Mare

La scuola marittima ebraica di Civitavecchia

di Fabio Lambertucci

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Questa mia nota storica è pubblicata su “Focus Storia” n° 182, dicembre 2021 (in edicola dal 23 novembre) alle pagg. 4-5.
Dopo aver letto sul sito gli interessanti articoli sulla Marineria ponzese (leggi qui e qui), ho pensato che la storia di altre Marinerie potesse interessare i lettori del sito, come questa ebraica, stroncata dopo i primi anni di attività…
F. L.

Focus Storia n° 182. Leggi gratis l’indice e due articoli.

La scuola marittima ebraica di Civitavecchia (1935-1938)
di Fabio Lambertucci

A proposito dell’articolo “Le stellette di David” di Gianremo Armeni – Focus Storia n° 181: l’indice e le prime pagine – sulla Brigata ebraica che nel 1944-45 combatté in Italia contro i nazistifascisti, vorrei ricordare che solo pochi anni prima era stata istituita nell’Italia fascista la “Scuola marittima del Bethar” a Civitavecchia (Roma), durata dal 1935 al 1938, anno delle leggi razziali antiebraiche (sul sito leggi qui e qui).

Focus Storia, copertina del penultimo numero in edicola (n° 181, novembre 2021)

Venne istituita nel 1935 su richiesta dell’avvocato e storico Leone Carpi, capo del Bethar italiano (Bethar, acronimo parziale di Berith Joseph Trumpeldor, eroe nazionale ebraico che nel 1920 morì difendendo Tel Hai, una colonia dell’Alta Galilea assalita dagli arabi, fu un movimento sionista revisionista fondato a Riga nel 1926) all’ammiraglio Paolo Thaon di Revel (1859-1948) (1), presidente generale del consorzio delle scuole professionali marittime, per preparare professionalmente giovani ebrei italiani, polacchi, lituani, cecoslovacchi, austriaci e tedeschi, figli di professionisti e commercianti intenzionati ad emigrare in Palestina, all’attività marinara e alla pesca.

Scrive lo storico della Marina militare italiana Andrea Giattini (Civitavecchia, 1981) nel suo saggio “Caesarem Vehis. La Capitaneria di porto nel monumentale porto di Civitavecchia (2020) (2):
“Il 27 gennaio 1935 venne inaugurata la sezione ebraica della scuola marittima di Civitavecchia
. Durante la visita del capo dipartimento marittimo del Bethar alla scuola gli venne manifestata l’esigenza di acquistare una nave scuola per mettere in pratica gli studi dei giovani sionisti riguardanti l’attività marittima: la scelta cadde sul motoveliero “Quattro Venti” poi “Sara Primo”, ossia una goletta a quattro alberi con scafo in legno. Al rientro dalla prima crociera, nel novembre 1935, vi fu la consegna dei diplomi e il successivo impiego lavorativo. Dal momento che l’esperienza fu positiva, si decise di inaugurare anche il secondo corso e quindi l’anno successivo si formò nuovamente la sezione ebraica della scuola marittima con 52 allievi provenienti da tutta Europa. Nel febbraio 1937 le lezioni del terzo corso iniziarono con una novità: vennero acquistati due motopescherecci. A metà maggio del 1937 il “Sara Primo”, partì per la crociera di fine corso ma nei pressi di Bastia urtò su una secca rocciosa. La nave venne abbandonata a Livorno. Comunque la scuola continuò la sua attività sotto la direzione del capitano Nicola Fusco di Bari e proseguì le lezioni per il quarto corso che terminò nell’agosto 1938. L’orizzonte politico faceva presagire un’escalation d’odio razziale e per questo motivo fu consigliato agli ebrei di scappare dalle imminenti persecuzioni e così la scuola chiuse”.

Racconta inoltre lo storico Leone Carpi nel suo saggio Come e dove rinacque la Marina d’Israele (1967) che alcuni di quei giovani ebrei sionisti morirono sui campi di battaglia della Seconda guerra mondiale, altri nelle camere a gas nei campi di sterminio nazisti ma che i più contribuirono, con la professionalità acquisita nelle aule del porto di Civitavecchia e sul mar Tirreno, alla nascita e alla difesa del giovane Stato d’Israele nel 1948. Qualcuno ritornò poi in Italia come addetto navale presso l’ambasciata israeliana.

Seguono immagini tratte dal volume “Caesarem Vehis”:

Cliccare sulle immagini per ingrandirle

 

Note (a cura della Redazione)

(1) – L’ammiraglio Paolo Thaon di Revel l’abbiamo visto sul sito in immagini storiche da cineteca (leggi qui e guarda il filmato alla fine dell’articolo). Era sul balcone insieme al re Vittorio Emanuele III a ratificare il successo della Marcia su Roma (28 -30 ottobre 1922), dopo di che il re incaricò Mussolini di formare un nuovo governo.

(2) – La locuzione latina Caesarem vehis (che dà il titolo al libro), tradotta letteralmente, significa “stai trasportando Cesare”. È la frase con la quale Cesare durante una burrasca esortò il capitano che pilotava la nave sulla quale si trovava, ricordandogli l’importanza del passeggero. Si usa per incoraggiare quanti lavorano per una causa giusta e nobile.

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