carica di Vice Sindaco nel quinquennio 2012/17.
    Per non dimenticare quelle insalate di riso che ci preparava ogni sabato e domenica quando c’erano i cambi dei turisti, perché nonno Giosuè, oltre ad avere preparazione culturale di prim’ordine, era anche una buona forchetta!

  5. Vincenzo Di Fazio

    30 Dicembre 2021 at 07:30

    A Ponza, Giosuè, tutti lo conoscevamo come ‘U cancelliere per via dell’attività professionale svolta per tantissimi anni.
    E la sua figura alta, sempre dritta con un portamento quasi da militare, era perfettamente in linea con la sua professione. Veniva spontaneo portargli rispetto. E lui lo portava agli altri.
    Per certi versi mi ricordava mio padre, anche lui severo, rigoroso, di poche parole sempre con la schiena dritta. E come lui grande camminatore. Per via dei miei trascorsi professionali da bancario mi chiamava “direttore” quando ci incontravamo. Il che capitava spesso quando saliva sugli Scotti a trovare i nipoti. Era il momento di un saluto e del breve scambio di qualche battuta.
    Tramite Rosanna sapevo delle sue ultime sofferenze vissute con dignità e forza, le stesse con cui ha sempre affrontato i momenti dolorosi che la vita non gli ha risparmiato.
    A Pina, ai nipoti e ai parenti tutti le mie più sentite condoglianze.

  6. Luigi Dies

    30 Dicembre 2021 at 09:24

    Giosuè! Io mi ricordo…
    Ma’, i saglie ‘ncopp addo’ Gesuèr’.
    Sì! Avete capito. Dicevo a mia madre: “Io salgo sopra da Giosuè”. Abitavo in canonica da mio zio. E lui al secondo piano.
    Sopra, una breve rampa, pochi gradini, c’era Peppe, con cui si consolidò una bella amicizia. Ci si rivedeva a Ponza, ogni estate. Bravissimo in apnea e capace di raggiungere anche i trenta metri di profondità; e Pina, più piccola. C’era la mamma, Teodora, sempre dolce e accogliente. E poi c’era Giosuè. Ecco, oggi lo voglio ricordare a tutti così come lo ricordo io. Stare in braccio a lui, immaginatelo a trenta anni, mi sembrava di essere in cima ad una montagna. E sarà stata la stessa sensazione che avranno provato nipoti e pronipoti ancora ieri.
    Ciao Giosuè. C’è un’altra montagna che ti aspetta. Da te lui si aspettava sempre tanto e tu facevi di tutto per non mandarlo mai deluso.
    Quel Monsignore delle discussioni accese ma con cui trovavi immancabilmente un punto di accordo. Siete due delle cime più alte che mi avete permesso di guardare il mondo con gli occhi di chi non ha timore di difendere le proprie convinzioni. Dentro ai tuoi occhi splendeva un’anima grande e pulita.
    Un abbraccio alla famiglia tutta che, anche nel dolore, può essere solo orgogliosa di lui.

  7. Luisa Guarino

    30 Dicembre 2021 at 17:18

    Non dimenticherò mai quel giorno dello scorso agosto: tornavo a Ponza dopo esserci stata per San Silverio. La mia gioia si è spenta davanti al viso triste di Giosuè junior: “Stanotte hanno portato nonno fuori con l’elicottero”. Ho cercato di consolarlo: non era la prima volta: “Il nonno è forte, se la caverà anche adesso”. Il bollettino era di alti e bassi, ma abbiamo sempre sperato; Sono passati i mesi, poi la situazione è precipitata, e nonostante la sua fibra fortissima “il Cancelliere” ci ha lasciati. L’ultimo ricordo che ho di lui lo vede intento a salire o scendere le scale della Dragonara, o per strada, direzione Sant’Antonio, per comprare i giornali. Era cugino di mio padre, e l’ho sempre chiamato Giosuè e basta. Ogni volta che ci incontravamo era una festa, anche quando ciò fortunatamente avveniva tutti i giorni. Ci voleva un gran bene e si interessava di tutta la famiglia: da quando poi è nato mio nipote Francesco, che ora ha poco più di 5 anni, non si è mai scordato di chiedermi di lui, anche se non lo conosceva. Il suo desiderio sarebbe stato di poter morire all’aria aperta, durante una delle sue belle e lunghe passeggiate: lo diceva sempre, ma non è stato esaudito. Con lui una parte importante della mia famiglia paterna se ne va per sempre. Mi stringo a Pina, ai nipoti, ai pronipoti e a tutti i familiari con affetto, con tanti bei ricordi nel cuore.

  8. Pasquale

    30 Dicembre 2021 at 19:06

    Il Cancelliere
    Dopo tanti, tantissimi anni lo rividi. Stavo sul primo pianerottolo della scuola. Lo vidi che saliva lentamente le scale. Gli andai incontro. “Cancellie’!”. “ Uh! Pasqualino – mi disse. Ci abbracciamo intensamente. Di quell’intensità di chi ama rivedersi dopo tantissimi anni. “Perché da queste parti? – Gli chiesi. “Sono venuto a prendere mio nipote. Dov’è la segreteria?” “Non se ne parla proprio – gli risposi – Provvedo tutto io”.
    Quando tornai con il pezzo di carta i suoi occhi erano lucidi. Ed anche i miei. Come dimenticare “u’ cancelliere!”. Poi ci siamo rivisti nell’Isola. Una volta lui stava insieme ad Ernesto seduto sulla prima panchina a Sant’Antonio: entrambi si alzarono e ci abbracciammo come persone desiderose di vedersi da tanto! Un’altra volta per la Panoramica. Scambiavamo sempre due battute. Era sempre una festa! Gli luccicavano gli occhi. A me si inteneriva il cuore e la mente andava agli anni della mia fanciullezza.
    Ora un altro pezzo di quella fanciullezza, tanto cara, è andato via fisicamente ma rimane sempre nella mente e nel cuore. Non può essere diversamente. Quando verrò nell’Isola ti troverò sempre, camminerai al mio fianco. Sentirò la tua voce che canta in chiesa, ti vedrò passare vicino casa mia e salutarmi con affetto. Salire le scale. Ti vedrò ansante su per la salita della Panoramica o chiacchierare placidamente con gli amici. Mi accompagnerai sulla strada dei ricordi e quelli non svaniranno mai! Ciao Nonno Giosuè. Consentitemi di stare vicino (anche se purtroppo a causa di… forza maggiore sono obbligato a stare lontano) ai suoi familiari e a tutti quelli che gli hanno voluto bene. Ciao da Pasqualino, con affetto.

  9. Vincenzo Padiglione

    2 Gennaio 2022 at 23:03

    Vi ringrazio per questo nuovo numero dell’epicrisi. E vi ringrazio per avermi informato con parole care del decesso del cancelliere Coppa, una persona bella e integra che ho avuto il privilegio di conoscere e un po’ frequentare.
    Grazie

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