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Carcere di Santo Stefano, riflessioni sullo “Studio di fattibilità” (seconda parte)

Tonino Impagliazzo 

 

 

per la prima parte (leggi qui [1])

Sono giorni questi che giornali e  tv dedicano spazio e servizi al progetto di recupero dell’ex-Carcere di Santo Stefano.
Per rimanere alle ultime settimane è di qualche giorno fa un incontro promosso dal FAI e dal commissario Silvia Costa che si è tenuto a Gaeta il 5 luglio e di  venerdì 9 un servizio che è stato trasmesso su Rai 3 dal titolo “L’isola ritrovata, la storia del carcere di Santo Stefano”

Le idee sono ambiziose e tutte orientate a supportare la centralità, in ogni fase di attuazione degli interventi, della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, dell’economia circolare, del benessere sociale e dell’uso efficiente delle risorse che sono alla base delle nuove politiche europee
Tonino Impagliazzo  in questa  seconda parte,  sostiene che lo “Studio di Fattibilità “, ponga in risalto una limitata  selezione delle  tematiche storico-culturali da destinare allo studio e alla riflessione, e di non aver evidenziato a sufficienza  alcune scelte tecniche necessarie  per il  superamento delle diverse problematiche che il territorio presenta 
Di seguito, come prosieguo a quanto già scritto e pubblicato su questo sito il 29 giugno scorso
le sue osservazioni
La Redazione

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***

Proseguendo nell’analisi del progetto di restauro e rifunzionalizzazione dell’ex carcere di Santo Stefano tengo innanzitutto a mettere in evidenza che:
– l’ex Carcere Borbonico deve continuare ad essere testimonianza e luce per le nuove generazioni in modo che la storia del passato possa consentire ai più di comprendere un presente che si incrocia con il passato e diventi testimonianza autorevole dei nostri comportamenti;

-una utilizzazione ridotta del Complesso Monumentale e la esclusione di una parte di 200 anni di storia (dal ripopolamento dei territori insulari ad oggi), potrebbe ridurre il forte potenziale storico-culturale dei luoghi, elemento di valore per lo studio, il dibattito e la riflessione.

Una diversa riconsiderazione, più attenta e positiva, della destinazione delle Macro-Aree (polo storico-culturale e polo ambientale) sarà in grado di assicurare per entrambe funzioni separate e obiettivi convergenti.

Dal punto di vista storico-culturale è opportuno prevedere maggiori spazi dotati di attrezzature e strumenti tecnologici in linea con le attuali esigenze in modo da essere in grado di sostenere una “narrazione” della storia dall’illuminismo ad oggi.
A tal fine è utile prevedere una mini sala da destinare al colloquio, al dibattito e alla comunicazione e di uno spazio idoneo per l’ alta formazione (riservata a Istituti Universitari, docenti ed alla Ricerca).

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1^ Osservazione

La realizzazione di questi obiettivi suggerisce una riformulazione più attenta e più completa dell’Edificio storico-culturale (ex Ergastolo) poichè, secondo quanto definito dal CIS, il Progetto integrato di recupero, valorizzazione e rifunzionalizzazione dell’ex carcere borbonico, prevedendo una finalità prevalentemente culturale e di alta formazione, non può assentire ad una utilizzazione riduttiva e parziale del luogo. Il Monumento deve rimanere elemento caratterizzante e fondamentale per attualizzare tutte quelle tematiche della società legate ai rispetto della persona e ai diritti dell’uomo.  Di seguito alcune Aree o Poli Tematici che abbiamo ritenuto di suggerire:

1)- Architettura e Carcerazione;
2)- la trasgressione, la legge e la pena;
3)-
la Carcerazione politica;
4)-
Il Manifesto per un’ Europa Libera e Unita;
5
)- la Carcerazione, la Tutela e la Rieducazione del recluso;
6)-
Storia e Cultura (il fantastico regno delle due Sicilie);
7)- Area Naturale, da ubicare  nella ex Casa del Direttore, per la conoscenza e lo studio dell’ambiente marino e della vegetazione insulare attraverso la realizzazione di una Stazione per la Ricerca applicata e Punto di Rilievo per l’Ornitologia (in simbiosi con il Museo della Migrazione di Ventotene), delle farfalle ed altro. Tutto questo in collaborazione e/o convenzione con Istituti Universitari, Centri di Ricerca, Fondazioni ed  Istituti Regionali, Nazionali, Europei e Internazionali.

[4]

2^Osservazione

Una “Piattaforma a giorno“, opera necessaria e indispensabile per una fruizione completa del complesso Monumentale (Osservazioni VIA, Valutazione Impatto Ambientale, in corso di espletamento) allo scopo di consentire agli addetti ai servizi, ai ricercatori, agli studiosi ed ai visitatori di raggiungere l’isola nelle diverse condizioni meteo-marine e nelle varie ore della giornata, con uno scaglionamento coordinato dei flussi in modo da permettere agli stessi, di programmare una sosta idonea per lo svolgimento delle funzioni cui sono destinati.
Leggasi al riguardo Progetto di recupero di Santo Stefano e dubbi sull’approdo [5] pubblicato sul sito il 10 giugno di quest’anno.

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3^ Osservazione

La sosta notturna sull’isola a Ricercatori, Osservatori, Studiosi, addetti alla Stazione Scientifica e soggetti vari, è da  sconsigliare, perché  richiederebbe  un “Piano  igienico- sanitario straordinario  generalizzato”; la realizzazione di “opere” organizzative e gestionali determinerebb di certo un aggravio dei costi per la gestione ordinaria e straordinaria del Complesso Monumentale a svantaggio delle  esigenze Storico-Culturali e scientifiche e in contrasto con le linee previste dal Progetto. .

Considerazione  di sintesi.  Il ricercatore, come traspare dallo Studio di Fattibilità, non può essere paragonato ad un “alieno” che rinuncia alla vita sociale ed alle attività private del tempo libero in ragione della propria professione.  Un numero esiguo di ricercatori e studiosi nella misura di 20/30 persone non può giustificare un peso economico che potrebbe scaturire dal mantenimento  degli impianti abitativi e dei servizi collegati per garantire una sosta di buona qualità.                                                                Sull’isola di Ventotene sono già presenti i servizi indicati.

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4^ Osservazione  (riguarda un’iniziativa non prevista dallo Studio di Fattibilità)

E’ consigliabile attivare il vecchio Percorso pedonale per Vasca Giulia  al fine di consentire l’accesso alla Zona Archeologica di “Vasca Giulia” da Via Redentore e, a tal fine, poter realizzare un collegamento tra l’area archeologica di Vasca Giulia e quella archeologica (di recente scoperta) ubicata in vicinanza del piccolo cimitero dell’isola con “Ruderi dell’ antica Villa Romana”.
Tanto per evidenziare e valorizzare ulteriormente il patrimonio archeologico presente sull’isola di Santo Stefano

[8]

5^Osservazione 

La Predisposizione di  un “Piano minimale  di servizi   “per un “buon uso” del territorio suggerisce in  località Madonnina il luogo strategico idoneo e fondamentale come ubicazione dei servizi che di seguito vengono descritti:
a) – Convergenza nella zona dei tre cavidotti (o reti sottomarine ) tra Punta Pertuso in Ventotene e la Grotta della Paglia a Santo Stefano, allo scopo di garantire la fornitura di energia elettrica, di acqua  e  della banda larga
b) –  Realizzazione di un punto di convergenza (una sorta di Centrale di snodo) dei servizi  primari e secondari, destinati al funzionamento del Complesso Monumentale, ivi comprese le attrezzature  tecnologiche e quelle destinate alla ex Casa del Direttore (Centro Europeo per  lo studio e ricerca delle risorse del mare e della Natura), dei servizi Bar  e  Punto Ristoro;
c) – Ripristino  del preesistente Deposito Idrico, dotato di premente per il trasferimento dell’acqua nella zona alta dell’ ex Carcere
d) – Realizzazione, in adiacenza  di detto serbatoio, di un ambiente ove far convogliare le acque reflue e dotare detto ambiente di un piccolo depuratore                                                                                            e)- Convogliamento  in  detta  Zona di quattro collettori fondamentali per il funzionamento dei servizi premente per l’acqua potabile, cavidotto per la banda larga, cavidotto per l’energia elettrica  e tubazione per i reflui  in uscita
f) – Utilizzo della “La Grotta Grande” vicinissima all’imbarcadero, per destinarla alle attività di prima assistenza agli addetti e agli ospiti
g) – Previsione dell’installazione in detta zona Madonnina di un montacarichi che consenta di trasportare inerti e merce varia,, provviste alimentari di vario genere, rifiuti organici e inorganici di varia natura con possibilità di relativo utilizzo anche da parte di portatori di handicap con considerazione di un piano di esproprio che allo stato attuale non risulta né indicato, né previsto.

[9]

La individuazione di un’area strategica in Zona Madonnina, non contemplata in fase di elaborazione dello Studio di Fattibilità, potrebbe essere definita nel “Piano di attuazione” previsto dal “Bando internazionale” di recente pubblicazione.

[Carcere di Santo Stefano, riflessioni sullo “Studio di fattibilità” (seconda parte) – continua]