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La questione “Rifugio dei Naviganti”

Riceviamo da Piero Vigorelli con richiesta di pubblicazione

 

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Il Rifugio dei Naviganti è in pessime acque. La maggioranza si spacca e noi avevamo ragione

di Francesco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli

 

E’ tutto molto chiaro. Finalmente.

Per l’attività “Rifugio dei Naviganti” le cose si mettono male, proprio male.

Adesso si capisce perché da nove mesi il sindaco Ferraiuolo si rifiuta di discutere in Consiglio Comunale il destino dell’attività “Rifugio dei Naviganti”.

Lo è per il semplice motivo che anche nella sua maggioranza si contesta l’oscenità di un’intesa che il sindaco vorrebbe stipulare con quell’attività commerciale.

Quindi non eravamo solo noi, – i brutti e cattivi dell’opposizione -, a chiedere da anni, per il Rifugio, chiarezza, trasparenza, rispetto delle leggi, buona amministrazione, difesa del patrimonio comunale.

Il “Rifugio dei Naviganti”, ora guidato da Mariettino junior, non può e non deve essere il ricco beneficiario di un’intesa vergognosa da ogni punto di vista, – legale, amministrativo e di buon senso comune.

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IL FUOCO AMICO

Dopo le nostre prime denunce pubbliche e un’interrogazione presentata il 28 gennaio scorso, era sceso in campo il consigliere di maggioranza Carlo Marcone, con una lettera al sindaco molto critica su questa vicenda.

Anche due assessori, Gennaro Di Fazio e Michele Nocerino, avevano manifestato perplessità e critiche. “Questi ci vogliono far fessi”, borbottava il primo, mentre il secondo ha chiesto che non ci siano due pesi e due misure.

Ma il “colpo di grazia” è di un paio di settimane fa.

Infatti, con una lettera indirizzata al sindaco, al segretario comunale e al responsabile dell’urbanistica, la consigliera Gelsomina Mimma Califano si è schierata apertamente contro l’ipotesi d’intesa Comune-Rifugio.

La missiva al vetriolo porta la data del 20 settembre 2021 ed è protocollata con il numero 11408.

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BREVE RIEPILOGO DELLA VICENDA

L’attività “Rifugio dei Naviganti” era sorta e si era sviluppata, anche con una serie di abusi, sul marciapiede di Sant’Antonio che era di proprietà del Demanio.

Con il Demanio erano in essere tre contratti d’affitto, che tuttavia il Demanio non aveva voluto rinnovare a causa degli abusi edilizi realizzati dal ristorante.

Il 15 aprile 2015 c’è stata la svolta. Infatti, con Delibera n. 13 del Consiglio Comunale di Ponza, sono state acquisite a titolo non oneroso dall’Agenzia del Demanio le particelle n. 1210, 1280 e 1175, con tutte le pertinenze, accessori, oneri e pesi sul marciapiede/piazzale di Sant’Antonio.

Il marciapiede è quindi diventato patrimonio comunale.

Non solo il suolo è comunale, ma lo sono anche i beni costruiti sul suolo pubblico, come il “Rifugio dei Naviganti”. E’ il principio dell’accessione, di cui all’art. 934 del Codice Civile.

A seguito di ciò, si è aperto un contenzioso fra il Comune (Amministrazione Vigorelli) e l’attività commerciale. Ci sono state sentenze del TAR favorevoli al Comune, ci sono state parziali rimozioni di abusi edilizi, c’è stato il procedimento di sfratto del Comune verso l’attività di ristorazione.

E c’è stato anche il tentativo del Comune di giungere a una soluzione concordata, nell’interesse del Comune e dell’attività. Peccato che il “Rifugio dei Naviganti” l’abbia respinto… Chi è causa del suo mal…

Poi è arrivata l’Amministrazione Ferraiuolo, che ha predisposto un papocchio scellerato, addirittura con metodi spicci e quasi clandestini, facendosi beffa delle norme di legge e del Regolamento Comunale per l’occupazione del suolo pubblico.

Infine, nonostante tutte le richieste dell’opposizione e i malumori nella maggioranza, è arrivata la delibera della Giunta n. 138 del 6 agosto 2021, nella quale si legge che, in data 2 luglio 2021, è stato sottoscritto l’Atto Transattivo tra il Comune e il “Rifugio dei Naviganti”.

Sta di fatto che il “Rifugio dei Naviganti”, dall’aprile del 2015 ai nostri giorni, ha esercitato la sua attività senza alcun titolo concessorio, senza pagare (tranne alcuni spiccioli) il suolo comunale e senza pagare per intero la TARI. Ha lavorato per sei anni fuori da ogni regola.

Alla faccia della legalità.

E con tanti saluti a una salutare concorrenza fra le molte attività di ristorazione di Ponza.

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UNA VERGOGNA DA CANCELLARE

Le documentate critiche dell’opposizione e quelle della consigliera Mimma Califano per molti aspetti coincidono perfettamente. La cosa non può che farci piacere.

Cosa viene contestato?

– Non sta né in cielo né in terra che un’intesa Comune-Rifugio sia approvata dal sindaco o dalla Giunta. Solo il Consiglio Comunale può approvare o bocciare l’intesa. E se così non fosse, quell’intesa è e resterà solo carta straccia.

– E’ stata commessa una palese illegalità, calpestando il Regolamento per l’occupazione del suolo pubblico approvato dal Consiglio Comunale del 3 giugno 2002. L’art. 6 del Regolamento, infatti, attribuisce al Responsabile comunale del Commercio il procedimento per l’occupazione del suolo pubblico. Al contrario, nel luglio 2020, il segretario comunale, con atto d’autorità, ha sottratto la pratica ai Dirigenti Mario Pietroniro (Commercio) e Gianni Passariello (Lavori Pubblici), ed ha attribuito il procedimento al Responsabile dell’urbanistica… Una brutta storia, questa ghigliottina sui due dirigenti.

– E’ semplicemente ridicolo il canone d’affitto, stabilito in 20.000 euro l’anno, che il Comune vorrebbe stipulare con il “Rifugio dei Naviganti” e che subito abbiamo denunciato come vergognoso. Qui si configura una svendita del patrimonio comunale, che potrà essere sottoposta al vaglio della Corte dei Conti.

– Mimma Califano fa anche le pulci al canone irrisorio, ricordando che la tabella per le concessioni annuali del Comune di Ponza prevede 0,80 euro per metro quadro al giorno. “Facendo un rapido calcolo, risulta che l’attività in oggetto avrebbe dovuto pagare un canone di circa 42.000 euro”. Cioè più del doppio di quello previsto dal sindaco Ferraiuolo.

– Non basta. Il sindaco prevede che la durata dell’affitto sia di 20 anni, più altri 10… Sia noi dell’opposizione e sia Mimma Califano, facciamo rilevare che le locazioni commerciali sono di 6+6 anni, come del resto aveva fatto il Demanio. Anche in questo caso, il papocchio del sindaco grida vendetta, con l’affitto per 30 anni.

– E come la mettiamo con la superficie del “Rifugio dei Naviganti”? I contratti d’affitto stipulati con il Demanio riportavano che la superficie del ristorante era di 75 metri quadrati… Ma nel papocchio vergognoso del sindaco, si riporta una superficie di 98,54 metri quadrati. Da dove arrivano quei 23 mq in più? Per non dire, – come tutti hanno visto quest’estate -, che i tavoli del ristorante hanno occupato spazi ancora più ampi. Impunemente, senza alcun controllo e nessuna sanzione, mentre altri ristoranti sono stati invece perseguitati.

– C’è poi una questione molto importante. L’attività “Rifugio dei Naviganti” era da sempre intestata a Giselda Vitiello, moglie di Antonio Coppa “Mariettino” e madre di Mario Coppa. Tuttavia, un paio di mesi fa, c’è stata una “cessione di ramo d’azienda”: il figlio Mario, con la società Argo Srl, è diventato il titolare dell’attività di ristorazione.

– Ora, l’opposizione e Mimma Califano ricordano che sempre il Regolamento comunale sull’occupazione del suolo pubblico stabilisce all’art. 10 che le concessioni sono personali e non cedibili. L’art. 17 stabilisce che il titolare (Giselda Vitiello) decade dal diritto di occupare il suolo pubblico per cessazione, trasferimento o cessione dei diritti reali o dell’azienda… Anche in questo caso, l’illegalità del papocchio è assolutamente palese.

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In conclusione, la progettata intesa Comune-Rifugio dei Naviganti può essere definita, con il crudo linguaggio oxfordiano, una puttanata.

A dirlo non siamo solo noi dell’opposizione, ma anche esponenti di una maggioranza, ormai agli sgoccioli, che ha così mal governato il Comune di Ponza.

E’ la dimostrazione che le nostre critiche erano costruttive e non distruttive.

Abbiamo sempre agito guardando agli interessi di Ponza e dei Ponzesi, con tutta l’amarezza che provavamo nel vedere l’isola precipitare nel baratro e con tutta la passione che ci ha guidato per tentare di bloccare quella deriva.

Per fortuna Ponza è più forte di chi l’ha ridotta in questo stato pietoso.