- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Ritorno a Ponza

di Maria Silvia Persico
[1]

Traduzione italiana a seguito al primo articolo [2] pubblicato sul sito dalla nostra lettrice argentina

 

Prima di salire sull’aliscafo verso Ponza, mi sono ricordata del viaggio all’isola, con i miei nonni, quando avevo appena 18 anni. L’isola più importante dell’arcipelago ponziano nel Mar Tirreno tornava a ricevermi dopo quaranta anni.
Mariana, mia nipote, era stata scelta per condividere questo scambio culturale e mi aspettava a Parigi, da dove avremmo preso l’aereo diretto a Roma. Dopo due giorni per rivedere la Città Eterna, abbiamo preso il treno regionale verso il porto di Formia.

Quando siamo arrivati all’isola, un taxi ci ha portato in un albergo situato in una parte in alta del territorio. Da questo punto potevamo vedere il paesaggio delle cale, quelle piccole insenature del mare nella terra. La gente dice che sulla Spiaggia Chiaia di luna, una delle migliori dell’isola, si arrivava passando da un tunnel di epoca romana.

[3]

Avevamo preso delle maschere per fare immersioni nell’acqua trasparente e calda, ma volevamo prima fare il bagno inaugurale, così siamo andati in barca fino a Frontone, una spiaggia vicina.
Più interessante è stato “fare il giro” per tutto le isole: Ponza, Zannone e Palmarola. Una barca pittoresca e piena di turisti attraversò in quel momento la rada di fronte ai Faraglioni della Madonna mentre il capitano della nostra imbarcazione ci parlava delle meraviglie del posto. Lui stesso guidava e cucinava la pasta per il pranzo in uno spazio di due per due.

[4]

Ci parlava delle isole e così abbiamo saputo che il porto di Ponza fu costruito durante intorno alla metà del 1700, al tempo del dominio dei Borbone, e che quelle chiamate le grotte dette Grotte di Pilato avevano dei tunnel che comunicavano col mare e da dove arrivava a terra il cibo per l’imperatore.

[5]Palmarola. Scoglio di San Silverio e Monte Tramontana

[6]

Poco prima di entrare nella rada di Palmarola, abbiamo visto lo scoglio dedicato a San Silverio, patrono dei pescatori e delle isole. Una sua statua è anche nella chiesa di San Silverio e Santa Domitilla, vicina al porto.
È stato da qui che è partita la storia della presenza del santo nel porto di “Ingeniero White” in Argentina. L’isola di Ponza ha un gemellaggio con questa città per la storia che le unisce, specialmente quella della prima grande immigrazione italiana nella nostra nazione nel 1880 e successivamente; il “Museo comunitario del Porto” a Ingeniero White raccoglie e mostra la cultura dei ponzesi che erano arrivati dall’isola. Uno di quelli, Silverio Mazzello, è mio bisnonno.
Tutti gli anni, alla fine di novembre, gli italiani, i loro discendenti e la città intera percorrono le strade portando il santo dalla chiesa, dove si celebra una messa, fino al porto dove lo mettono su una nave e lo accompagnano nel suo viaggio per l’estuario. Questa tradizione somiglia alla cerimonia che si organizza a Ponza nel mese di giugno.

[7]

Per i festeggiamenti a Ingeniero White, leggi qui [8]

Il giorno dopo il nostro arrivo, siamo andati in Comune alla ricerca dell’Atto di nascita di Silverio Mazzella. Mia mamma (cioè sua nipote), mi aveva dato qualche traccia, così che con questo aiuto e quello del gentile addetto al servizio, abbiamo potuto trovarlo. Siamo uscite felici con una copia del documento. Il funzionario ci ha parlato della famiglia Mazzella e della sua migrazione dall’isola di Ischia fino a Ponza nel secolo XVIII, cosicché una volta che abbiamo capito dove era il quartiere in cui aveva vissuto la mia famiglia, siamo andate alla ricerca delle case in cui avremmo potuto trovare qualche traccia. Molti cognomi sono stati cambiati al momento dell’ingresso degli immigranti a Buenos Aires, perché non avevano i documenti d’identità. Per fortuna, abbiamo trovato alcune targhe fatte in ceramica con l’iscrizione del cognome, sistemate accanto ai portoni delle abitazioni.

[9]

Durante le nostre passeggiate lungo il viale costiero del porto, la strada principale turistica e anche i vicoli, abbiamo trovato la “pasticceria napoletana”, davanti alla quale sono rimasta impressionata col murales che rappresenta il golfo di Napoli e che include personaggi rappresentativi della città. E chi appariva tra la Loren, la sfogliatella e il grande comico Totò, il giocatore di calcio argentino Diego Maradona! Mi sono così ricordata che lui aiutò col suo gioco straordinario il recupero e il successo della squadra del Napoli.

[10]
I dolci del sud italiano sono veramente buonissimi: varietà di torte con la frutta, paste eccellenti, non solo la sfogliatella; è caratteristica la crema pasticciera, un po’ diversa dalla nostra.
L’ultimo giorno assaporiamo, Mariana e io, la squisita gastronomia dell’isola, basata principalmente su pesce e frutti di mare freschissimi, in un ristorante che era una cisterna antica, e abbiamo concluso la seconda sera con gli “spaghetti alle vongole”.

Ponza è oggi una delle destinazioni preferite dagli italiani. Forse è per questo che sentiamo solo parlare italiano tra i turisti; molti sono romani e italiani della regione Lazio che hanno sull’isola una casa per il fine settimana. Le costruzioni variopinte e semplici con le strade piccoline e stretti vicoli lastricati ci raccontano la sua deliziosa storia.