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Una canzone per la domenica (162). Small Town boy, dei Bronski Beat

di Luciana Figini
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All’inizio degli anni Ottanta vi fu una piccola rivoluzione nel campo della musica: apparvero i video musicali.
E’ vero che già negli anni Settanta e addirittura prima (pensiamo ai Beatles) qualcosa del genere era già stato prodotto, ma negli anni ottanta il video musicale divenne un must per tutti gli artisti.
Poter ascoltare un brano e allo stesso tempo guardare il video era affascinante e divenne la regola.
Nel 1984 nacque Videomusic, che trasmetteva principalmente video musicali – io me li divoravo.

Alcuni erano delle vere e proprie storie (chi non ricorda “Thriller” di Michael Jackson?), altri rappresentavano la leggerezza di quegli anni (“Rio” dei Duran Duran” – “Club Tropicana” dei Wham) , altri ancora erano di una stupidità infinita – non era chiaro nemmeno se era più stupida la canzone o il video (andate a dare un’occhiata ai video dei Milli Vanilli).
Alcuni video erano provocatori, stilosi o misteriosi (come “Slave to the Rhythm” di Grace Jones o “Avalon” dei Roxy Music).

Infine c’erano i video che trattavano di problemi sociali, culturali o politici – e non erano pochi – pensiamo a “Pride” degli U2 o ai video musicali prodotti per l’evento Live Aid del 1984, come “We are the World” o “Do they know it’s Christmas”.
Tra questi brani e video più impegnati c’era sicuramente “Small Town Boy”.
Il brano era parecchio “catchy” (orecchiabile) ed anche senza l’ausilio del video subito ti prendeva e non te lo toglievi più dalla testa.
Quando ebbi la possibilità di leggere il testo e di vedere il video musicale capii che era un piccolo capolavoro.

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Nel video il cantante dei Bronski Beat, Jimmy Somerville impersona un ragazzo gay che, durante un viaggio in treno, ripensa ad alcuni episodi della sua vita, soprattutto all’incontro in piscina con un ragazzo dal quale era attratto e che più tardi, insieme ad alcuni balordi, lo aspetta all’angolo di una strada e lo picchia ferocemente perché omosessuale.
Sempre nel video Jimmy ripensa a quando un ufficiale di polizia lo riporta a casa dopo il pestaggio: qui i genitori apprendono che il loro figlio è gay e sono scioccati; soprattutto il padre appare ostile e minaccioso.
Il video si conclude con il protagonista che lascia la casa dei genitori (forse è stato cacciato dal padre?) e prende un treno per Londra insieme ad alcuni amici.
E’ un video che racconta una storia, una storia che nel lontano 1984 era molto difficile da raccontare.

Spesso il mondo della musica pop viene tacciato di superficialità, ma non dimentichiamoci che sono tante le canzoni e sono tanti i video di musica pop che ci hanno presentato importanti problemi sociali.
Se oggi si denuncia l’omofobia e giustamente ci si augura una società più giusta e attenta alla libertà individuale, un po’ lo dobbiamo anche a questo video dei Bronski Beat.

 

Bronski Beat – Smalltown Boy, dall’album “The Age of Consent” pubblicato nel 1984

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YouTube player

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You leave in the morning with everything you own in a little black case
Alone on a platform, the wind and the rain on a sad and lonely face
Mother will never understand why you had to leave
But the answers you seek will never be found at home
The love that you need will never be found at home
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Pushed around and kicked around, always a lonely boy
You were the one that they’d talk about around town as they put you down
And as hard as they would try they’d hurt to make you cry
But you never cried to them, just to your soul
No, you never cried to them, just to your soul
Run away, turn away, run away, turn away, run away (crying to your soul)
Run away, turn away, run away, turn away, run away (crying to your soul)
Run away, turn away, run away, turn away, run away (crying to your soul)
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Cry, boy, cry
Cry, boy, cry
Cry, boy, cry, boy, cry
Cry, boy, cry, boy, cry
Cry, boy, cry, boy, cry
Cry, boy, cry, boy, cry
Cry, boy, cry, boy, cry
Cry, boy, cry, boy, cry
You leave in the morning with everything you own in a little black case
Alone on a platform, the wind and the rain on a sad and lonely face
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Run away, turn away, run away, turn away, run away
Run away, turn away, run away, turn away, run away

***                  ***                 ***

Tu parti al mattino
Con tutto ciò che possiedi
Nella tua piccola valigia nera
Solo sul binario
Il vento e la pioggia
Su una faccia triste e solitaria

Mamma non potrà mai capire
Perché sei dovuto partire
Ma le risposte che cerchi
Non saranno mai trovate a casa
L’amore di cui hai bisogno
Non sarà mai trovato a casa

Scappa, allontanati, scappa, allontanati, scappa
Scappa, allontanati, scappa, allontanati, scappa

Disprezzato e discriminato
Sei sempre stato un ragazzo solo
Tu eri quello
Di cui tutti parlavano in città
Ma solo per disprezzarti

E così continuamente ce la mettevano tutta
Per ferirti così tanto da farti piangere
Ma non hai mai pianto davanti a loro
Lo hai fatto solo dentro di te
No, non hai mai pianto davanti a loro
Lo hai fatto solo dentro di te

Scappa, allontanati, scappa, allontanati, scappa
Scappa, allontanati, scappa, allontanati, scappa

Piangi, ragazzo, piangi

Tu parti al mattino
Con tutto ciò che possiedi
Nella tua piccola valigia nera
Solo sul binario
Il vento e la pioggia
Su una faccia triste e solitaria

Scappa, allontanati, scappa, allontanati, scappa
Scappa, allontanati, scappa, allontanati, scappa