Ambiente e Natura

Di guardiani e di fari

segnalato dalla Redazione

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da “Venerdì di Repubblica” del 5 ottobre 2021

Uno sguardo dal mare. A fari spenti

Sono 147. Ma soltanto 45, fa sapere la Marina, presidiati.
E di assumere nuovi guardiani non se ne parla proprio. Così molti edifici sono in abbandono. Altri diventeranno alberghi di lusso.

di Francesco Consiglio

A picco sul mare, sferzato dai venti a illuminare la rotta: l’antico mestiere del guardiano del faro, guida per la navigazione, sta cadendo in disuso.
Con 8 mila chilometri di coste, isole e golfi, in Italia si contano oggi ben 860 “ausili per la navigazione”, servizio affidato dal 1911 alla Marina Militare: 147 fari e 713 fanali (comprese mede e boe), ma quelli presidiati sono sempre meno, soltanto 45 secondo il sito della Marina. E il numero è destinato a calare. Il problema è che i faristi invecchiano e vanno in pensione, e non vengono sostituiti: dal 1994 non sono più banditi concorsi pubblici. Da allora si è supplito con concorsi interni all’amministrazione per il personale civile della Difesa.
A Ponza, per esempio, i quattro fari sono tutti sguarniti da quando a inizio 2021 Silverio Montella, l’ultimo guardiano di Rotonda Madonna, è andato in pensione. Mentre da anni il pittoresco faro Faraglione della Guardia è stato abbandonato e depredato. Era 1955 quando il guardiano Filippo Vitiello di Biagio e il cugino Filippo salvarono due persone che erano a bordo di un’imbarcazione in avaria, con tanto di elogio della Marina (“Adoperandosi con ardimento, nonostante le avverse condizioni meteorologiche”).

Una storia che testimonia l’utilità e il fascino di un antico mestiere che sta scomparendo, sconfitto dai sistemi automatici di segnalazione a comando remoto. Il faro mantiene però un’importanza per l’identità del luogo e per la sicurezza dei marinai locali, che non sempre hanno i più moderni sistemi di navigazione.
A Procida, invece, da anni il Faro di Punta Pioppeto, automatizzato e senza presidio, era caduto in rovina. Ma, a ottobre, in occasione di “Procida Capitale italiana della Cultura 2022”, è passato nelle mani del Comune, che lo restaurerà per ospitare eventi di educazione ambientale.
Una via d’uscita al loro abbandono è anche il progetto “Valore Paese Italia Fari”, che dal 2015 ha lo scopo di affidare ai privati (fino a 50 anni di durata) le strutture costiere, per valorizzarle in chiave turistico-ricettiva.
Le lanterne automatizzate mantengono così la loro funzione originale, che rimane in capo alla Marina Militare ma, pur con severi vincoli di tutela, trovano nuove destinazioni d’uso come ristoranti o hotel di lusso.

 

L’articolo in formato .pdf  Pagina 36 da Venerdì di Repubblica del 5.10.2021

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