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Incontro con Biagino Pagano

di Francesco De Luca
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Incontro Biagino Pagano (’i Crapone) e mi guarda con aria interrogativa. Ha saputo che ho scritto della sua ‘avventura corallo in Marocco” (leggi qui [2]), e mi guarda. Sono io a rompere l’indugio e dico: “Ho scritto quello che mi è stato riferito…”. Lui ha altro per la testa. Non è la cronaca dei fatti che vuole rimarcare bensì un tratto del suo carattere. Vuole che si stagli la sua personalità.

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Biagino non ha un carattere amabile. Non è né consenziente né pacioso. Biagino è testardo.
E lo dimostrò anche in Marocco.

Fu, bisogna pur dirlo, un’avventura da ‘pirati’, mi si passi il confronto. L’intento principale era quello di ‘predare’ ossia di prendere beni altrui, con la forza e con l’astuzia, per trarne vantaggio.

Ora, fuori da una retorica molto vicina allo spettacolo che sto rappresentando, si trattava di andare in acque marocchine, senza alcuna autorizzazione, per pescare il corallo, da vendere poi al miglior offerente.

Roba da pirati. Tanto è vero che molte altre barche, anche altre ponzesi, e torresi e siciliane, stavano lì per lo stesso scopo. Si era garantiti (si fa per dire) dal fatto che Melilla era ed è un ‘porto franco’ [ovvero una città marittima che gode della franchigia doganale per tutte le merci in essa importate, qualunque ne sia la provenienza. L’istituzione dei porti franchi è fatta allo scopo di mitigare gli eccessi del protezionismo].

Prufessò ( così si rivolge a me ) llà ce steve ’a stà accorto a chi te steve vecino e ’a chi te steve luntano”. Il boccone era lo stesso per tutte le barche convenute: fare incetta di corallo. Così come i pericoli erano gli stessi: il mare e i controlli militari: Così come la condizione favorevole, consistente nell’essere, Melilla, porto franco.

[4]Melilla. una enclave spagnola in Marocco [tuttora porto franco (città autonoma, insieme a Ceuta)]

Tale convergenza di fattori rese tutti liberi di prendere qualsiasi iniziativa, con l’avvertenza di non urtare la sensibilità delle Marinerie militari (quella marocchina e quella spagnola). Cosa voglio sottolineare? Che la riuscita dell’avventura stava nelle decisioni che dovevano prendersi, giorno dopo giorno, in risposta alle evenienze.

Condizioni queste che portano in risalto le qualità umane dei protagonisti. Ora, pensatela come volete, Biagino la sua ‘testardaggine’ la praticò appieno. Quando infatti avvertì che s’era sollevata un’attenzione impropria sulle pescate, decise di togliere gli ormeggi. Nonostante il ponente-maestro, che in quei luoghi flagellava duramente, tanto che altre barche, nonostante presagissero controlli dell’autorità militare, preferirono non affrontare il mare. Così come fu testardo nel respingere le offerte d’acquisto del carico. Offerte generose ma per lui non sufficienti.

Inutile ricamarci su, Biagino col suo equipaggio quell’anno trascorsero un Natale fieri di aver vestito panni da ‘pirati’, in tempi in cui bisognava esser capaci di navigare, di comandare, di pescare, di commerciare. A testa alta.