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L’ordinazione sacerdotale di Riccardo Spignesi

di Francesco De Luca

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Sacerdote è parola derivata dal latino sacer ovvero sacro. Perché lui (il sacerdote), a differenza dei comuni mortali, intreccia la sua opera con ciò che è sacro. Sacro, ossia ciò che è totalmente diverso, totalmente altro dall’umano.

La religione cattolica ha una predilezione per ciò che è sacro. Distingue oggetti, luoghi, funzioni, riti, tutti connotati come sacri. Per avere accesso ad essi occorre un percorso di iniziazione.
Il sacerdote, infatti, a differenza degli uomini comuni può avere dimestichezza col sacro, lo può gestire, manipolare, indirizzare.

Per raggiungere quel grado di elevazione il sacerdote deve essere ordinato tale, ovvero deve ricevere da un superiore (per qualità religiose), da un episcopus (vescovo) un carisma: l’ordinazione appunto.
Riccardo Spignesi riceverà l’ordinazione sacerdotale il 1° novembre nella
chiesa di San Giovanni a Formia dall’arcivescovo di Gaeta S.E. mons. Luigi Vari.

L’evento lo sottolineo per questa ragione: perché è dalla comunità ponzese (Riccardo è di Ponza) che si stacca per sua scelta un giovane che intende mettere la sua vita al servizio degli altri.

Si potrebbe obiettare che ci sono altre professioni che perseguono fini sociali: il medico, ad esempio, l’insegnante e altri. La somiglianza non coincide. Il medico, l’insegnante sono professioni che mirano a ricavare un onorario. Il sacerdozio no. Qui c’è la dedizione totale al bene degli altri (cattolici e no) senza un esplicito tornaconto. Il mandato sacerdotale esige una ‘chiamata’, e questa non mira né allo stipendio, né ad una rendita. Nella sua accezione genuina la scelta del sacerdozio è opposta alle aspettative umane. L’unico interesse è gratificare il proprio spirito altruistico.

E se, nel volgere dei millenni, questo spirito ha subito mutamenti tanto sconvolgenti da tendere al più umano degli intendimenti (guadagno), il nucleo essenziale di quella scelta rimane come una gemma . Offuscata da pratiche di bassa lega, da vizi, da privilegi, da faccende utilitaristiche che hanno visto collusi anche il clero. Offuscata ma non negata.

Non si chiede al sacerdote il perché della sua scelta, non ci sono motivi razionali. C’è la passione verso il bene degli altri, c’è la tensione a vedere nell’altro non l’Io ma Dio.
Per questo motivo sono contento che Riccardo sia sacerdote. E per questo motivo divulgo l’evento della sua ordinazione.
Gli auguro che trovi realizzazione la sua ricerca di Dio.

A corredo comunico che alle ore 18,00 del 1° novembre don Riccardo Spignesi celebrerà la sua prima messa a Ponza nella chiesa dei SS. Silverio e Domitilla.

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