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Bycatch. Che cos’è?

a cura della Redazione
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È una conseguenza non voluta (o effetto collaterale) delle attività di pesca, e riguarda le specie viventi che vengono catturati involontariamente assieme alla specie ricercata (specie target) durante la pesca, sia professionale che, secondariamente, sportiva.

Suscita particolare interesse e preoccupazione tra i biologi della conservazione il bycatch di specie rare come uccelli marini, cetacei e tartarughe marine – i quali in genere muoiono per annegamento quando vengono intrappolati nelle reti o restano allamati ad un palamito – oppure gli squali.

Molto dannoso per la consistenza degli stock della specie target è naturalmente il bycatch di individui giovanili della stessa specie. Spesso gli individui immaturi di una data specie costituiscono il bycatch di tecniche di pesca diverse da quelle che insidiano gli adulti. Ad esempio i giovanili di tonno rosso nel mar Mediterraneo finiscono talvolta nelle reti da circuizione per sardine e acciughe a cui si associano a causa di un fenomeno noto come “gregarismo per taglia” che porta a formare aggregazioni di individui di specie diverse ma di dimensioni simili.

Misure per la riduzione del bycatch
La riduzione dell’incidenza del bycatch sul totale del pescato è importante sia da un punto di vista ecologico che da quello economico: i dispositivi in grado di far diminuire le catture accessorie vengono denominati nel complesso BRD (Bycatch Reducer Devices – meccanismi per la riduzione del bycatch). I BRD sono molto diversificati in base alla tecnica di pesca a cui vengono applicati, variano dal divieto di utilizzare reti con maglia inferiore a una certa misura a griglie di selezione che impediscono ad individui più piccoli o più grandi di una determinata taglia di finire nel sacco di una rete a strascico ad ami per palamiti studiati per non essere inghiottiti dalle tartarughe, a dissuasori acustici che allontanano i cetacei dalle reti da posta.

Lo scritto che segue è ripreso dal periodico di informazione on line della Lipu – Lega Italiana Protezione Uccelli, Associazione per la conservazione e la tutela della Natura ( http://www.lipu.it/ [2] ).

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E’ appena passato l’8 giugno, la Giornata degli Oceani, una giornata importantissima per chi ama la natura.
Una giornata che serve a ricordarci che, se non ci prendiamo cura dell’ambiente marino e della biodiversità, anche la nostra vita è a rischio.

Quando pensiamo alla vita nel mare pensiamo subito ai delfini, alle tartarughe marine, agli squali. Ma gli ambienti marini sono anche la casa di centinaia di specie di uccelli come le straordinarie berte, gli uccelli simbolo delle isole Pelagie – ma presenti anche a Ponza – leggi qui [4] e qui [5]; guarda e ascolta qui il video del Faro della Guardia [6] – , che secondo le leggende hanno ispirato il mito delle sirene.

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Purtroppo oggi la vita delle berte e di altri animali marini è gravemente minacciata dalla pesca non sostenibile.

Solo in Europa, si stima che ogni anno più di 200.000 uccelli marini muoiano a causa delle catture accidentali causate dalle tecniche di pesca non sostenibili. Impigliati agli ami, intrappolati nelle reti da pesca, destinati ad una fine terribile. In gergo tecnico lo chiamano “bycatch”, è una strage silenziosa che dobbiamo fermare.

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Per questo la Lipu ha aderito ad un grande progetto internazionale, il MedBycatch. Grazie a questa iniziativa scienziati, pescatori e istituzioni stanno lavorando insieme per ridurre e, possibilmente, eliminare il bycatch di specie vulnerabili attraverso l’utilizzo di tecniche di pesca sostenibili.

[9]Immagine da www.lipu.it

Ti auguriamo ancora una volta una buona Giornata degli Oceani e ti promettiamo che continueremo a proteggere la natura italiana e il suo mare, insieme a te.

Immagine di copertina. Berta maggiore ((Calonectris diomedea), di Michele Mendi