Ambiente e Natura

Il pesce è finito. L’uomo è impazzito

di Sandro Russo

 

inNatura, la rivista in questi giorni in edicola che presentiamo come di consueto nell’articolo dedicato propone il problema della pesca sostenibile. Con il libro che ne tratta: Il pesce è finito – Lo sfruttamento dei mari per il consumo alimentare, di Gabriele Bertacchini (ha in copertina una bella foto di una tipica imbarcazione della costa sud-occidentale dello Sri Lanka).

Ma tutto questo passa in second’ordine – approfondimento del problema, lo stesso uso della ragione – quando si legge una notizia come quella riportata da la Repubblica on line di ieri: la follia assassina dell’uomo scatenata in una uccisione inconsulta di migliaia di delfini, nelle isole Faroe (*). In nome di una tradizione, il Grindadráp (detto Grind), una caccia ai cetacei che avviene ogni anno (!).

L’articolo è al questo link; i filmati non sono riuscito a vederli per insuperabile repulsione.

In fondo ho riportato l’articolo di Repubblica in file .pdf
Speravo che Michele Serra sul giornale di oggi commentasse l’accaduto (Serra e Ezio Mauro, seppur in campi diversi hanno il dono di ricondurre ad un quadro razionale delle cose assurde). Io non se sono capace; mi limito a dare la notizia così come l’ho appresa.

Da la Repubblica del 15 sett. 2021. Alle Faroe una mattanza di 1500 delfini


Note

(*) – Le Fær Øer (in italiano anche: Isole Feroe) sono le 18 isole che formano un arcipelago situato al largo delle coste settentrionali dell’Europa, tra il Mare di Norvegia e il nord dell’Oceano Atlantico, in mezzo tra la Scozia e l’Islanda.
Le isole sono una Nazione costitutiva del Regno di Danimarca e del Folketing, ovvero il Parlamento danese, che comprende anche Danimarca e Groenlandia (notizie sintetizzate da Wikipedia).

Francobollo faroese con San Brendano e i suoi monaci che scoprono le Fær Øer.

Sul sito. Delle isole dell’estremo Nord abbiano già scritto sul sito, in “Una guida per riconoscere i propri mostri, con un’appendice sui mostri marini (4)”

***

Appendice del 17 sett. 2021

Auspicavo ieri un intervento di Michele Serra sul tema dell’eccidio di delfini nelle isole Faroer.
Eccolo sul giornale di oggi, a conferma di un ‘comune sentire’ che certe volte si stabilisce con certe persone che – a volte capita – sono anche grandi firme del giornalismo.

L’amaca – da la Repubblica del 17 settembre 2021
Il ricatto della tradizione
di Michele Serra   

Le spaventose immagini della mattanza di delfini e globicefali alle Far Oer hanno fatto il giro del mondo. Sono di speciale crudeltà, non è metaforico il mare di sangue che offende lo sguardo. Spiegano, gli autori di quel macello, che è tradizione.

La tradizione è una cosa importante. Senza tradizioni nessuna comunità può esistere. Ma tradizioni sono anche l’infibulazione, la lapidazione, il matrimonio combinato, i combattimenti all’ultimo sangue tra cani, la caccia alla volpe (una sola volpe, un esercito di cani e cavalieri che la bracca), le processioni di flagellanti, e il lunghissimo elenco di pratiche sanguinarie, mutilanti, feroci che si concludono nel tripudio della tribù. Comprese tante tribù moderne.

Ci sono tradizioni che vanno odiate. Non trovo altra parola: odiate. È il solo sentimento che serve per disinnescarle, per liberare finalmente il concetto di “comunità” dal ricatto della tradizione. Sarebbero meno comunità, le Far Oer, se rinunciassero al massacro rituale dei delfini? Oppure proprio quella rinuncia darebbe nuova vita a una comunità vetusta, ossificata nelle sue tradizioni? Si vive per cambiare o per rimanere sempre uguali?

Mi rendo conto che il tema è enorme. Ma l’idea che l’identità, compresa l’identità collettiva, non sia un macigno da onorare in eterno, ma un viaggio, un percorso, rende molto sospetta quella giustificazione, “è tradizione”, che spesso serve a coprire le peggiori sopraffazioni e le più insopportabili crudeltà. Le tradizioni vanno sottoposte al vaglio dei tempi, e dell’intelligenza che è irrequieta, e cambia. Se sono luminose e gentili, vanno appassionatamente tutelate. Se sono odiose vanno sepolte senza rimpianti: si chiama progresso, proviamo a dare un senso a questa parola.

 

1 Comment

1 Comment

  1. Sandro Russo

    17 Settembre 2021 at 10:28

    Auspicavo ieri un intervento di Michele Serra sul tema dell’eccidio di delfini nelle isole Faroer: “https://www.ponzaracconta.it/2021/09/16/la-pesca-e-finita-luomo-e-impazzito/”.
    Eccolo sul giornale di oggi, a conferma di un comune sentire che certe volte si stabilisce con certe persone che – a volte capita – sono anche grandi firme del giornalismo

    L’amaca – da la Repubblica del 17 settembre 2021
    Il ricatto della tradizione
    di Michele Serra

    Nell’articolo di base

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