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Una canzone per la domenica (158). “Alice” dei Cocteau Twins

di Luciana Figini

 

Questo brano musicale nei miei ricordi è legato al film “Amabili Resti” del 2009, un’opera dall’atmosfera al tempo stesso crudele e irreale, sicuramente da vedere.

Il libro di Alice Sebold (The Lovely Bones), del 2002, da cui è stato tratto il film omonimo (del 2009) di Peter Jackson (quello della Trilogia de Il signore degli anelli)

Venne interpretata dai Cocteau Twins, un gruppo musicale britannico formatosi nel 1980 nella cittadina di Grangemouth, in Scozia, e noto per essere stato l’iniziatore del cosiddetto “dream pop” e dell’“ethereal wave”.

Il film ed il brano musicale sono intrecciati profondamente: la canzone fa da colonna sonora alle parti più oniriche ed irreali del film e l’emozionante voce di Elizabeth Fraser, una delle componenti del gruppo, ci accompagna in questo viaggio tra terreno e ultraterreno, che il film rappresenta.

Ho scelto di presentare questo brano musicale con un videoclip che rimanda direttamente al film, al quale è collegato strettamente.

La voce di Elizabeth Fraser, la cantante del gruppo, è incredibile: attraverso i suoi virtuosismi canori veniamo trasportati lontano. La cantante, spesso chiamata “la sirena scozzese” oltre che cantare nel gruppo dei Cocteau Twins, si è anche esibita con i Massive Attack cantando una delle loro canzoni più famose, Teardrop.
Il testo di “Alice” è oscuro e praticamente intraducibile, per questo motivo non presento la traduzione italiana..
Sicuramente si parla di un abbandono, di un tradimento, di una sofferenza causata da un amore finito, ma per la maggior parte del testo le parole sono oscure ed i riferimenti molto misteriosi.
Elizabeth gioca con le parole, in una specie di misteriosa corrente di coscienza, quasi un monologo interiore.
La canzone è stata utilizzata anche nel film di Bernardo Bertolucci Io Ballo da sola (Stealing Beauty; 1996) in una scena molto intensa con la protagonista Liv Tyler.
Il riferimento a “Nicolò Denotti” nella canzone è tratto direttamente da questo film.

Il modo migliore per ascoltare questa canzone e per apprezzare la voce incredibile di Elizabeth Fraser è semplicemente lasciarsi trasportare da essa, senza badare molto al significato del testo che, appunto, rimane misterioso e intraducibile.

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YouTube player

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ALICE

When I lost him ache
Shudder shock of pale
My, my true love
Nicolo Denotti these days are

Smoking days
Though he won’t see
(Deceived me) You deceive me
(With you) Erase it I will not
(to stay) Touching a helix(didn’t she know alex?)
(I I will plead) Blotting an excuse you

(Alice, Alice, Alice, Alice, Alice)
Would share,
(Alice, Alice, Alice, Alice, Alice)
Who shall
(Alice, Alice, Alice, Alice, Alice)
Replace
(Alice, Alice, Alice, Alice, Alice)
You

1 Comment

1 Comment

  1. Sandro Russo

    22 Agosto 2021 at 07:55

    Graditissima sorpresa questa canzone e relativo video di Luciana, anche per me, vecchio e disincantato habitué della rubrica “Una canzone per la domenica”. Grazie!
    Perché sempre si impara qualcosa. Il video è uscito nel 2013 – montato liberamente con spezzoni presi qua e là dal film, acclamato come uno dei migliori video che si possono trovare in rete – mentre la mia folgorazione per il libro di Alice Sebold (2002) e per il successivo film di Jackson (2009) è precedente, e non ne conoscevo l’esistenza. Altro peccato di disattenzione è stato che avevo sì apprezzato la colonna sonora, ma ne attribuivo tutto il merito a Brian Eno, mentre Elizabeth Frazer davvero ci mette del suo: ispirazione, anima, tributo ad Alice, il nome della scrittrice che davvero ha subito la violenza di uno stupro quando aveva 18 anni. Pur essendo stata fortunata a non essere uccisa.
    Lucky (Fortunata) è il titolo del suo primo libro sulla vicenda che l’ha segnata e fu la parola che le disse l’agente di polizia cui andò a presentare la denuncia. Libro di scarso successo, prova – se ce ne fosse bisogno -, che non è la storia in sé ad attirare, ma la capacità di presentarla in un modo originale; in questo caso semplicissimo e geniale.
    Indimenticabile l’incipit con l’(auto)presentazione della protagonista:
    “Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973”.

    Tanto mi attrasse la cosa che ne scrissi per la Scuola di Scrittura “Omero”, con al quale al tempo collaboravo.
    Questo il link:

    https://www.omero.it/2010/02/21/cinema-amabili-resti-quegli-incerti-confini-tra-la-terra-e-il-cielo/

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