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Il vertice di Napoli sul clima

Segnalato da Sandro Russo
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Si è concluso, come da programma, il vertice G 20 tenuto al palazzo Reale di Napoli, su clima, energia ed ambiente, del 22 e 23 luglio 2021.
Sui media si è letto di tutto, con estremi che hanno spaziato tra il “grande successo” e il “sostanziale fallimento”; per non parlare delle proteste dei dimostranti anti establishment. D’altronde, come tutti i problemi complessi con profonde ripercussioni economiche, non ci si poteva attendere la soluzione da un vertice, pur alla luce delle importanti novità costituite dell’emergenza climatica e dalla pandemia.
Riportiamo qui di seguito i titoli della prima e seconda pagina da la Repubblica del 24 luglio (ieri), ma in chiaro – e in file .pdf a fondo pagina -, un articolo di Stefano Massini (*) che propone una Storia interpretata con criteri più ampi di quelli antropocentrici.

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– Al G20 di Napoli raggiunto l’accordo su 58 dei 60 articoli del documento finale sull’ambiente.
– Intesa tra i venti Paesi più industrializzati per migliorare l’ambiente, rimane lo snodo del carbone. Il pressing di Italia e Usa per spingere il blocco guidato dalla Cina a trovare una mediazione.
– Restano le divisioni sui due importanti temi. La parola passa ora ai leader che si incontreranno il 30 ottobre a Roma.

[3]Gli incendi del 17 luglio 2021 in Oregon (foto Agenzia AFP)

Il commento
Un mondo di acqua, fuoco e valanghe. Le foto che raccontano il futuro da evitare
di Stefano Massini da la Repubblica del 24 luglio 2021

Le catastrofi ambientali di queste settimane avranno conseguenze sociali ed economiche che toccheranno tutti. È ora di aprire gli occhi

Perché a scuola nessuno mi ha insegnato che la Rivoluzione francese fu scatenata dall’eruzione di un vulcano in Islanda? Era il giugno del 1783 quando il Grimsvötn iniziò la sua performance apocalittica riversando fuori migliaia di metri cubi di lava, e in sei mesi uccise quasi diecimila persone.
Non contento, condizionò il clima terrestre per vari anni: è dato acquisito che l’immane colonna di nubi e di gas modificò il corso dei monsoni, inaridì zone intere del pianeta e viceversa riservò ad altre inverni implacabilmente nevosi, si ebbero inondazioni e morti in tutta Europa, i raccolti agricoli si tramutarono in fallimenti, l’economia andò in tilt e scoppiò il finimondo. Tuttavia, nella catena di eventi che portarono all’insurrezione per le strade di Parigi, il ruolo del Grimsvötn è del tutto censurato, restituendoci l’abbaglio antropocentrico di una Storia dettata solo dagli uomini, inquadrati in perenne primo piano, indipendentemente dalla scenografia. Non ci viene neppure insegnato che il crollo dell’Impero romano fu per buona parte innescato da una raffica di pestilenze (l’epidemia degli Antonini, poi il morbo di Cipriano, poi la peste di Giustiniano) unite a una fase di mutazione climatica che irrigidì gli inverni mutando in modo indelebile i baricentri geopolitici e spingendo i popoli del nord (cosiddetti “barbari”) a ondate di immigrazione e di conquista.

Ora, se la Storia che impariamo sui banchi è così improntata al mantra di una Terra spettatrice silente della scacchiera umana, come possiamo stupirci che l’emergenza climatica non abbia alcuna priorità nel comune sentire? Come possiamo meravigliarci se l’evidente alterazione degli eventi atmosferici – stavolta a noi stessi imputabile – appare poco più che una sciagura locale? Le foto in questa pagina vi raccontano le catastrofi ambientali degli ultimi giorni, che flagellano il pianeta ad ogni latitudine. Eppure, per quanto sconvolgenti, nessuno concepisce queste fiamme e questi gorghi d’acqua al di là dello sbigottimento occasionale per un dramma circoscritto. Riguarda loro, non noi. Ci dispiace, ci colpisce, forse ci induce perfino a metter mano al portafogli per donare 2 euro all’ennesima raccolta fondi per le vittime del caldo in Oregon, per la diga crollata in Oriente, per il villaggio tedesco spazzato via dal fango. Ma al di là di questo, non riusciamo a estendere il punto di vista, abbracciando finalmente la prospettiva per cui le piogge devastanti e le ondate di calore a 50 gradi modificano la mia, la tua, la nostra storia, scatenano effetti economici, politici, guerre e dittature, crack di aziende e baratri di cui tutti pagheremo il conto.

Pensiamo per un momento se in questa pagina fossero state pubblicate le immagini di un vulcano islandese in eruzione: chi poteva mai pensare che fra gli effetti ci sarebbero stati la ghigliottina e il Terrore? Allo stesso modo, nessuno oggi può farvi vedere in fotografia gli effetti futuri di questi scatti. L’unica certezza è che ci saranno.

L’articolo in file .pdf: Pag. 4 da la Repubblica del 24.07.21. Stefano Massini [4]

(*) Nato a Firenze nel 1975, Stefano Massini è scrittore e drammaturgo. Collabora tra l’altro, con la Repubblica e ha una rubrica settimanale su Robinson.