Ambiente e Natura

Volo alto

di Francesco De Luca

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Volo alto e mi intruppo con stormi di rondini, intorpidite dalla lunga traversata notturna. In basso il verde è frammezzato dal giallo tenue della ginestra ponziana (‘uastaccette) e dal giallo profumato della ginestra comune (Spartium junceum). Sono stordito dallo stridìo dei gruccioni (quaraquaglie ) anche loro spossati dal percorso. Ma la terra è invitante. Per il verde novello e per il brulichìo degli insetti.

Scendo e dalle calette sale un afrore di iodio e di alga. Lì si sta avverando il rito che la grancevola (fellone) compie fra gli scogli della Scarrupata e del Fieno, dove si fecondano le uova nella poca acqua.

Cosa mi spinge? Cosa ferve nell’aria? E’ il disappunto degli isolani per la lentezza con cui si procede nella vaccinazione anti-epidemica. Il lamento misto alla rabbia viene da lontano e corre sulla collina di Tre Venti, dove nel Poliambulatorio ci si industria per rendere sicura l’esistenza dei più deboli.

Patalano (pescatore storico) sta rientrando dalla pesca giornaliera. Scorfani irsuti, polpi afflosciati, occhiate e menuzzaglia varia. C’è sempre gente che aspetta perché affezionata al pescato di scoglio. Quello che non tollera la gente di città. Troppe spine. Come se i pesci non dovessero avere le spine! E le stagioni non debbono eccedere nelle loro caratteristiche meteorologiche. E i divieti non debbono urtare i desideri degli uomini. E i loro propositi devono trovare soddisfazione e non impedimenti. Cosicché la terra, o meglio il pianeta intero, sia approntato come un grande mercato in cui si possa acquistare di tutto: frutta esotica, vacanze elitarie, mercati azionari fruttuosi, esistenze al limite, sistemi di governo ammansiti. Vinta la distanza, vinto il movimento, il deserto, la fame, la malattia, la vecchiaia, la morte, quasi.

A questa quota urto secchi di calce con cui i Ponzesi rivitalizzano le case, filari di vite ombrati di verderame, scale appoggiate per raggiungere i tetti.

Troppo basso, volo troppo basso, e la vista è turbata da meschinerie. Umane, soltanto umane. La natura è pervasa da un disordine più regolato. Almeno così mi appare. Nei nidi i piccoli gabbiani rispettano gli ordini dei genitori.
“Come fanno?” – domanda curiosa la piccola Sofia.
“Seguono quello che detta loro il cuore”.
Il cuore?” – sgrana gli occhi Sofia.
“Sì, il cuore, e fallo sempre pure tu”.

Riprendo quota, la mia natura è nell’andare.

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