Ambiente e Natura

Ponza, abbattuto un albero secolare accanto alla chiesa

di Luisa Guarino

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Una notizia inaudita arriva in redazione ieri da Ponza: l’albero di Araucaria che sorgeva a fianco della chiesa sul porto è stato abbattuto. In realtà gli alberi, simili, erano due: per ora il secondo è stato risparmiato e potato alla bell’e meglio eliminando i rami in basso, più fastidiosi perché occupano spazio e tolgono luce, e lasciando quelli in alto, anche se ciò determina per il fusto una condizione di squilibrio.

L’Araucaria svettava da lontano con i suoi rami verdi ed era un autentico monumento naturale, quasi centenario dicono in molti: ora di esso resta un pezzo di tronco, per fortuna ancora con le radici ‘in loco’, ma dopo uno scempio simile non si riesce proprio a immaginare quali possano essere gli sviluppi futuri.
Non sappiamo chi abbia autorizzato quest’operazione a dir poco inqualificabile, e speriamo di poter conoscere quanto prima motivazioni, direttive e giustificazioni. Fatto sta che proprio alla vigilia della festa dell’albero, che cade nella giornata odierna, 21 novembre, mentre dappertutto in Italia, nelle scuole e nei parchi, istituzioni, associazioni e privati si sono dati da fare per nuove piantumazioni, Ponza si permette il lusso di fare fuori… uno dei suoi cittadini illustri. E già, perché un albero è un essere vivente: altrove lo abbracciano perfino, a Ponza lo eliminano senza tanti complimenti. Spero almeno che i responsabili ora abbiano tanti rimorsi e si rendano conto del gesto fatto, vicino a una chiesa, addirittura accanto a una statua della Madonna: altro che spirito francescano!

In tutto il mondo c’è una mobilitazione generale (escludendo naturalmente il Brasile e quella povera foresta amazzonica che una volta era il ‘polmone del mondo’) per far capire a tutti che il verde va protetto; in tante città anche italiane si pianta un albero per ogni bambino che nasce. Noi a Ponza abbiamo avuto in dono un paradiso e stiamo facendo di tutto per distruggerlo, per mare e per terra.
E siamo pure recidivi. Non sono passati molti anni da quando il pino della piazzetta sulla Dragonara, che era diventato un punto di riferimento e anche un toponimo, è stato tolto di mezzo senza tanti complimenti e con l’autorizzazione del Comune: era vivo e vegeto, ma dava fastidio. Ora lì non ci sono più aghi di pino né escrementi di uccelli, è vero: c’è la desolazione più totale e il sole a picco tutta l’estate. Vogliamo mettere?

Piazzetta della Dragonara con pino

Piazzetta della Dragonara senza pino

Un altro esempio sono gli scarni alberi in località Sant’Antonio, di cui ho scritto tante volte: le tamerici sparite, le specie piantate al loro posto che sopravvivono a stento, un platano anch’esso a rischio, con il pretesto che rappresenta un pericolo (ogni albero può rappresentare un pericolo se non viene curato e non c’è manutenzione). Eppure non dovrebbe essere semplice eliminarlo: bisogna informare i Carabinieri forestali, avere fior di autorizzazioni e così via.

Sant’Antonio com’era

Cito come esempio quanto accaduto alcuni anni fa a un altro pino dalla chioma lussureggiante che si trovava nel cortile erboso di una proprietà privata, sempre in zona Dragonara (devono essere particolarmente accaniti da quelle parti). Ebbene, nonostante l’albero fosse praticamente morto, e non per colpa degli elementi atmosferici ma ‘probabilmente’ a causa della mano dell’uomo, i proprietari, del tutto ignari e anzi giustamente addolorati, hanno avuto il loro bel da fare prima di venire a capo della vicenda.

Sembra dunque incredibile che da un giorno all’altro un magnifico esemplare di albero come l’Araucaria dietro la chiesa venga fatto fuori così. Lo ripeto di nuovo: aspettiamo motivazioni e autorizzazioni per un’azione del genere. Resta comunque la dolorosa constatazione di una perdita gravissima: chi non la considera tale non merita neanche di definirsi ponzese, anche se a Ponza è nato o ci vive.

***

Appendice al Commento di Biagio Vitiello (cfr) del 22.11.2021

Le piante “figlie” delle due vicino la chiesa di Ponza. 

Appendice al commento di Enzo Di Fazio (cfr) del 22/11/2021

(cliccare sull’immagine per ingrandire)

13 Comments

13 Comments

  1. Maria Candida Conte

    22 Novembre 2021 at 09:20

    Cari amici della Redazione,
    ho letto, poco fa, questo insolito annuncio… di scomparsa della deliziosa, imponente presenza arborea, solenne presenza a guardia della nostra chiesa. Vi sarò grata se vorrete chiarire il mio desiderio di conoscere gli autori del vandalismo, per ringraziarli come impone il viver civile della nostra comunità ponzese.
    Grazie di cuore.
    Un abbraccio da Padova.
    Maria Conte

  2. Biagio Vitiello

    22 Novembre 2021 at 10:59

    Abbattimento di un albero maestoso a Ponza, un esemplare femmina di Araucaria
    Noi ponzesi in generale siamo poco sensibili alle “tematiche verdi”. Perché?
    Forse perché producono poco o niente guadagno? O forse perché limitano la nostra libertà di fare come ci pare?
    Dopo l’abbattimento del pino in contrada Dragonara, si fece un gran vociare e tutto finì nel dimenticatoio; sarà così anche per l’Araucaria? Spero di no.
    Posso dire, da appassionato e studioso di botanica, che l’albero non era malato, né attaccato da parassiti in quanto molto resinoso; esso andava solo potato accuratamente, per non causare danni a persone e a cose. L’unico problema era che si è costruita la sala parrocchiale vicinissima agli alberi, peraltro quando questi erano già alti e maestosi.
    Questo albero appartiene ad una specie molto antica. La denominazione di genere deriva da Araucanos, nome dato dagli spagnoli alla tribù Mapuche, tribù indigena del Cile e dell’Argentina sud occidentale regioni in cui le Araucarie sono molto diffuse. Il popolo Mapuche chiama l’albero pehuén e lo considera sacro. Alcuni Mapuche che vivono nelle Ande chiamano se stessi Pehuenches (“popolo del pehuén”) poiché tradizionalmente raccoglievano i semi per cibarsene. È una specie dioica, come altre piante (le Cycas, i Gingko, gli stessi kiwi) in cui gli organi riproduttivi maschili e femminili sono portate da piante diverse (l’Araucaria abbattuta era femmina). La condizione di dioicità nelle piante è assai poco comune in natura, essendo nell’ambiente vegetale la condizione prevalente quella di recare nel fiore gli elementi completi dei due sessi (piante monoiche), pur avendo di norma meccanismi diversi per evitare l’autoimpollinazione.

    Pochi sanno che gli alberi furono piantati dal parroco Dies negli anni ’40-’50, probabilmente con uno specifico significato, forse a simboleggiare la sacralità del Matrimonio.
    Sono molto dispiaciuto di quanto che è accaduto, anche perché questi alberi sono e restano un caro ricordo della mia infanzia e della mia età matura; fino a pochi anni fa ho raccolto dal terreno sottostante i semi caduti dagli alberi, per metterli a dimora nel mio giardino e produrre degli alberelli.
    Ho notato che la loro crescita è molto è molto difficoltosa nei primi anni, perché abbisognano di molte cure, ma sono orgoglioso di averne ora quattro esemplari di circa quattro metri di altezza.
    Concludo sperando che si ponga al più presto rimedio a quanto è accaduto, anche perché questi alberi sono patrimonio di tutti noi ponzesi.
    Seguono due foto delle piante “figlie” delle due vicino la chiesa di Ponza (nell’articolo di base)

  3. Giovanni Conte di Silvano

    22 Novembre 2021 at 14:37

    Con il rispetto più assoluto delle opinioni e dei pensieri di tutti, gentilmente informatevi bene prima di parlare….

  4. Enzo Di Fazio

    22 Novembre 2021 at 23:06

    Della questione dell’albero abbattuto si è interessata, in questi giorni, anche la stampa. C’è chi riporta semplicemente il fatto, c’è chi, come Latina Oggi, raccoglie anche qualche interrogativo. Un evento che ha suscitato tanto stupore non può non sollecitare risposte a tutta una serie di domande che la gente si pone. Sarebbe il caso che motivi e circostanze che sono alla base delle decisioni prese siano portate, da chi di dovere, a conoscenza della comunità ponzese. Per evitare che si alimentino illazioni ma anche perché è un diritto dei ponzesi sapere come sono andati i fatti per essere l’ambiente, e gli alberi in particolare, patrimonio di tutti.
    Dall’edizione odierna di Latina Oggi: Abbattuto albero secolare. E’ polemica (anche in calce all’articolo di base)
    L’interrogativo ricorrente tra gli isolani in queste ore è: «Non sarebbe stato meglio potarlo, anziché abbatterlo?». Stiamo parlando di un albero secolare che fino a qualche giorno fa si trovava vicino alla chiesa di Ponza. Era stato piantumato nel 1922 ed è originario del Cile. Proprio quando si festeggia la festa dell’albero e si organizzano manifestazioni per sensibilizzare al rispetto della natura e del verde in generale, l’arbusto a Ponza è stato tagliato. Purtroppo, a quanto pare, era diventato pericoloso, non solo le radici avevano sollevato il manto, ma anche i rami stavano creando problemi alla cupola della chiesa. E forse qualche rischio c’era. Quello però che i ponzesi, ormai affezionati a quell’albero, si stanno chiedendo in questi giorni è se non sia stata una scelta drastica. «Non si poteva forse procedere con un’opera di potatura?». Dubbi che hanno portato a sollevare qualche polemica.

    • Giovanni Conte di Silvano

      23 Novembre 2021 at 07:17

      A parte che il problema è noto da circa tre anni, ripeto prima di dare notizie sensazionali bisogna informarsi… la notizia è stata data incompleta. Informandosi bene si poteva e si può fare una informazione precisa in modo da cancellare ogni dubbio

  5. Alessandro Romano

    23 Novembre 2021 at 13:25

    Quando si prendono decisioni così drastiche su beni di alto interesse paesaggistico, storico e naturale per i quali la maggioranza dei cittadini nutre un rilevante affetto, occorre dare spiegazioni plausibili e chiare senza fare gli enigmatici, e prima, non dopo aver operato certi scempi.

  6. Enzo Di Fazio

    23 Novembre 2021 at 14:42

    Giovanni per ben due volte è intervenuto nella discussione lasciando intendere di essere bene informato sulle ragioni che giustificano l’abbattimento dell’albero. La cosa non può che farci piacere. Ma a questo punto visto il disorientamento di tanta gente e la difficoltà di acquisire, da parte nostra e non solo, le corrette notizie al riguardo, che sia lui a passarci le giuste informazioni. Raggiungeremo così due obiettivi: quello di conoscere la verità e quello di porre fine alle defaticanti chiacchiere di questi giorni.

  7. Giovanni Conte di Silvano

    23 Novembre 2021 at 16:14

    Vandalismo, scempio, io dico esagerazione nei termini, è vero sono informato perché partecipo alla vita della parrocchia e dico che non si è svegliato qualcuno una mattina e ha pensato di tagliare l’albero, forse non sono stato chiaro ma la faccenda è di dominio pubblico da più di tre anni, io so ma non sono delegato a parlare, ho solo tentato di chiarire a qualcuno che ha scritto, di andare direttamente alla fonte a chiedere informazioni, mi fermo qua, un saluto a tutti in particolare a Sandro Romano

  8. Pasquale

    24 Novembre 2021 at 19:27

    Scusate tutti
    Ma questo è veramente uno “ strano” Paese! Dice di essere all’avanguardia ma poi per certi metodi è ancora ancorato all’alto Medioevo quando i lupi entravano nelle capanne dette case (in latino: capanna).
    Ecco un esempio di “ belle parole”! Si parla e si chiacchiera di comunità. Si dice che alcune decisioni vanno prese dopo aver ascoltato i pareri di chi nell’isola ci abita. Invece, come al solito, le decisioni le prendono solo alcuni, solo alcuni sanno. Essi a cose avvenute cercano mille giustificazioni. Chiedo pertanto: è stato dato ampio – sottolineo ampio – spazio all’evento prima che questo accadesse?
    Come quando si fa propaganda elettorale e ci si intrufola in ogni casa e per ogni dove, si va in giro con altisonanti altoparlanti, chiedo: prima dello scempio è stato ampio risalto all’eventualità del taglio? Si è discusso? Non lo so. Chi e dove si è discusso? Questo vorrei leggere per capire…!
    Intendo: non è un “vezzo” solo dell’Isola, purtroppo. Oltretutto chi meglio di voi che accogliete i turisti lo dovrebbe sapere? All’avventore non sottoponete prima il menù in modo che lui possa scegliere oppure gli fate ingozzare a forza ciò che vi pare senza possibilità di scelta? Perché non fate lo stesso tra voi?
    Non sono addentro alle cose e chiedo venia se sbaglio.

  9. Luigi Maria Dies

    25 Novembre 2021 at 09:16

    Più che parlare vorrei sapere. Parlo da disinformato e secondo il mio intuito è sensibilità. Vorrei invece elementi per poter approvare o criticare. E la stessa sensazione di quando andiamo a votare. Chi conduce il gioco ci vuole così. Sappiate che di tutto cio che lamentiamo di subire, siamo noi i primi responsabili. In relazione alla vicenda “albero della chiesa”, o alberi in genere, vi posso dire che sento e penso tutte le cose che sono fin qui state dette sia pro che contro. Ho però una sensazione in più, forse, rispetto ad altri, mi sento orfano. Sicuramente l’altra pianta seguirà lo stesso destino. Orfano esattamente come quando perdi i genitori. E lo posso dire perché in quel giardino ci sono nato. Viviamo la vita considerando i nostri genitori inossidabili, quasi immortali e poi quando ci vengono a mancare ci accorgiamo di aver fatto poco o quasi niente per loro.
    Ora io vorrei dire, senza voler criticare nessuno, il mio pensiero relativamente a quanto accaduto.
    Intanto, (ribadisco la mia ignoranza) non avrei mai tagliato la pianta. (credo siano protette e in via di estinzione. Correggetemi) Ora, visto che chi è informato sulle cause e gli sviluppi dell’evento in ogni modo non dice nulla, credo che intuitivanente mi sento di affermare che questa pianta comunque stava morendo o in ogni caso era destinata a morire. Le piante iniziano a morire quando sentono che intorno a loro non c’è più nessuno che le ami. Non credo che potesse fare alla chiesa più danni di quanti ne hanno fatto anni e anni di abbandono.
    Nessuno dice se siano stati interpellati esperti e rappresentanti autorevoli del popolo che potessero avere motivo di tutelare un bene della parrocchia e quindi della comunità.
    Una pianta del genere è un simbolo e un monumento per chi si raccoglie alla sua ombra. Avrebbe compiuto cento anni l’anno prossimo. Ma già li aveva, visto che sicuramente non sono stati piantati i semi. La gemella seguirà sicuramente la stessa sorte, visto che è comunque molto più vicina alla sacrestia, (non alla gabbietta per polli che a quanto sembra è solo appoggiata sul terreno, senza fondamenta).
    Queste piante non si potano, o comunque non si massacrano spogliandole. Leggendo da disinformato mi è sembrato di capire che non temono neanche gli uragani. Hanno radici che a distantza di 4/5 m non danno problemi. Poi ci sarebbe da analizzare l’acidita del terreno. (dove comunque e riuscita a vivere 100* anni. Inoltre credo che non sarebbe quasi sicuramente cresciuta oltre quell’altezza.
    Sorte migliore non avrà quella che è rimasta che è stata spogliata fino a farla somigliare alla scopa della befana. Non mi dilungo oltre in tante altre considerazioni personali. Ora, se un danno è stato fatto, dovrebbe prendere vita un’idea per indirizzare questo evento verso un finale positivo.
    Questa positivo potrebbe essere che altre due piante simili, casomai messe in vasi dove non hanno uno sviluppo così imponente, fossero poste in sostituzione delle due che “ci hanno lasciato”.
    Comunque, chi sa, e non per sentito dire, faccia sentire queste verità mancanti.

  10. vincenzo

    25 Novembre 2021 at 09:27

    Giovanni dice che era informato “perché partecipa costantemente e passione alla vita della parrocchia”.
    Quindi i frequentatori più assidui dovrebbero sapere perché è stato scelto di tagliare l’albero.
    L’albero era pericoloso per l’incolumità delle persone e delle cose?
    Giovanni dovrebbero sapere quale è stata la procedura per arrivare a fare una scelta consapevole. Consapevole, per esempio che quello era comunque un albero secolare e che rientrava da tempo nell’arredamento armonico della chiesa. Il sacrificio del taglio era necessario, indispensabile, vitale?
    L’amministrazione, i vigili sono stati attivati per giungere alla decisione finale? Sono stati coinvolti esperti botanici?
    Nell’attesa che il Parroco, il Sindaco, comunque uno delle istituzioni locali chiarisca la faccenda, può senz’altro il nostro amico Giovanni – che è entrato a pieno diritto nella discussione – a chiarire i vari dubbi fin qui evidenziati.

  11. Luigi Maria Dies

    25 Novembre 2021 at 10:47

    Giovanni Conte, ciao Giovanni, forse più che dare le risposte dopo, sarebbe stato meglio mettere al corrente prima. Sia perché non si sarebbe sollevato il vespaio, sia perché ne poteva scaturire qualche idea e soluzione diversa. Chiaramente c’è anche la distrazione prima, di chi parla dopo.

  12. Giovanni Conte di Silvano

    25 Novembre 2021 at 13:28

    Più e più volte quest’estate Don Ramon ha detto e spiegato durante le messe della situazione, ripeto per l’ennesima e ultima volta che la faccenda alberi è nota da più di tre anni a chi frequenta assiduamente la parrocchia, bene ha fatto la redazione a scrivere la lettera aperta a chi di dovere, io preciso ancora una volta che rispettando il pensiero e le opinioni di tutti, prima di scrivere bisognava andare da chi di dovere e chiedere spiegazioni per giusta completezza di informazioni, con questo ho finito, un saluto affettuoso a tutti

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