Economia

Individualismo… sì e no

di Francesco De Luca

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L’individualismo è una categoria concettuale con connotazione negativa nelle analisi e critiche delle ideologie di sinistra. Sia sotto l’aspetto sociologico sia economico.

L’individuo come soggetto storico è una iattura per la sinistra. I comunismi e i socialismi fondano il proprio progetto politico sulla società. Formata sì da singoli individui, ma affratellati da una idea comune. Secondo la quale operare individualmente genera valore (economico- sociale-politico) all’intera società. Ed è questo valore che rende meritoria l’azione individuale. Senza la prospettiva sociale l’opera individuale è tesa a migliorare la sola condizione del singolo. Ed è questo risultato che è deleterio perché mette ogni individuo in lotta con tutti gli altri per il suo tornaconto.

Le dottrine di destra, al contrario, pensano che ogni condizionamento a fine sociale tarpi l’intraprendenza del singolo, erodendone perciò la libertà. A mitigare e ad amalgamare gli appetititi dei singoli ci pensa il libero mercato, il gioco libero dei profitti e delle perdite. La società, come organo armonizzato, viene fuori da un automatico incastonarsi delle forze. C’è la dominante, c’è quella opportunista, c’è quella perdente.

Non sto qui ad appesantire il discorso. Le ideologie di sinistra come quelle di destra hanno ampiamente dimostrato (e lo fanno tuttora) che gli equilibri concreti interni, negli Stati ove tali dottrine hanno trovato realizzazione, non rispettano le promesse dottrinali, e quel che si realizza è fortemente in contrasto con quanto conclamato.

E l’individualismo? L’individualismo presta il fianco alle analisi di sinistra. Lo si giudica miope, settario, opportunista, temporaneo. Tutto giusto. Eppure ci sono esempi nella storia degli Stati occidentali che esaltano la tenacia delle singole persone in un contesto sociale non ancora stabilizzato.

L’emigrazione italiana negli Stati Uniti (ad esempio) si affrancò da una iniziale posizione servile grazie all’azione individualistica degli emigrati. Anche i Ponzesi hanno lasciato esempi illuminanti di individualismo eroico (lo descrive Emilio Iodice nel suo libro Liberazione).
La stessa storia della marineria ponzese agli inizi del ‘900 è edificata sull’infaticabile perizia e costanza dei pescatori ponzesi.
Stesso giudizio può emettersi a proposito dell’imprenditoria turistica ponzese agli albori, negli anni ’50, piantata sulle spalle infaticabili e visionarie di taluni isolani.
Così è stato il fenomeno del turismo a Le Forna. Negli ultimi vent’anni i Fornesi , da soli, contando sul loro individualismo, sono riusciti a dirottare parte del flusso turistico estivo a Le Forna.

Cosa voglio affermare? Voglio dire che l’individualismo, come fenomeno socio-economico, può trovare anche elogi. Specie sul nascere, ossia quando l’intraprendenza del singolo deve squarciare la staticità del sistema socio-statale. Mentre poi, quando la struttura sociale si è consolidata, allora l’individualismo si mostra legato al passato, insufficiente, inopportuno. Ed è allora l’associazionismo (vedi Cooperativa Barcaioli, tanto per fare un esempio ponzese attuale) a dover coniugare l’organizzazione delle imprese con la promozione della domanda e con la sostenibilità ambientale.

 

Immagine di copertina
Golconda (in francese Golconde), dipinto di René Magritte, eseguito nel 1953 e conservato nella Menil Collection di Houston (Usa). Il nome dell’opera, suggeritagli da Louis Scutenaire, fa riferimento all’omonima città indiana Golconda. Per la presenza di enormi giacimenti di diamanti, questo luogo divenne in passato sinonimo di incredibile ricchezza presso gli europei, per poi essere ridotto in una condizione di totale abbandono.

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