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L’addetto stampa e la sua dignità

 di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Ho fatto il capo ufficio stampa di un grande ente pubblico per 26 anni. Ho vissuto per un tempo così lungo Epoche diverse; tumultuose da un punto di vista politico ed istituzionale. Ho conosciuto centinaia di persone politiche.
Alcune erano “personalità” di grande valore umano e culturale; ho appreso molto da loro. Altre erano mediocri e mi hanno confermato il degrado della politica che non mi permetteva di essere completamente da una parte. Così per il ruolo svolto ho conosciuto bene la stampa napoletana ed anche quella nazionale.
Solo con alcuni giornalisti ho avuto rapporti di amicizia e di stima. Per la gran parte ho avuto rapporti di semplice conoscenza, falsa cordialità, probabilmente reciproca disistima.
L’addetto stampa è ruolo ingrato perché non ha il coltello da parte del manico. Deve chiedere anche con umiltà “con preghiera di pubblicazione” che è la frase di rito posta alla fine del comunicato o nota per la stampa.
Il direttore, per i piccoli giornali, il capo cronista, per i grandi giornali, hanno il coltello dalla parte del manico: possono pubblicare, tagliare o cestinare il comunicato. Dopo l’invio del comunicato c’era la telefonata di “raccomandazione” al capocronista o al redattore della pagina. Spesso venivo mandato al paese di pulcinella con supponenza.
Dovevo subire umiliazioni. Odiavo telefonare. Facevo sindacato e sostenevo la dignità dell’addetto stampa e sostenevo che la notizia deve “camminare da sola”. Non ci doveva essere telefonata. Se era buona si pubblicava ma se era cattiva e non serviva si cestinava.
In qualche caso ho avuto soddisfazione perché sono stato collaboratore fisso dell’ANSA (*) per 26 anni e sapevo cogliere la notizia e scrivere in stile di agenzia. Ho collaborato anche all’AGI (**) ed anche qui ho imparato il valore del numero e della statistica.

Perciò quando ho fatto nel 2017 “Il continente” come “agenzia stampa di scopo” con una rivista monografica trimestrale o annuale – insomma quando riesco a trovare i contributi per la stampa la faccio -, ho deciso di non raccomandare la pubblicazione di opinioni e dichiarazioni. Se buone i giornali locali regionali o nazionali le possono mettere. Se vengono valutate inutili vadano nel cestino.
Ma è il cestino il mio metro di valutazione della indipendenza e della autonomia di un giornale e del suo schieramento politico.
Comunque internet ha rivoluzionato la stampa. Attraverso il web o Facebook la mia notizia arriva al lettore che vuole leggere, sapere, dibattere.
Credo che i direttori dei giornali non possono essere più supponenti nei confronti degli addetti stampa o dei giornalisti da tastiera. Fanno i giornali prendendo da Facebook. Credo che sia la più grande e complessa agenzia stampa del mondo.

Giuseppe Mazzella direttore de ll continente


Note

(*) ANSA, Agenzia Nazionale Stampa Associata, agenzia di notizie fondata a Roma nel 1945
(**) AGI, Agenzia Giornalistica Italia, è un’agenzia di stampa italiana