di Luciana Figini
Sono sempre troppi i pregiudizi contro i musicisti giovani, troppi gli stereotipi e le frasi fatte, tipo:
“Ai miei tempi la musica era migliore”, “Oggi tutta la musica fa schifo”, “Ma chi si credono di essere questi trappers, sono vuoti, senza contenuti” e via dicendo.
E indovinate chi esprime questi giudizi taglienti? Di solito noi, della generazione di Battisti e De Andrè, delle generazione che oggi i giovani chiamano “boomers” e che è diventata un’espressione simile a quella che noi usavano verso i nostri padri ed i nostri nonni, ricordate? “Matusa”
Adesso i “matusa” siamo noi, ma molti lo sono anche nello spirito, oltre che nel corpo.
Cosa voglio dire? Voglio dire che non dobbiamo mai smettere di essere curiosi e che dobbiamo sforzarci di ascoltare i giovani musicisti di oggi, altrimenti anche noi facciamo la fine dei nostri padri e dei nostri nonni, che non ci consideravano e spesso non facevano che criticarci.
Sia chiaro: ho una stima ENORME per i cantanti, i cantautori ed i gruppi musicali del passato: guai a chi mi tocca Mina o Guccini, guai a chi disprezza i Genesis o i Led Zeppelin, però, per favore, cerchiamo di ritrovare un po’ di sana curiosità e proviamo almeno ad ascoltare questi nuovi musicisti!
Non facciamo i matusa!
Qualche tempo fa avevo scritto un articolo su Billie Eilish, oggi ci provo con una giovanissima cantante trap italiana: Madame.
Francesca Calearo, alias Madame, è una agguerritissima e giovanissima cantante trap italiana ( è nata nel 2002 ).
Conosciuta da pochi prima di Sanremo 2021 ha partecipato con una brano particolarissimo “Voce”, una canzone che, oltre ad avere un sound davvero interessante, ha un testo molto profondo.
Il tutto è “condito“ dalla voce particolarissima di questa ragazza.
Ma andiamo a leggere il testo e ad ascoltare la canzone:
Voce
Mi ricordo di te
Ricordo i mille giri sulle giostre, su di te
Ho fatto un’altra canzone
Mi ricorda chi sono
Ho messo un altro rossetto
Sopra il labbro superiore
Negli occhi delle serrande si stenderanno e io sparirò
L’ultimo soffio di fiato e sarà la voce
Ad essere l’unica cosa più viva di me
Voglio che viva a cent’anni da me
Voglio rimanga negli anni com’è
Fumo per sbarazzarmi di lei
Ma torna da me
Dove sei finita, amore?
Come, non ci sei più?
E ti dico che mi manchi
Se vuoi ti dico cosa mi manca
Adesso che non ci sono più
Adesso che ridono di me
Adesso che non ci sei più
Non so se ti ricordi di me
Quanto è bello abbracciarmi
Per sentirti un po’ a casa
Sarà bello abbracciarti
Dirti, “Mi sei mancata”
In un bosco di me
C’è un rumore incessante
E lo faccio da parte
Tu sei la mia voce
Mi ricordo di te
Mi vedevano ridere sola, ma eri te
Ho baciato un foglio bianco
E la forma delle mie labbra
Ha scritto da dove nasci tu e che non morirai
E se negli occhi delle serrande si stenderanno e io sparirò
L’ultimo soffio di fiato darà la voce
A quella che è l’unica cosa più viva di me
Voglio che viva a cent’anni da me
Perché in giro mi chiedon di me
E mi chiedo di te anch’io
Dove sei finita, amore?
Come, non ci sei più?
E ti dico che mi manchi
Se vuoi ti dico cosa mi manca
Adesso che non ci sono più
Adesso che ridono di me
Adesso che non ci sei più
Non so se ti ricordi di me
Quanto è bello abbracciarmi
Per sentirti un po’ a casa
Sarà bello abbracciarti
Dirti, “Mi sei mancata”
In un bosco di me
C’è un rumore incessante
E lo faccio da parte
Tu sei la mia voce
Baby, ne ho fatte
Baby, ne ho fatta di strada
Baby, ti ho cercato in ogni dove
Nelle corde di gente che non conosco
Ma in fondo bastava guardarmi dentro più che attorno
Sei sempre stata in me e non me ne rendevo conto
Dove sei finita, amore?
Come, non ci sei più?
E ti dico che mi manchi
Se vuoi ti dico cosa mi manca
Adesso che non ci sono più
Adesso che ridono di me
Adesso che non ci sei più
Io so che ti ricordi di me
Perché è bello abbracciarmi
Per sentirti un po’ a casa
Ti ricordi le notti
Che urlavamo per strada
Ma nel bosco di me
Ora siamo tornate
E per sempre sarà
Che tu sei la mia voce
Che noi siamo tornate
E per sempre sarà
Sì, per sempre sarà
Che tu sei la mia voce
“Voce” è una canzone d’amore ma il significato è duplice: l’amore per l’altra persona ma soprattutto per la musica. Chi ama diventa la voce, l’elemento principale di espressione e, allo stesso tempo, è eterno come il suo legame intenso per la musica.
“Mi ricordo di te, ah, Mi vedevano ridere sola, ma eri te, Ho baciato un foglio bianco e la forma delle mie labbra, Ha scritto da dove nasci tu e che non morirai” canta Madame.
Più che una canzone d’amore quindi è una specie di inno alla propria voce ed alla propria identità musicale “Voglio che viva a cent’anni da me, Perché in giro mi chiedon di me, E mi chiedo di te anch’io” oltre che alla potenza espressiva che risiede nella voce.
Non manca l’elemento di nostalgia e malinconia, tra presente e quel passato “Adesso che non ci sei più, Non so se, Ti ricordi di me, Quanto è bello abbracciarmi, Per sentirti un po’ a casa”. Amore sentimentale, fisico, amore verso la musica e verso la voce che permette di esprimersi.
Vorrei concludere parlando della “persona” Madame: a differenza di tante rappers e trappers Madame non è una “strafiga” ; è un po’ mascolina, sia nei vestiti che nei gesti, ha i denti irregolari, non si cura molto la pettinatura, non si trucca, non si atteggia e di tutto questo ne va giustamente fiera: è lei, è autentica, è quello che è.
In questa intervista parla di se stessa e di tutti i suoi problemi, di tutte le sue incertezze, di tutte le sue mancanze o manie, in modo diretto e senza filtri. L’intervista è un po’ lunga, ma vale davvero la pena ascoltarla.
E’ una ragazza che mostra alle altre ragazze che non c’è bisogno di essere Beyoncé o Shakira per fare successo o semplicemente per avere una vita positiva e questo è un messaggio forte per tutte le nostre ragazze: sta dicendo che si deve sempre fare di tutto per essere se stesse e che bisogna fregarsene del giudizio degli altri.
“Last but not least”, ultimo ma non in ordine di importanza, i discorsi che questa ragazza fa sono di una maturità, di una sincerità e di una profondità davvero disarmanti.
Luisa Guarino
6 Aprile 2021 at 17:04
Ringrazio Luciana, e Silveria per la settimana scorsa con Diodato, che portano linfa fresca a questa rubrica, che troppo spesso è caratterizzata da pensosi e nostalgici amarcord, o da ricostruzioni storiche a mio avviso un po’ pesanti. Vabbè, quelli saranno pure brani che hanno fatto la storia, e risalgono solitamente a decine di anni fa. Vabbè, per Madame&compagni dovremo aspettare ancora parecchio. Ma se anche non li sentissimo nominare più, essi avranno comunque segnato questo 2021, di cui sentiremo invece parlare a lungo, e non bene. Ecco perché apprezzo la freschezza musicale di questi giorni.