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Vaccino anti Covid

di Francesco De Luca

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Mi sono vaccinato (prima dose) anti-Covid mercoledì 31 marzo all’ospedale Fiorini di Terracina, ore 8,00. Vado alle 7,30, come l’età mi suggerisce. Già c’è qualcuno ad aspettare. Gente over 75. “E tu – mi rivolgo ad un ragazzo – che ci fai qui? Mica ti devi vaccinare?”
“No… accompagno mio padre”.

Altri sopravvengono, qualcuno con giovinette accanto (accompagnatrici anche loro). Tutti canuti. Tutti in pantaloni. Come? Avete capito bene… uomini e donne tutti in pantaloni. Cosa c’è di strano? C’è che le donne ad una certa età preferiscono la comodità. E dai… con l’età… cosa c’ entra? C’entra perché questa pandemia ha accentuato certe realtà che rimanevano un tantino nascoste. Ad esempio: l’evidenza che la vecchiaia è preponderante numericamente sulla gioventù. Si sapeva, certo, si sapeva, ma l’impatto delle morti giornaliere, della maggiore fragilità degli anziani, sono fatti che ci stanno intristendo. Così come l’uso dei pantaloni fra le donne. Più comodi ma meno belli, più andanti ma meno leggiadri.

La sciagura pandemica che stiamo vivendo ci lascerà diversi da prima.
Un altro esempio. Fuori all’ambulatorio, piano piano si è riempito di gente. C’era uno che faceva le pulci a tutti. “Lei, lei… metta la mascherina sopra il naso… sopra… se no non serve a nulla”.

E quello: “Mi scusi… ha ragione…” – mentre lo mandava all’inferno perché, avendo gli occhiali, si appannavano di frequente. Fino a che li ha tolti, preferendo rimanere come un fuscello al vento perché la cecità gli impediva ogni approdo alle cose.

“Lì… state un poco più distanziati…”– sempre lui il rompiscatole. C’era infatti una signora con l’accento romagnolo che teneva conversazione con altri. Rigorosamente canuti nel capo e… “E… cosa?” Chi con la stampella, chi sottobraccio alla moglie che chiaramente lo sorreggeva. Eppoi… il distanziamento. Una trentina di persone in uno spazio che poteva contenerne trecento. Distanti e diffidenti. Non solo… c’è un’altra ombra a tingere di nero da oggi il nostro stare insieme: la delazione. Ognuno a vedere l’altro, a controllarne i comportamenti. “Come faremo ad entrare?” – lui, il solito. C’è chi ha la comunicazione alle ore 8, chi alle 8,30, chi alle 9,00. “Ah… bene…se è così”. C’è scritto sul foglio della convocazione. E tutti a rileggere quel foglio a cui è stata data un’attenzione minima. Perché? Altra caratteristica resasi evidente. Si è distratti dal tumulto delle incombenze giornaliere. Soffermarsi a leggere è diventato un fastidio. Ogni nuova procedura è ostica, ogni ambiente nuovo è ostile. Tanti annunci, frecce, divieti, permessi, percorsi, sanzioni, abluzioni, inibizioni.

L’ambiente umano, creato e gestito dagli uomini, è soggetto a procedure, ovvero, permessi e divieti. Ovvero diritti e doveri.

Come nella natura! No. Assolutamente no. In natura ogni legge prevede l’inadempienza. Non sempre e non necessariamente punitiva. In natura è possibile comportarsi con volontà. Ossia si acconsente in parte e si viene gratificati parzialmente. Nella società codificata o funziona l’obbedienza consenziente o c’è la punizione.

E il Covid cos’altro è se non una punizione? Non da Dio Salvatore bensì derivante dalla smania dominante dell’uomo. Io posso tutto. Nulla mi è precluso. Il mondo è stato creato, o ordinato, per il mio piacere. Senza rispetto per la parte fisica del pianeta, per la parte biologica, per quella ambientale, per quella ecologica, per quella estetica.

E già, anche di quella estetica perché la natura nel suo aspetto originale è bella. E’ bella sempre. Diventa brutta quando viene manomessa, deturpata, asservita all’uomo. E diventa anche nociva. Il Covid, appunto.
Ci ritroveremo più incattiviti, più acidi, più brutti.

Appena fatto sono fuggito. Come ad allontanarmi da… Da che? “Non si esce di lì – il solito – la porta d’uscita è dall’altra parte…”.

Che iattura, questa pandemia ci sta allontanando dall’umano e avvicinando al bestiale. Altre malattie abbiamo conosciuto e in quelle desideravamo tuffarci.
“Tu si’ na malatia /ca me dà  na smania ‘i te vedé / si’ tutta a vita mia / chistu core cerca sempe a te ”.

 

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