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La risposta di Augias su Napoli (3)

a cura della Redazione
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Dalle pagine de la Repubblica dello scorso 20 apr. Corrado Augias ha risposto complessivamente alle critiche che gli sono state mosse per le affermazioni contenute nel suo servizio su Napoli, su Rai3 (leggi anche qui [2], sul sito).

Cari napoletani, nessuna città è perfetta
di Corrado Augias – da la Repubblica del 20 aprile 2021

Il conduttore replica alle critiche sul suo programma tv dedicato alla città campana

Credo che la rumorosa suscettibilità di alcuni napoletani davanti ad una visione critica della loro splendida città afflitta da molti mali sia un ostacolo serio al suo miglioramento.
La puntata su Napoli di Città segrete ha chiuso la serie con ascolti molto alti il che non è sempre garanzia di qualità ma lo diventa quando si tratti di un programma con riferimenti e contenuti culturali non trascurabili. Abbiamo aperto con l’ouverture del Matrimonio segreto di Cimarosa, ricordato più volte – anche con Rossini e il san Carlo – che Napoli è stata una delle capitali europee della musica, tradizione ancora viva nella musica popolare.

Abbiamo chiuso nella stazione “Università” del metrò, meraviglia architettonica che Roma non ha mai avuto, forse nemmeno Milano. Abbiamo ricordato la rivolta popolare di Masaniello, la rivoluzione napoletana del ’99, con le sue eroine Eleonora Pimentel Fonseca e Luisa Sanfelice, commentando con l’analisi storica di Vincenzo Cuoco poi ripresa da Benedetto Croce. Evocato le 4 giornate durante le quali i napoletani cacciarono gli occupanti tedeschi possiamo dire a mani nude; raccontato l’eroismo del dottor Giuseppe Moscati, medico dei poveri, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987; mostrato l’opera di Artemisia Gentileschi, pittrice insigne, illustrato la genialità non solo teatrale di Eduardo; visitato le chiese più belle a cominciare dalla Cappella Sansevero che vale da sola un viaggio a Napoli. Poi abbiamo toccato un tasto dolente: la storia di Cutolo e della Nco. Lì è scattato il risentimento. Quando abbiamo raccontato Milano, oltre venti minuti di programma erano dedicati al pio Alberto Trivulzio, allo scoppio di Tangentopoli, all’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli.

Noi non facciamo cartoline illustrate, ci sono programmi benemeriti che assolvono questo compito.
Città segrete racconta le luci ma non trascura le ombre. Nella storia include le articolazioni negative, perché solo chi accetta la realtà è in grado (potenzialmente) di modificarla. Una professoressa della Federico II mi ha scritto: “Napoletana doc, ho riconosciuto la mia città, le cose che tanto mi piacciono e quelle che mi avviliscono e che non cambiano. Ho riconosciuto Napoli, la prima a insorgere per la propria libertà, uscendo dai bassi dei vicoli e dalle dimore altolocate, con armi improvvisate, sotto le bombe, uomini, donne, vecchi, bambini e femminielli. La città di San Gennaro, di Maradona, di Cutolo, di Eduardo, del Teatro più bello del mondo. E che ciascuno interpreta a modo suo”.
Anche noi l’abbiamo interpretata, con rispetto, a modo nostro.