di Antonio Capone
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Il giorno 31 ottobre 2021 presso la chiesa di San Francesco D’Assisi a Gaeta si è celebrata l’ordinazione presbiteriale di Don Riccardo Spignesi.
La cerimonia è stata davvero coinvolgente, con la chiesa piena di fedeli giunti da tutta la diocesi.
L’ordinazione sacerdotale è un rito molto particolare che per certi versi ricorda un matrimonio, in questo caso un matrimonio tra un uomo e la Chiesa, tra un uomo e Dio.
Si inserisce nel cuore di una tradizione-celebrazione: all’inizio il candidato è seduto davanti alla prima panca, vicino ai genitori, in una posizione intermedia tra i fedeli e l’altare, proprio a simboleggiare lo stato diaconale. Per l’occasione erano presenti, oltre ovviamente all’Arcivescovo Luigi Vari, moltissimi sacerdoti di tutta la diocesi di Gaeta tra cui ho riconosciuto Don Ramon, Don Andrea e, venuto appositamente dall’America, Don Silverio Di Fazio.
La liturgia dell’ordinazione inizia con la “presentazione ed elezione” in cui il diacono presenta al vescovo e all’assemblea il candidato. Interviene il Rettore del Seminario di Anagni (presso cui ha frequentato Riccardo) che riferisce all’arcivescovo le motivazioni per cui il candidato è degno di diventare presbitero. Tra le tante qualità e attestazioni di stima Riccardo è stato definito “gioviale”, forse non è il suo pregio più importante ma personalmente è il termine che maggiormente lo rappresenta in quanto lo conosco fin da bambino per via della nostra parentela e di lui ho sempre apprezzato la serenità, la positività e che ha sempre un sorriso e una buona parola per tutti.
Successivamente si passa agli “impegni dell’eletto” dove l’Arcivescovo interroga Riccardo il quale si impegna a obbedirgli e a collaborare con lui e con i presbiteri nel servizio del popolo cristiano.
Si passa quindi alle “litanie dei santi” e successivamente al momento culminante dell’ordinazione ovvero l’”imposizione delle mani e preghiera di Ordinazione” in cui viene comunicato il dono dello Spirito Santo, l’impressione del carattere e l’abilitazione per compiere gli uffici propri dell’Ordine. L’Arcivescovo recita la preghiera di Ordinazione e impone le mani sul capo di Riccardo. Alla fine della preghiera il gesto è ripetuto da tutti i sacerdoti presenti che sfilano uno dopo l’altro.
A questo punto Don Riccardo è presbitero, viene perciò vestito degli abiti liturgici propri del suo grado: la stola che sarà ora pendente sul davanti e la casula, che lo uniforma ai sacerdoti e lo qualifica nel suo servizio di ministro di Cristo.
Successivamente avviene “l’unzione crismale” che esprime la conformità a Cristo.
L’Arcivescovo unge con il Crisma le palme delle mani del neo-ordinato inginocchiato davanti a lui. In simbolo di unione avvolge le mani in un panno che poi Don Riccardo si fa sciogliere dalla madre.
Personalmente questo è stato il momento che ho trovato più emozionante perché poi lui ha posato le palme unte sul viso della madre, del padre e della nonna.
L’Arcivescovo consegna all’ordinato, inginocchiato davanti a lui, il pane e il calice che saranno consacrati nell’eucaristia alla quale parteciperà per la prima volta Don Riccardo nel nuovo ruolo di presbitero.
La liturgia dell’ordinazione si conclude con “l’abbraccio di pace” in cui il nuovo presbitero scambia un abbraccio con l’Arcivescovo e tutti gli altri sacerdoti presenti, per significare l’entrata a far parte della famiglia della Chiesa.
É stato un onore e un piacere partecipare alla cerimonia che appartiene a quegli eventi che capitano raramente in una vita soprattutto quando riguardano una persona che appartiene alla sfera famigliare.
Concludo augurando a tutti di raggiungere la serenità interiore che ho percepito in Don Riccardo ovvero una profonda tranquillità e una felicità scaturita dalla fiducia di compiere una scelta convinta, la scelta di dedicare la propria vita a Dio e agli altri.