Ischia

Draghi, il PNRR e i Sindaci

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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Casamicciola, un modello di Ricostruzione con un Piano Urbanistico Generale

Draghi, il PNRR e i Sindaci

“Il successo del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza ( PNRR) è nelle vostre mani come in quelle di tutti”
. Lo ha detto con fermezza il Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Mario Draghi, all’assemblea generale dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI) alla quale aderiscono circa 8mila Comuni d’Italia tenutasi nei giorni scorsi a Parma.

La scelta della Città di Parma per una assemblea plenaria dei Comuni è molto significativa perché Parma può essere indicata come “modello virtuoso” dell’autonomia municipale per efficienza dei servizi, per vivibilità e per governo del territorio. Ho conosciuto Parma nello stand del Forum della Pubblica Amministrazione a Roma nel 1998 e ne sono rimasto affascinato. Si trovavano in perfetta linea con il rinnovamento e l’efficienza della Pubblica Amministrazione.
Tutti i Comuni dovrebbero essere come quello di Parma. Il dislivello economico e sociale tra il Nord ed il Sud si vede ad occhio nudo nell’offerta dei servizi al cittadino e nella vivibilità. Il mondo è civile o meno a seconda del posto in cui vivi.

 

I sindaco e gli amministratori comunali hanno chiesto al Governo soprattutto i “tecnici” necessari per la progettazione e l’attuazione dei “progetti esecutivi”. Ci vuole il personale preparato e capace. Solo chi ha vissuto la Pubblica Amministrazione da dentro – con sincero impegno – ne capisce l’importanza.
Nel 1991 alla Provincia di Napoli non trovai un “tecnico” che sapesse scrivere un “accordo di programma” con il Comune di Lacco Ameno per la gestione del “Centro Museale di Villa Arbusto”. Non si fece mai.

Draghi ha annunciato che il Governo metterà a disposizione dei Comuni “almeno 1000 esperti per aiutare ad attuare il Piano.
Verranno distribuiti nelle varie aree del Paese per semplificare i processi e rafforzare la capacità progettuale delle amministrazioni comunali. Ci saranno incontri del Governo con gli enti locali nelle prossime settimane in molte città d’ Italia”. Per Napoli l’incontro è fissato per lunedì 29 novembre.

L’alluvione e le grida: fate presto
C’è una alluvione di notizie, commenti, appelli, sul PNRR che destina 209 miliardi di euro per il Rilancio dell’Economia italiana da spendersi in sei anni. Ci sono appelli continui di studiosi, meridionalisti soprattutto, fino alla preghiera alle classi politiche delle Regioni e dei Comuni a non perdere questa occasione, a non disperdere in mille rivoli i finanziamenti europei, a non rimanere indietro perché questa è l’ultima occasione per una sterzata decisiva non solo in economia ma in politica.

I fondi europei devono essere impiegati soprattutto in infrastrutture e servizi al cittadino e devono essere capaci di determinare sviluppo ed occupazione soprattutto giovanile. Occorrono tecnici “interdisciplinari”.

Se gli studiosi fanno questi continui appelli, gli amministratori più sensibili – come quelli dell’ANCI – chiedono al Governo di potenziare il personale perché i Comuni non hanno “risorse umane” per fare questi progetti. È un punto esiziale. Ma se occorrono “ tecnici” (che sappiano scrivere le carte, perché costruire un atto amministrativo in un mare di leggi, leggine, regolamenti, non è facile, così come non è facile disegnare un progetto tenendo conto dell’impatto ambientale economico e sociale), dall’altro occorrono idee e passione civile di una Comunità.
Insomma il ritorno alla ragione stessa della Politica. Un richiamo alla massima di Max Weber (1864-1920): “In Politica il “possibile” si raggiunge solo se si punta all’impossibile”.

Casamicciola e il Piano “generale”
Fino ad oggi nessun sindaco della Campania – a cominciare da quello di Napoli – ha predisposto un “progetto esecutivo” per l’utilizzazione dei fondi del PNRR.
I “piani strategici” – a cominciare da quello propagandato dall’ex-sindaco metropolitano De Magistris – sono inesistenti e non producono effetti. È solo fumo senza arrosto. I Piani di sviluppo sono tali se sono “urbanistici” e se sono “Generali”. Il termine “Generale” significa che uno strumento deve interessare non solo gli aspetti di “fabbricazione” – nuova o vecchia – ma deve riguardare tutto il contesto economico, sociale, civile di una località.

Il caso di Casamicciola – colpita il 21 agosto 2017 dal tredicesimo terremoto in sette secoli mentre era stata colpita dalla seconda alluvione mortale il 9 novembre 2009 in cento anni – può essere un “laboratorio urbanistico generale per il XXI secolo” non solo per l’isola d’Ischia ma per tutto il Mezzogiorno d’Italia. Si tratta di ridefinire una cittadina di 6-8mila abitanti con particolare e quasi uniche caratteristiche geografiche, geologiche, economiche. Poco più di 6 Km2 – più i 2 Km2 di Lacco Ameno – sono interessati ai rischi sismici, idrogeologici, vulcanici e sono densamente abitati in modo disordinato e pericoloso.

Ma questo piccolo luogo è anche un “Laboratorio Istituzionale”. È oggi un esempio nazionale di disastro della Pubblica Amministrazione che manifesta la sua inefficienza.
Vi sono almeno tre “autorità”: il sindaco ed il Comune, il Presidente e la struttura della Regione Campania, il Governo con un Commissario che risiede a Napoli.
Da quattro anni dal terremoto non c’è un “Piano Urbanistico Generale” e nessuno lo sa fare o lo vuole fare. Non c’è un “progetto esecutivo”.
La Grande Idea del Parco Naturalistico e Scientifico nell’area dei terremoti – il Majo, la Rita, il Fango – non viene discussa. È qui il “progetto esecutivo”. L’area a mitigazione sismica cosiddetta del Pio Monte della Misericordia non viene considerata per la “ricostruzione” e vista come “investimento privato” di un ente senza fini di lucro.
Ma è qui il “progetto esecutivo” della prima tappa della “ricostruzione” e della “riqualificazione ambientale”. Il dibattito contenutistico della Politica si deve aprire sugli investimenti “pubblici” e gli enti “strumentali” come Invitalia devono produrre “investimenti” non “consulenze” più o meno anonime.

È un caos dal quale uscire. Perché le “sceriffate” prima o poi finiscono per stancare ma producono drammi umani che ricadranno sulle generazioni giovanili che cercheranno nuovi lidi per la loro vita, per i lori sogni.

Casamicciola Terme. Area pedonale del centro storico

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