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Il profitto… per nulla sconosciuto

di Francesco De Luca
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Mi collego all’articolo precedente – Le recenti elezioni e Ponza [2] – dove ho scritto sulla propensione istintiva di noi ponzesi ad aspirare al profitto.

Qualche amico mi ha fatto notare che ne parlo in modo non lusinghiero. Ritorno perciò sull’argomento per chiarire che non ho alcuna prevenzione sul profitto.
È un’aspirazione naturale dell’uomo tendervi, perché gli rassicura l’esistenza, lo posiziona nella condizione sociale e gli dà sicurezza.
Il profitto è sacrosanto oserei dire. Proprio in funzione della stabilità che offre all’individuo, alla famiglia, alla comunità. È un fine strumentale allo ‘star bene’.
Diventa un ‘problema’ quando sbarazza l’animo da ogni concorrente e si insedia come fine assoluto dell’esistenza.

La tensione al profitto è moralmente salutare. E, ove sia inserito nelle costituzioni socio-politiche, è eticamente approvato.
Ma se la ricerca del profitto si persegue a danno dell’altro, questo non è moralmente accettabile. Così come, se il profitto si insegue a danno di altre società, ciò non è eticamente corretto.
Altra limitazione al suo perseguimento si ha se la tensione al profitto mina l’integrità del territorio. La salute dell’ecosistema non può essere assoggettata al bene particolare né del singolo individuo né della singola nazione.

Sono questi i criteri che utilizzo per giudicare il profitto; e sono poi quelli in uso oggi contro i populismi e le ideologie.

Il profitto, quando segue strade legali, etiche, tende a distribuirsi fra tutti i membri della società. Non in modo eguale, ma plasmato secondo funzioni e responsabilità.

Sto volutamente tenendomi lontano da termini come capitalismo, comunismo, liberalismo. Fanno parte del passato, e hanno determinato divisioni, incomprensioni, disastri (sociali e politici), a danno di un territorio (la Terra) che è unico, che subisce le decisioni degli uomini, e con indifferenza procede per la sua strada.
È la cultura (conoscenza) che deve adattarsi alla natura. L’uomo è figlio non voluto della natura. Nell’evento-vita l’uomo è inserito per puro caso. Occorre progettarne consapevolmente il percorso se non si vuole diventare da figlio-non-voluto, un aborto.

Mi si perdoni il tono profetico. La scienza ormai ha visto franto il suo messaggio razionale. I media sono invasati da slogan di facile effetto e influenzano le decisioni politiche. Che sono inadeguate e miopi.
Anche a Ponza c’è questo rischio e avvertire del pericolo è un dovere sociale.