di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Liberalismo e Socialismo
Il prossimo 30 ottobre saranno 60 anni dalla morte di Luigi Einaudi, liberale, primo Presidente della Repubblica, professore e grande divulgatore, la cui polemica con Benedetto Croce sul concetto di liberalismo e la sostanziale differenza tra liberismo e liberalismo (*) è rimasta famosa ed ancor oggi attuale.
Da liberale Ministro del Bilancio sostenne ed approvò la legge istitutiva della Cassa per il Mezzogiorno nel 1950 per lo sviluppo del Sud e da questo punto di vista fu molto più meridionalista di tanti altri soloni e concretamente molto più a sinistra di tanti demagoghi.
Opportunatamente Stefano Folli su La Repubblica ricordando la “lezione di Einaudi” sottolinea la sua fedeltà agli ideali di libertà “non alle ideologie”. La rivista di cultura politica Libro aperto dedica il supplemento n.105 alla vita ed all’opera del grande piemontese con 30 testimonianze di studiosi fra i quali mi piace ricordare Ernesto Paolozzi, napoletano, recentemente ed improvvisamente scomparso, che da convinto liberale aveva aderito al piccolo partito Art.1 Movimento Democratico e Progressista insieme ai postsocialisti e postcomunisti sostenendo una autentica politica progressista per l’ Italia di Oggi.
Condivido – con il rimpianto di non aver potuto insieme presentare il suo libro su Liberalismo come metodo ad Ischia come mi aveva promesso – le sue opinioni e le sue azioni da “socialista liberale” perché il liberalismo ha ragione e senso solo se si congiunge in una sintesi al socialismo che è libertà nella Democrazia e non fedeltà al partito unico. E’ l’abisso che ha separato i socialisti dai comunisti e che i comunisti non ammettono modificando il loro nome in “progressisti” ma impedendo ad una sinistra socialista di ritornare ad essere se stessa.
Il gusto dell’Imprenditore
C’è una pagina famosa di Einaudi tratta da un suo articolo sul Corriere della Sera dove il grande economista spiega la figura ed il ruolo dell’ imprenditore e quindi la forza motrice dello sviluppo economico.
“Migliaia di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di danaro. Il gusto, l’ orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Così si spiega come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”.
La figura o il ritratto dell’imprenditore tracciata da Einaudi bisognerebbe sbatterla in faccia a tanti imprenditori di oggi dopo 30 anni di liberismo (cosa diversa dal liberalismo) sfrenato e senza anima, pudore ed umanità con la cosiddetta finanzalizzazione e delle speculazioni di Borsa dove l’”impianto” sta nelle “grida” per guadagnare milioni di euro o per distruggere una azienda. Oggi in piena pandemia che ha fatto emergere l’inadeguatezza del liberismo e richiamato in fretta e furia il ruolo fondamentale dello Stato che deve aiutare il povero ed il ricco per una economia solidale ritorna con decisione il ruolo sociale dell’impresa ed il ruolo sociale dell’imprenditore.
La funzione sociale dell’impresa è stata tema sempre caro alla migliore imprenditoria. La giusta remunerazione del profitto e quella altrettanto giusta del salario sono state sempre al centro di un dibattito per un capitalismo con l’ anima e per un socialismo dal volto umano. E’ questa figura “sociale” dell’ imprenditore che oggi bisogna riprendere per affrontare il rilancio dopo la pandemia.
Il terremoto di Casamicciola e l’Imprenditoria
Ci avviciniamo al quarto anniversario del terremoto di Casamicciola e Lacco Ameno del 21 agosto 2017. Il primo anniversario fu commemorato e vide la partecipazione personale dell’ allora Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, pentastellato. Il secondo anche vide la partecipazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai territori terremotati, Vito Crimi, pentastellato, divenuto poi reggente del M5S.
Ma il terzo anniversario è caduto nell’oblio.
Lo sarà anche il quarto e stupisce il grado di non conoscenza, di pressappochismo, di confusione dei Governi – Conte uno, Conte due, Draghi uno in carica – sulla ricostruzione, tanto che la Vice Ministro dell’Economia, on. Castelli, pentastellata, fa una visita sui luoghi del terremoto il 30 giugno per rendersi conto della situazione ed alla giusta osservazione dell’ing. Antuono Castagna, terremotato, che chiede logicamente “prima un piano di ricostruzione e poi la richiesta eventuale del cittadino a ricostruire la sua casa” risponde che “doveva essere fatto immediatamente il piano di ricostruzione”.
E se non è stato fatto cosa fa il Governo, come potere esecutivo collegiale, per richiamare ai suoi compiti il Commissario Straordinario nominato dal Governo stesso? Cosa fa la Regione Campania che ha chiesto espressamente ed ottenuto dal Governo la modifica alla legge 130 per avere il compito di un Piano di Ricostruzione? E che dice il Vice Presidente Fulvio Bonavitacola che oltre agli interventi alle due commemorazione (2018 e 2019) non ha prodotto alcun documento formale per una “ricostruzione unitaria ed omogenea anche per la delocalizzazione”? Cosa fa – nella concretezza di una ricostruzione pubblica di strade, vie, piazze, porti, arenili, edifici laici – il Comune di Casamicciola con il sindaco-podestà G.B. Castagna e quello di Lacco Ameno con il sindaco G. Pascale, il più logorroico sindaco nella storia dell’isola d’Ischia?
In questa Repubblica plurima e divisa con enti separati come compartimenti stagno si progetta un mega-depuratore per Casamicciola e Lacco Ameno sotto il parcheggio ANAS dopo cinquantotto anni dal mega-depuratore del Progetto Speciale n. 3 della Cassa per il Mezzogiorno rimasto negli annali per lo spreco di danaro e l’irrazionalità dell’operare, e c’è sola la denuncia di un Cittadino, l’ing. Giuseppe Conte, ex-sindaco di Casamicciola, che lancia un grido di dolore, di rabbia, di sconforto.
Il coraggio degli Imprenditori
Di fronte ad un potere pubblico assente, confuso, inefficiente e spezzettato in “competenze”, c’è nel piccolo Comune di Casamicciola ed in quello di Lacco Ameno una imprenditoria che fa da sé.
Trovo esempi di imprenditori del tipo descritti da Einaudi. Quelli che combattono le avversità. Quelli spinti da una vocazione naturale per l’orgoglio della propria impresa. Quelli che danno tutte le loro energie in aziende difficili mentre potrebbero impiegare i loro soldi in più comode imprese.
Il potere pubblico invece di aiutarli li molesta, li inceppa, li scoraggia. Ma loro tenaci vanno avanti perché hanno fiducia in loro stessi.
Gli imprenditori di Einaudi sono il sale dello sviluppo e sono la speranza per il futuro. Così la Cala degli Aragonesi, trasformata da Antonio Pinto in un porto turistico moderno che riceve la “bandiera blu” per due anni di seguito o il Club Paradise sulla Gran Sentinella cui Jantò Castagna e la sua famiglia danno nuova vita dopo aver perso con il terremoto il loro delizioso albergo a La Rita, o Antonio Longobardi che fa rinascere il suo Hotel Grazia colpito dal terremoto alla Scannella o Gioacchino Lombardi che apre il Bar Unico e di più in Piazza Marina e mantiene la luce accesa anche in tempo di pandemia per i cittadini ed i turisti. Ed ancora Nicola Lombardi che restaura e rafforza il suo Gran Paradiso e ritorna immediatamente già dal 2018 sul mercato dei viaggi, e Gaetano De Nigris e Nello Di Leva che riaprono la loro fabbrica di ceramiche Keramos a Forio mantenendo viva l’arte antica di Casamicciola.
I tenaci piccoli imprenditori della “Riviera di Casamicciola” che hanno fatto rinascere per un nuovo percorso con l’elegante gelateria-pasticceria-caffetteria Di Massa dalle graziose commesse e dai prezzi contenuti, le pizzerie, i negozi di souvenir e di abbigliamento, i vini, il colore locale.
Questi esempi avrebbero meritato una Attestazione Solenne da parte della Autorità Pubblica perché è con questi esempi che si riconquista la Speranza.
Nota
(*) – Nella lingua italiana liberismo e liberalismo non hanno lo stesso significato: mentre il primo è una dottrina economica che teorizza il disimpegno dello stato dall’economia (perciò un’economia liberista è un’economia di mercato solo temperata da interventi esterni), il secondo è un’ideologia politica che sostiene l’esistenza di diritti fondamentali e inviolabili facenti capo all’individuo e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (eguaglianza formale).
Di Giuseppe Mazzella di Rurillo, direttore de Il Continente
Casamicciola, 11 luglio 2021