Ambiente e Natura

L’autunno di Cardarelli, in ritardo

Segnalato alla redazione

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Seppur per qualche giorno fuori tempo massimo, pubblichiamo volentieri questa bella poesia di Vincenzo Cardarelli (1887–1959, nato a Tarquinia) segnalataci da una lettrice, nelle corde di qualche poeta nostrano “di una certa età”.

Ottobre
di Vincenzo Cardarelli

Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all’autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.

Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest’aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulla vigne saccheggiate.

Sole d’autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell’anima.

Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t’inoltri
e sei lì per spirare.

E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch’è tutta una dolcissima agonia.

[Da Poesie, in Opere complete, Milano, Mondadori, 1962]

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