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Esalazioni dal sottosuolo

di Francesco De Luca

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Tutto finisce. È finito tutto lì. Buttato a terra come un sacco. Nessuno lo rispetta, dileggiato anche da chi ne ha sopportato il peso sulla spalla. A terra, dove il lercio è incrostato e il piscio dei cani ristagna; il sacco si impregna, la pioggia lo umidisce e i refoli in rimbalzo fra gli spigoli vi giocano intorno, rassodandone il sudiciume.

Cosa fra le cose, senza una funzione, senza un senso. Una sola qualità: il peso. Ma anch’esso reso leggero dall’acqua e dal vento. Lo smuovono a loro capriccio. Non c’è gravame che tenga all’irruzione dilavante della pioggia, divenuta rio, e al vento, corrucciato, che lo sbalza come un fuscello.

La cosa: dei manufatti degli uomini se ne ride. Innalzati come testimonianza eterna, li vede sbriciolarsi, perdere testimonianza, bellezza, rappresentanza.

Una cosa ha diversa potenza dalla volontà. La fisicità ha sostanza diversa dalla volontà. Questa determina, crea, si impone; quella giace, è supina, serve. La prima può perdere i connotati distintivi, la seconda no, perché li ha se le si attribuiscono. Due destini, compatibili ma distinti; conciliabili ma distinti. Insieme animano l’universo, ne esaltano la magnificenza e la bellezza, generano obbrobri e nefandezze.

La congiuntura perfetta avviene quando l’autocoscienza impone a sé la disciplina. Allora la fisicità acquista significato e la natura disvela a sé non l’essere ma il dover essere.

Quando l’aurora della legge morale si impone nel mattino della Storia allora l’autocoscienza manifesta il pregio del connubio. E il giorno trascorre, e la luce irrora, e si compie il regno dell’uomo. Subentra poi la tenebra, l’autocoscienza si spegne e la fisicità rimane inerte, pesante, insignificante. Finisce lì. Tutto finisce lì.

La nazione (e con sé la patria) si incapretta con la sua stessa mala-politica, e l’isola si disfa come sabbia all’onda. Gli intendimenti umani si rivelano inficiati di corruzione, il ‘senso civico’ si palesa cinico procacciatore di proventi, e la fragile garanzia democratica un velo eliminato dalla indifferenza. Amorale, perché sorda al connubio – maltrattato quanto si vuole e sgangherato, ma reale -, fra elettore ed eletto.
È auspicabile un Covid politico!

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