Ambiente e Natura

Considerazioni sulla poesia per San Silverio

di Francesco De Luca

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Dal fondo della mia ignoranza teologica non ho potuto non notare come la figura di San Silverio nella poesia del Cuono si manifesti per talune reazioni come vendicativo. Questo aspetto a mio vedere poco si confà alla ‘santità’ del nostro Patrono.

La posizione del Cuono non è estranea alla tradizione cattolica. Già nella Bibbia Jahvé Sabaoth era il ‘dio degli eserciti’ che rendeva vittoria alle armate del ‘popolo eletto’ contro i popoli confinanti, più bellicosi. Ma il Vangelo ha ribaltato la posizione del Credo, dotandolo di pietà e di compassione. È con l’amore e la carità che si vincono le volontà degli uomini (Gesù).

Non sempre sostenuto questo messaggio evangelico dalla Chiesa di Roma. Lo attestano le Crociate e le forzate evangelizzazioni degli indios, cosicché in talune circostanze era la spada ad essere sguainata e non la croce. Ma dottrinalmente la Chiesa romana non ha mai ricusato il comandamento della ‘carità’, e oggi papa Francesco predica che la carità sia coniugata interamente come ‘misericordia’.

Cosa che il Cuono non rispetta quando fa intervenire San Silverio per dare morte e non pietà; mi riferisco alla strofa della poesia:
“La vecchia nonna ci afferma ancora
che un dì nel nostro cristallino mare
l’empia bocca ad un capitan chiudesti
con cecità perpetua e senza fine,
osò burlarti il vile, e disse infine:
“non lo conobbi nel novero dei santi”

…Tanto da farsi battezzare col nomignolo di muzzecuso. Ricordate gli articoli riportati sul Sito qualche anno fa dal titolo: San Silverio è muzzecuso, ossia è battagliero e aggredisce chi lo denigra [ne scrivono Domenico Musco e Sandro Vitiello, riportando un racconto di Emilio Iodice.

Questo aspetto è stato alimentato in verità nel recente passato da autorità parrocchiali ponzesi, ad esigere dai fedeli assoluta obbedienza ai dettami conclamati dall’altare, piuttosto che una sentita vicinanza misericordiosa. Quasi ad imporre una supremazia miracolistica d’u vecchiariello nuosto sopra ogni altro sentimento religioso.
Ebbene, è questa supremazia che si rimprovera.

San Silverio presso i ponzesi gode di una venerazione paterna. E come tale: vicino quando si ha bisogno, forte quando si è deboli, accogliente quando si è scacciati. Perché martire in quanto dileggiato, vilipeso e indifeso.

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