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Poi ci sono andato martedì scorso, malgrado la pioggia (e il traffico romano dei giorni di pioggia) alla presentazione del fotografo Steve McCurry. Ho doverosamente comprato il suo libro fotografico e seguito l’intervista condotta allo stesso giornalista di Repubblica, Michele Smargiassi il cui articolo è riportato nella segnalazione di qualche giorno fa (leggi qui).
Riporto qui in ordine sparso, in un montaggio impressionista, momenti dell’incontro, foto di McCurry e brani ripresi dal libro. E un video che lascia il segno.
Un momento della presentazione. Sul palco Michele Smargiassi, Steve Mc Curry e il traduttore Paolo Maria Noseda. Sullo schermo retrostante scorrono le foto. Nella prima una foto di Steve da bambino: “Sono state le uniche armi che ho mai posseduto” – dice
Dichiarazione dell’Autore
di Steve McCurry
Ho avuto il grande privilegio di fotografare i bambini di tutto il mondo e ora che ho una figlia anch’io apprezzo ancora di più la loro energia, la loro curiosità, le loro potenzialità.
Nonostante il contesto difficile in cui molti di loro nascono, i bimbi hanno la capacità di giocare, sorridere, ridere e condividere piccoli momenti di gioia. C’è sempre la speranza che un bambino possa crescere e cambiare il mondo.
Spero che le immagini contenute in questo libro aiutino tutti noi a raddoppiare gli sforzi per dimostrare compassione, rispetto e amore nei confronti dei bambini delle nostre comunità e del mondo intero. Come disse Dietrich Bonhoeffer,”il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini”.
[Dal libro]
Ci sono nel libro molte foto di bambini che giocano e anche di bambini a scuola. Questa la foto di copertina
Dichiarazione del padre di Malala [la ragazza pakistana, nata nel 1997: la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace (2014)]
Imparare a volare
di Ziauddin Yousafzai
C’è della bellezza nel modo in cui i bambini giocano, e nel modo in cui imparano. Nonostante le scarse risorse a loro disposizione, si divertono saltando, correndo, nuotando, mostrando sempre curiosità, felicità, adattabilità, resilienza. La loro capacità di trovare gioia anche nelle circostanze più difficili ha del miracoloso e si rivela perfino in situazioni di conflitto e povertà. Come tutti i pulcini, non sanno ancora volare, ma l’istinto c’è. I piccoli osservano la mamma che li tiene al sicuro, consolidando ogni giorno la loro attitudine al volo, e così diventano più forti, finché un giorno le lezioni materne si uniscono all’energia delle giovani ali e gli uccellini spiccano il volo. Diventano grandi. Nel caso dei bambini, è l’istruzione a fornire le ali che permettono loro di alzarsi in volo e di cantare. Senza questa, rimangono silenziosi, inascoltati, inchiodati a terra. L’istruzione offre ai più piccoli la possibilità di far sentire la propria voce, e coinvolge non solo la mente, ma anche l’anima e il cuore. Insegna il rispetto, la tolleranza, l’accettazione dell’altro. Protegge dall’estremismo, dalla misoginia e dal razzismo, e stimola i bambini a volare più in alto di quanto i loro genitori potrebbero immaginare.
Da bambino cresciuto in una società patriarcale, ho ricevuto il meglio del poco che c’era a disposizione, mentre le mie sorelle hanno dovuto farne a meno. Oggi Malala, mia figlia, ha una voce più forte e più potente dei fucili che hanno tentato di farla tacere. Ed è stata l’istruzione a far sì che ciò accadesse.
Gli scatti memorabili di Steve McCurry catturano magistralmente il cuore, l’anima e l’umanità dei bimbi, fino agli angoli più remoti del nostro pianeta. La sua arte diventa una sorta di meditazione, intensa e indimenticabile.
Una fotografia che mi tocca profondamente è quella in cui McCurry immortala un’insegnante e un gruppo di bambine in una baracca di fango in Pakistan, il mio Paese d’origine. La lavagna è appoggiata contro un palo di legno e non c’è elettricità, a parte la passione elettrizzante della maestra e gli occhi accesi delle allieve, ansiose di assorbire i suoi insegnamenti. Stanno imparando a volare.
Aprile 2021
Terza dichiarazione contenuta nel libro
L’infanzia: una speranza per l’umanità
di Owen Edwards (critico d’arte)
L’eterna resilienza dei bambini è una presenza vivida negli scatti di Steve McCurry. Egli ha catturato il desiderio e la capacità di trovare gioia anche nelle condizioni più difficili. Il gioco come necessità si manifesta in innumerevoli modi, come nella foto dei bambini che si arrampicano sul carro armato arrugginito, trasformando uno strumento di morte in una fonte di divertimento. Questi bimbi non sono mossi né da un’ideologia né da una filosofia: stanno semplicemente convertendo una terribile arma in un giocattolo, con quell’alchimia diffusa nell’infanzia che tuttavia molti di noi perdono una volta entrati nell’adolescenza.
La narrazione è un’abilità difficile nella fotografia, poiché la macchina fotografica frantuma la vita in tante schegge istantanee mostrando solo una frazione dell’insieme.
McCurry ha sempre dimostrato una straordinaria capacità narrativa e questi scatti, che ritraggono i bambini di tutto il mondo, sono un esempio lampante delle sue doti. Ogni sua immagine è il capitolo di una storia epica.
Nei numerosi Paesi che ha visitato, i bambini spesso nascono in circostanze, luoghi e situazioni difficili, se non addirittura catastrofici, dove rintracciare un briciolo di ottimismo può risultare una vera e propria impresa. In alcune fotografie la tensione e la preoccupazione che si leggono sui volti dei bambini sono davvero angoscianti: per esempio, il ritratto di famiglia di una bimba seduta accanto a suo padre viene stravolto dalla presenza di un kalashnikov sul tavolo davanti a loro, e un ragazzino troppo giovane per essere un soldato porta a tracolla una bandoliera piena di munizioni. Ma altrove vediamo anche un padre e i suoi tre bambini che cavalcano divertiti un asino paziente, sei ragazzini che si tuffano gioiosamente in un fiume e un bambino birmano con il costume da Superman che flette le braccia per vantarsi dei suoi bicipiti non ancora d’acciaio. La visione dell’infanzia di McCurry è variegata e diversificata, come i bambini di tutto il mondo.
Ma, a prescindere da dove punta il suo obiettivo, il filo conduttore è questo: finché ci sono bambini c’è speranza. McCurry usa la sua macchina fotografica non per fornire una vivida testimonianza di chi sono e dove si trovano, ma con il desiderio di evocare speranza per l’umanità.
Foto di Steve McCurry (Da Animals; 1992)
Il fotografo fotografato – “If you wait, people will forget your camera and the soul will drift up into view” –
“Se sai aspettare, le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e il loro animo più profondo si mostrerà” (Steve McCurry)
Incendi. Steve McCurry per National Geographic sull’Aspromonte. Agosto 2021
Il discorso del dinosauro all’Onu: “Se non volete estinguervi agite ora”
L’UNDP, United Nations Development Programme, ha lanciato nei suoi canali social un video e un sito per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la necessità di una immediata inversione di rotta sulle politiche economiche ed ambientali delle grandi potenze economiche mondiali. Preparato con grande intelligenza il video mostra un tirannosauro che irrompe nella sede dell’ONU, e tra la paura e lo sconcerto dei delegati va al microfono e arringa gli astanti. La frase più incisiva: – Ogni anno i vostri governi spendono centinaia di miliardi di denaro in fondi pubblici per finanziare combustibili fossili. Noi abbiamo avuto un meteorite; voi che scusa avete? Immaginatevi se noi avessimo speso centinaia di miliardi l’anno per sovvenzionare meteoriti giganti: questo è quello che state facendo voi in questo momento.
Poi parla della povertà e mostra delle foto di bambini
In qualità di esperto in estinzione dice: Non scegliete l’estinzione… Salvate la vostra specie prima che sia troppo tardi.
Didascalia della prima foto di questa pagina: Sharbat Gula (la ragazza della foto sul National Geographic) e Steve-McCurry. Il fotografo è nato a Philadelphia nel 1950
[Le foto di Steve McCurry mostrano un (altro) mondo (1) – Continua qui]