- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Alberi, panchine… e dintorni

di Luisa Guarino

 



Nonostante le piogge abbondanti della stagione invernale e la vegetazione lussureggiante che in molti punti dell’isola si può ammirare, il centro di Ponza continua ad essere spoglio e squallido: piante e arbusti stentano a crescere e la manutenzione dell’esistente… è in pratica inesistente (scusate il gioco di parole). Qualche anno fa ho scritto della situazione a Sant’Antonio, dove le tamerici un tempo dominanti sparivano una dopo l’altra. Attualmente ne è rimasto un esemplare accanto alla postazione del noleggio Diva Luna, nei pressi dell’edicola.

[1]

C’è inoltre poco distante e sempre sul marciapiede un piccolo cespuglio che cerca di resistere, sulla base di quello che era un albero che è stato tagliato. Per ora è stazionario, con tante buone intenzioni di crescere: ma chissà se arriverà mai a poter fare ombra come una volta. Certamente tra un po’ darà di nuovo fastidio, e qualcuno ne farà scempio senza tanti complimenti.

[2]

In compenso leggevo sul progetto di sistemazione del cimitero monumentale che sarà rimossa la vegetazione ‘infestante’ rappresentata dai numerosi alberi di ‘ailanto’ dagli alti fusti, le cui chiome proliferano soprattutto nella zona definita ‘abbasce ‘a battaria’.

[3]

[4]
Nel frattempo spuntano qua e là grandi vasi con piante fiorite, come sul muretto di Giancos, o come quelli (più grandi dei precedenti e per giunta senza fiori) posti sulla scalinata della Dragonara o all’inizio di quella degli Scarpellini. Esclusi quelli di Giancos, trovo gli altri solo più ingombranti di quelli precedenti, e oltretutto impediscono a chi ha bisogno di un sostegno lungo l’improvvida ‘scalata’ di potersi sostenere al muro. Non mi vergogno a dire che parlo per esperienza diretta, visto che quella salita la faccio spesso: vi assicuro, oltre gli ‘anta’ non è una passeggiata. E a tale proposito mi piace ricordare che nel corso della precedente Amministrazione, Anita, vedova di mio cugino Aniello e ora scomparsa, aveva pensato a una raccolta di firme da presentare in Comune per far installare una ringhiera nel centro della scalinata, parallela alla direzione di marcia. Non se n’è fatto niente.

[5]

[6]

Del resto Ponza sembra pensare davvero poco alla qualità della vita e al benessere di abitanti e turisti non più giovanissimi. Basta osservare le nuove panchine installate sul marciapiede di Giancos, parallelepipedi in pietra color grigio scuro, pure eleganti, tutti rigorosamente senza spalliera. Eppure, si sa, sulle panchine di solito ci si siede per far riposare oltre alle gambe soprattutto la schiena. Degli antichi esemplari in ferro con base in travertino ne resiste solo uno, quasi davanti al Conad; altri due, ancora in stato quasi decente, si trovano proprio davanti al mare, sulla banchina, poco distante dalla sfilza di cassonetti. ”Na scarpa e ‘na ciavatta’ direbbero a Roma: e non si sa quale di queste calzature sia meglio.

[7]
E non dimentichiamo la panchina davanti al cancello del cimitero, una delle cui zampe d’appoggio è costituita da una piramide di sassi, però se ci si siede regge, provare per credere: dondola solo al primo impatto. Possiamo sperare che al momento di fare i lavori per il cimitero, possa essere sostituita? Io ci conto: oltretutto è davvero un pugno in un occhio per visitatori e turisti. A proposito, dato che siamo in ballo, perché almeno durante i mesi estivi il camposanto non resta aperto anche il martedì e mercoledì? Tanti più ponzesi durante l’estate tornano nella loro isola e vorrebbero avere maggiori opportunità di fare visita ai loro cari defunti; senza contare che sempre più numerosi sono i turisti che vanno a visitarlo, per le sue architetture e per l’ineguagliabile vista che si domina da lassù.

[8]

NdR: tutte le foto inserite a corredo dell’articolo sono dell’autrice, tranne quelle della scala della Dragonara di cui la prima presa dal blog Frammenti di Ponza di Francesca Iacono e la seconda di Silveria Aroma scattata di recente