Medicina

I tamponi, perplessità e considerazioni

di Pasquale Scarpati

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Nella totale condivisione del pensiero del presidente Mattarella, ai No Vax è stata data un’eccessiva visibilità mediatica. E non mi riferisco solo in Italia, ma dalla testimonianza di persone ben informate, in alcuni Paesi, come in Romania, un dissennato ostruzionismo ai vaccini sui media ha determinato la situazione drammatica di cui tutti sappiamo. Quindi non proporremmo certo dalle pagine del sito messaggi fuorvianti riguardanti il Covid. Ma tale non è questa lettera-testimonianza di Pasqualino Scarpati sui tamponi, in una sfortunata – per fortuna non drammatica – contingenza in cui si è trovato / è tuttora.
Auguri di pronta guarigione a Pasquale e alla moglie Carmina.
S. R.

Gentile redazione
Nonostante mia moglie ed io avessimo fatto due dosi di vaccino fin dall’8 giugno c.a. e benché non siamo “gente di mondo”, pur avendo quindi pochi amici – si suole dire pochi ma buoni; anche se in questo caso il detto popolare non ha avuto valore -, qualche amico non gradito, anzi traditore, ci è venuto a trovare! (sic!)
Pertanto, armato di santa… pazienza, ho capito che è oltremodo difficile stare attenti e guardinghi, anzi penso impossibile.
Ma, bando alle ciance, ho fatto alcune riflessioni alla luce di ciò che mi/ci è successo.

Innanzitutto credo che se il “maligno” sia mezzo morto o spossato lo si deve al vaccino. Pertanto non capisco quelli che si ostinano a non farlo mettendo a repentaglio la vita altrui. Non posso dire la propria vita perché forse a loro poco interessa. E neppure ha senso dire che i vaccini non sono sicuri: chissà quante schifezze ingozzano ed ingozziamo, volentieri, volontariamente e/o involontariamente. Ma quella è una libertà personale che non può essere “riversata” sugli altri! Forse qualcuno pensa: mal comune mezzo gaudio!

In effetti anche chi fa il tampone non solo ogni giorno ma anche ogni ora non offre alcuna garanzia a se stesso e agli altri. Il tampone infatti serve soltanto per verificare, non per immunizzare. Pertanto una volta fatto il tampone si rischia ugualmente di infettarsi a breve e di conseguenza infettare. Qual è il paradosso? Chi effettua il tampone (anche) giornalmente, nel giro di poche ore ne conosce l’esito, al contrario il poverino infettato che rimane ignaro per sette-dieci giorni; e allorché se ne accorge non solo può aver immagazzinato il “nemico” che, nel frattempo, si è moltiplicato ed attrezzato divenendo più aggressivo, ma soprattutto è stato veicolo di infezione per gli altri.
Può succedere ovunque.
Non bastano mascherine e/o ogni altro “attrezzo”. Il “nemico” si nasconde dappertutto anche nell’impensabile! O per meglio dire, bisogna pensarci un po’! Penso, ad esempio, ad un bambino che tocca un pacco di patatine (infettato, ma nessuno lo sa) e immediatamente si stropiccia gli occhi o si mette le dita nel naso. Quel bambino infettato può, a sua volta infettare anche chi ha appena fatto il tampone giornaliero. Basta una piccola disattenzione! Quest’ultimo, a sua volta, infetta…. E così via, in una catena senza fine.
Il tampone non serve o almeno serve se, dopo averlo fatto, si opera, per tutto il giorno o tra un tampone ed un altro, in ambiente altamente disinfettato a dovere e non avendo rapporti con nessuno: dico nessuno.
Il green pass.
Ha un suo rationale in termini statistici A mio parere è utile in alcuni ambienti non per tutti, anzi può indurre un falso senso di sicurezza. Se fossi un “untore” potrei tranquillamente uscire di casa ed andare ad infettare tout le monde. Rimane pertanto un deterrente morale più che pratico che dovrebbe scuotere le coscienze anche degli incoscienti o degli str..ani!
Ma quelli sono tali per definizione!
In definitiva, l’unico rimedio, oggi, è il vaccino!

Grazie per la cortese attenzione,
Pasquale Scarpati


Nota.
La vignetta in copertina è di Ellekappa, da la Repubblica di oggi 21.12.2021, pag. 6

 

Appendice  del 22 dic. h 19,15 – Cfr commenti di Vincenzo Ambrosino , Sandro Russo e Tano Pirrone (1, 2).

Ritagli di pagine da un bell’articolo da Focus Storia n° 183 (di Paola Panigas), sulla resistenza al vaccino antivaioloso, di oltre un secolo fa (i no vax sono sempre esistiti!):

Illustrazione satirica di James Gillray (1802), rappresenta la diffidenza diffusa nella società inglese verso il vaccino contro il vaiolo messo a punto da Jenner. II timore era che l’inoculazione potesse far “germogliare” negli esseri umani parti del corpo bovine.

Ritaglio della terza pagina da Focus Storia

Focus Storia. Ritaglio delle due colonne finali

9 Comments

9 Comments

  1. vincenzo

    22 Dicembre 2021 at 12:34

    Caro Pasquale ti ringrazio del tuo giudizio sul vaccino che per molti rimane ancora un siero sperimentale. Queste cose che tu hai voluto scrivere le sentiamo in tutte le trasmissioni televisive: “Il vaccino è l’unico rimedio contro il covid”. Il tampone è un rivelatore di infezione ma non immunizza.
    Questo è vero ma il vaccino immunizza? e se è così perché tu vaccinato, quindi immunizzato, hai paura di infettarti?

    Quindi la tua conclusione: “In definitiva, l’unico rimedio oggi è il vaccino!” mi sembra alquanto debole.

    Il vaccino è un rimedio quando fatta l’inoculazione questa ti garantisce una immunità perenne e duratura per ritornare a vivere una vita normale.

  2. Sandro Russo

    22 Dicembre 2021 at 17:44

    L’unica cosa debole a me medico (internista e rianimatore, anche se in pensione) pare il pensiero di Vincenzo, famoso luminare di Immunologia e studioso di Storia della Medicina, quando si lancia in definizioni assolute del vaccino (rimedio) contro virus o batteri (agenti patogeni). “Virale” lui stesso – viene spinto fuori dalla porta e rientra dalla finestra –, non ci spiega per esempio le differenze tra la vaccinazione antivaiolosa (perenne) e quella antitetanica (che necessita di richiami periodici) e vuole insinuare un dubbio di inefficacia, proponendo – come fa del resto anche in Economia – il caos o il nulla in alternativa a quel che i sistemi umani riescono a mettere insieme, con studio e fatica attraverso prove e controprove, ma vivaddio, in modo positivo, non distruttivo e nichilista.

    Ho appena letto un bell’articolo su “Focus Storia”, n° 183, il mensile dove ha pubblicato il nostro Lambertucci (nell’indice allegato, pagg 84-87, leggi qui) dal titolo I pionieri no vax (articolo di Paola Panigas) dove nell’occhiello si legge, a proposito della vaccinazione antivaiolosa:
    “Ieri come oggi, i vaccini si portano dietro un pesante fardello di polemiche, paure e dibattiti sulla libertà di scelta. Una reazione già vista tra ‘800 e ‘900, durante le campagne vaccinali obbligatorie che hanno eradicato il vaiolo”.

    A Vincenzo chiedo, anche a nome della Redazione, di non insistere – come è solito fare -, sull’argomento; piuttosto cambi letture, se la posizione del sito sulla campagna vaccinale in atto non gli è gradita.

    P.S. Prenderò qualche riquadro dall’articolo su Focus Storia (che vado ad annettere all’articolo di base, di Pasquale Scarpati)

  3. Tano Pirrone

    22 Dicembre 2021 at 18:53

    Salto a pie’ pari il commento di me “cucinu” Sandro per non farmi influenzare (il vaccino antirusso ancora non l’hanno sperimentato) per dire un’ovvietà di cui mi vergogno per la carica sovrabbondante di ovvietà: Vincenzo ogni tanto dovrebbe togliersi il pugnale dai denti e ficcarci un buon gelato o, visto che siamo a Natale, un pezzo di torrone. Perché? Facile, tutto il mondo sa che ci sono vaccini che si fanno una volta nella vita ed altri che si fanno ogni anno. I vaccini anti Covid-19 sono teneramente infanti, hanno pochi mesi di sperimentazione e di contro un virus che varia a velocità impressionante. La prudenza è la prima regola. Essere sempre sulle barricate fa perdere la cognizione del reale, anche se in abiti semplici.

  4. Tano Pirrone

    22 Dicembre 2021 at 18:56

    Leggo ora il commento di Sandro Russo: si vede che ha studiato da medico. Il siluro è scientifico, mica rozzamente polemico come il mio, ma il pentastellato Vincenzo ai vaffa c’è elegantemente abituato…

  5. Tano Pirrone

    22 Dicembre 2021 at 19:32

    “Omne trinum est perfectum”, e il terzo mio commento chiude per me la storia: qualche giorno fa, collegamento di un TgRai con un reparto di terapia intensiva; la giornalista chiede al medico responsabile notizie sulla locale situazione. Il medico risponde che ci sono 18 ricoverati in quel reparto, ed aggiunge: 2 sono vaccinati e 16 NO.
    “Intelligenti pauca”.
    Buona serata a tutti.

    P.S. Dati verificabili

  6. Sylvie Morra

    22 Dicembre 2021 at 21:31

    Invito il signor Ambrosino a fare lo stesso discorso ad un medico o infermiere di rianimazione esausti da ore, giorni di lavoro, da ferie soppresse perché non possono e non se la sentono di sottrarsi, ai pazienti in attesa di intervento ancora rimandato, ai tanti altri colpiti da infarto, ictus, incidenti gravi… a cui si riduce la chance di cavarsela perché i reparti sono sovraccarichi. Ci provi, perché un commento sul sito è una via troppo facile e poco coraggiosa.

  7. vincenzo

    22 Dicembre 2021 at 23:30

    Oggi un amico, evidentemente dopo aver letto il mio commento su P.R che era una innocente domanda: “Perché hai paura se hai fatto la tripletta?”, mi ha scritto un messaggio: “Si sono vaccinati 8,8 miliardi di persone nel mondo: credi che il vaccino sia ancora sperimentale?”

    La risposta da dare era troppo facile per cui ho chiesto all’amico nonno: “Che ne pensi del vaccino ai bambini tra i 5 e i 10 anni?”

    Lui mi ha risposto che ha delle grosse perplessità!

    “Oddio – gli ho detto spaventato – allora sei un no vax bambini?”

  8. Luigi Maria Dies

    23 Dicembre 2021 at 19:31

    Il vescovo disse al parroco: “Studia!”

    Non discutiamo da profani di teorie avanzate da scienziati e ricercatori o di risultati raggiunti, siano essi ancora parziali o sufficientemente sperimentati. Con che pretesa, senza titolo, riteniamo di poter entrare nel merito di una discussione su tali argomenti? In ogni campo specifico c’è chi rema e chi prende in mano i due ceppi e sbatte le pale sull’acqua. Alla seconda “spalettata” al tizio gli tolgono i remi dalle mani.
    Con che pretesa vogliamo discutere con i governanti responsabili, cioè con chi gestisce il paese, che, indirizzato dalla scienza, mette in atto  azioni intese alla tutela non del singolo ma dell’intera comunità? Anche qui, per discuterne, bisogna sapere remare. In alternativa, sulla barca ci sono altri ruoli da coprire, tipo lavare la coperta e togliere l’acqua nella sentina. Insomma c’è chi impaletta bene e chi spaletta. Ma sono utili anche loro. Noi bassa forza, siamo cittadini in un paese civile, ma, in una emergenza bellica abbiamo il ruolo di “sudditi”. In effetti siamo, sotto questo punto di vista, forse, il paese più ligio in Europa. Ci piace ancora gridare “Banzaj” oppure “Avanti Savoia”,  ma se alcuni non vogliono seguire la sciabola sguainata di una camicia rossa su un cavallo bianco, nessuno è tenuto a mettersi in ginocchio davanti a questi che si vogliono ammutinare.
    In quel caso anzi, può darsi, che così facendo aggiungeremo un valore sperimentale in più a questo evento epidemico dove c’è ancora molto da scoprire.
    Le statistiche che possono tornare utili di contagi tra vaccinati e non, o anche quelle dei decessi tra vaccinati e non.
    E poi, metti che dagli anticorpi dei non vaccinati venga fuori qualche scoperta scientifica rivoluzionaria. E che ce la vogliamo far scappare? E se il pianeta si deve ricavare spazi che gli stanno venendo a mancare, ma perché non dargli una mano semplificandogli il lavoro? Se diranno che la quarta dose è consigliata, possiamo, e dobbiamo, solo dire “viva l’Italia” e se nasco un’altra volta mi iscrivo a medicina.
    O mi faccio vescovo.
    Luigi.

  9. Tano Pirrone

    29 Dicembre 2021 at 09:23

    Coazione a ripetere. Tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze.
    Così recitano i dizionari a proposito del “modus operandi” di Vincenzo. In siciliano i vecchi dicevano: “Chissa saccio e chissa vi cuntu” – «Questo è quel che so e questo è quel che vi racconto, all’infinito, qualsiasi cosa voi possiate rispondermi, qualsiasi spiegazione voi possiate dare, questo è quello chi ripeto ora e vi ripeterò all’infinito, forte della mia debolezza, che mi porta anche a non controllare le cose che dicono o che mi dicono.» Infatti la storiella un po’ minchiatella dell’amico e della mancata risposta ai vaccini fatti ai bambini da cinque anni in su contiene un’omissione: imperdonabile se non è voluta, colpevole se invece (come sospetto, lo sia).
    L’omissione consiste nel fatto che alla data in cui scrive il nostro difensor fidei negli Usa erano stati vaccinati milioni di bambini fra i 5 e gli undici anni, senza alcun problema. Non dirlo, dà forza alla boutade, ma rende evidente, per chi non ne avesse ancora contezza, la malafede di chi conciona.
    Aggiungo una notizia, pari pari come si legge oggi su la Repubblica:

    Muore di Covid Mauro da Mantova star No Vax in radio
    di Lucia Landoni
    MILANO — Si vantava di essere un “untore” perché era andato al supermarket con 38 di febbre e la mascherina abbassata. E’ diventato una delle 137mila vittime italiane di un virus di cui fino alla fine ha negato l’esistenza: Maurizio Buratti, 61enne carrozziere di Curtatone (nel Mantovano) e convinto no vax, è morto all’ospedale di Borgo Trento a Verona, dov’era ricoverato per una polmonite bilaterale da Covid-19. Famoso come “Mauro da Mantova” per gli interventi alla trasmissione “La Zanzara” di Radio24, aveva abbracciato varie teorie complottiste. Non aveva cambiato idea neppure quando le condizioni di salute si erano aggravate al punto da rendere necessario il ricovero, a cui si era rassegnato solo dopo le insistenze del conduttore della Zanzara, Giuseppe Cruciani.
    «Aveva deciso di campare in un certo modo, nessuno lo avrebbe fermato e la nostra grande comunità gli voleva bene nonostante le sue storture, le sue teorie, i suoi umori – ha scritto Cruciani su Instagram –. Ti abbiamo preso in giro, ci hai insultato, ce ne siamo dette di tutti i colori fino alle soglie di un tribunale, ma ci siamo divertiti. Oggi ho ricevuto un colpo al cuore». L’altro conduttore del programma, David Parenzo, lo ha ricordato su Twitter: «Riposa in pace ovunque tu sia, vecchio complottista. Spero che la tua triste storia sia di esempio a chi ancora alimenta dubbi sull’efficacia dei vaccini».
    Sui social si sono scatenate le polemiche tra i sostenitori di Buratti («uomo libero e coerente con le proprie idee»), e i moltissimi detrattori («se l’è cercata. Pensiamo agli innocenti che potrebbe aver infettato».

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