Antropologia

Messa solenne per don Riccardo

di Francesco  De Luca

Sabato ho assistito alla prima messa da sacerdote di don Riccardo Spignesi sul suolo di Ponza, nella chiesa al Porto. Messa solenne, la chiesa, piena.

 

La mia curiosità era diretta a costatare se nelle parole rivolte alla gente don Riccardo avrebbe detto qualcosa di più fondato di quanto detto nella cerimonia dell’ordinazione a Gaeta il 31 ottobre. Ho seguito la cerimonia via internet ( Radio Civita ) e lì don Riccardo mi è parso molto ingessato e legato stretto al cerimoniale.

Non vorrei passare per un critico mefitico e perciò chiarisco: mi aspettavo una dichiarazione di intenti, l’esplicitazione di un suo programma di vita sacerdotale.

Ho sbagliato io… lo ammetto, perché pretendevo di ascoltare quello che era nelle mie aspettative.

E ho continuato a sbagliare anche sabato perché, seguendo le mie fisime, con la stessa mente sono andato ad ascoltarlo a Ponza. Ho pensato… lontano dal Vescovo, dai cerimoniali curiali… insomma in famiglia si sarebbe lasciato a considerazioni più colloquiali. Ho sbagliato, perché l’aspettativa non aveva alcun fondamento se non nella mia pretesa. Mentre, al contrario, don Riccardo deve essere lasciato libero da pressioni e di seguire il suo cammino. Questo, oltre che il mio augurio, deve essere l’atteggiamento da tenere noi Ponzesi ( me compreso ) nei suoi confronti.
L’età mi offre l’opportunità di aver conosciuto tanti preti (prete =  deformazione linguistica di  presbìtero). Dotti alcuni, popolari altri, conformisti, opportunisti. Quello che più ammiro e tengo caro nel ricordo è don Gennarino Avellino. Lo conobbi seminarista che praticava la parrocchia del Porto, giovane sacerdote, apprezzato parroco a Gaeta. Sempre sorridente, buono, dalla parte della gente (non dei fedeli). Non ha lasciato niente ai suoi e a noi ha donato carità.

Perché scrivo questo? Per rassicurare don Riccardo che fra i suoi concittadini e fra i suoi confratelli può trovare esempi cui ispirare la sua opera pastorale. Ubi caritas et amor, Deus ibi est.

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