- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Epicrisi 323. Oltre il vaccino e la primavera c’è la nostra comunità

di Rosanna Conte
[1]

.

E’ l’ultima settimana d’inverno.
Mai come quest’anno stiamo mettendo fretta alla primavera e non solo perché ci porti il suo tepore, i germogli sugli alberi e sulle piantine dell’orto, e il manto d’oro con cui ricopre le colline ponzesi facendo fiorire i ‘uastaccette e poi le ginestre. La stiamo aspettando impazienti perché porti via il Covid: il sole e il calore sono nostri alleati nella lotta al virus e, insieme al vaccino, che per noi è la difesa principale, insieme alle precauzioni del distanziamento e della mascherina che dovremo continuare a mantenere, ci auguriamo che ci aiutino a superare quest’altra fase, la terza che speriamo sia l’ultima.

[2]

Sarà il periodo  molto lungo di privazione della socializzazione o forse proprio la primavera che sta bussando alle porte, ma questa settimana abbiamo avuto un fiorire di articoli che in un modo o nell’altro hanno lasciato il passo alla fantasia. Ce ne danno un saggio l’idea degli stendardi con l’immagine di S. Giuseppe appesi sulle facciate della case  per onorare e festeggiare il santo (San Giuseppe 2021? l’abbiamo festeggiato così [3]),  l’ispirazione  di Pasquale Scarpati a scrivere un racconto fantastico sulle bellezze di Santa Maria (Santa Maria: l’immaginazione [4]) o il desiderio di Rita Bosso di re-incontrare  con la mente e col cuore persone che non ci sono più grazie a una foto che ha innescato la sua passeggiata virtuale in uno scorcio del Corso (Una foto racconta (19). Mario di Frontone [5]). Senza dimenticare l’ispirazione di Franco De Luca che stigmatizza la primavera e la riconosce in alcune particolari gestualità (La primavera si manifesta [6]).

[7]

Non dimentichiamo l’aggancio razionale di Sandro Russo a un lavoro fantastico come Viskovitz (Viskovitz sul Venerdì di Repubblica [8]),  come non possiamo tacere la sua fredda ricostruzione razionale del bello in natura anche con i numeri (La ricerca della Bellezza (4). L’Uomo e la Natura che dà i numeri [9]) perché, comunque, la ricerca della bellezza è in forte sintonia con la primavera.

[10]

Dopo l’aria frizzantina primaverile, però, questa settimana troviamo anche l’aria greve, pesante, per non dire mefitica, della vicenda del povero Gianmarco Pozzi. Quando succedono morti abbastanza innaturali, le domande più spontanee sono come e perché, e se le pongono non solo le famiglie e i più cari amici di chi scompare, ma anche chi l’ha solo conosciuto occasionalmente o, addirittura, chi non l’ha mai conosciuto. Con le capacità investigative odierne e l’avanzata tecnologia di supporto ci aspettiamo tutti che le risposte arrivino e in tempi abbastanza ristretti, e quando ciò non succede, il sospetto ha campo libero e non si riesce a frenare la fantasia che lo alimenta (Considerazioni a margine: forse Ponza avrebbe potuto essere [11]…).

[12]

E questo non solo non fa bene alla verità, al dolore della famiglia, ma nemmeno alla nostra comunità che ne esce schiacciata, offuscata e con un marchio che rischia di diventare un macigno sul futuro dell’isola. Bene fa il  sindaco (Inchiesta televisiva delle “Iene“: l’intervento del sindaco [13]) a portare la discussione in Consiglio comunale in modo che possa uscire una comunicazione concorde fra maggioranza e opposizione sulla condanna del fatto, e questo è ovvio, ma anche sulle eventuali misure da prendere per rendere meno offuscata l’immagine di Ponza.

Occorrono azioni concrete. Silverio Lamonica (Ponza e il turismo giovanile: “Assembramenti, movida, molestie, schiamazzi” [14]), in relazione ai disturbi creati dalla movida estiva, aveva suggerito all’inizio della settimana che fosse lo stesso Comune a mettere in campo azioni concrete, come l’offerta di animatori turistici e spazi, per arginare il dilagare inconsulto dei giovanissimi durante l’estate. Sarebbe, certo, qualcosa di operativo, ma non so se, alla luce di quanto emerge dal servizio televisivo della Iene, sarebbe sufficiente.

[15]

Stiamo a livelli che non sono più lo sbando del giovanissimo uscito di casa e abbandonato a se stesso, ma pare che sia un intruppamento che proviene da lontano e nel quale i giovani, più che essere i colpevoli, sono l’oggetto di una mattanza.

E, sebbene stimi molto Emilio Iodice, non sono così fiduciosa come lui nella vittoria del bene sul male (Il diavolo e Daniel Webster. Una storia tra il bene e il male [16]). Nella continua  lotta che attraversa la nostra vita nelle piccole come nelle grandi cose, certo possiamo impegnarci perché il bene trionfi, ma il male è molto più forte. Dalla piccole invidie che alimentano le maldicenze ai grandi egoismi che portano a morte e distruzioni, se non alle depravazioni che vivono  della distruzione fisica e mentale degli altri esseri umani, cosa siamo riusciti a sconfiggere definitivamente? Nulla! Possiamo solo permetterci un intervallo di respiro perché appena abbassiamo la guardia, eccoli di nuovo tutti presenti, i mali dell’uomo. Del resto è una lotta continua e il “bene” ha bisogno di reclutare continuamente soldati, mentre il male non riesce a trattenere la ressa che sta alle sue porte.

[17]

Ci dobbiamo rinforzare per sostenere il bene, questo si, e sempre ritrovando la necessaria linfa nelle relazioni umane, il campo in cui bisogna esercitarsi alla lotta. I sentimenti vanno sviluppati e coltivati continuamente. Anche questa settimana ne abbiamo fatto esercizio attraverso  uno stralcio di Revenca, di Antonio De Luca,  proposto da Rita Bosso, dove centrali sono gli affetti familiari, il lavoro operoso, il dolore esistenziale della solitudine (Revenca, di Antonio De Luca [18]).

[19]

Al di là di ogni analisi sui contenuti molto articolati che vedono la figura paterna come metro di misura del proprio io, i vari temi presenti nel racconto costituiscono ingredienti che aiutano a comprendere la natura umana. Anche le vicende della gattara di Frontone (La Gattara di Frontone 1 parte [20], 2 parte [21], 3 parte [22]) con la sua scelta di Ponza come luogo di riposo per il dolore che alberga nel suo animo punta a mettere in evidenza gli esiti della cattiveria umana e la ricerca di un antidoto nei sentimenti che le relazioni umane suscitano.

[23]

La forza degli affetti è pienamente riscontrabile nei ricordi di don Raimondo Salvaggio ( Un ricordo di don Raimondo Salvaggio [24]) (Don Raimondo Salvaggio [25]). La sua morte ha addolorato molto chi l’ha conosciuto e l’ha visto operare nel tessuto della comunità. Nel privato e in una rete un po’ più ristretta, anche Lucia Tricoli (E’ scomparsa Lucia Tricoli [26]) ha lasciato un vuoto perché aveva improntato la sua vita alla coltivazione degli affetti che sostengono le  relazioni con gli altri.

Insomma, la salvezza degli esseri umani è negli altri esseri umani.

Abbiamo, poi, questa settimana due escursioni nel passato della nostra isola. Quella più vicina, di cui ci parla Pasquale Scarpati,  è il ricordo della vita semplice e faticosa dei nostri nonni e bisnonni (Una foto racconta (18). La via dei Conti [27]). Quella più lontana ci giunge dallo scritto di Pasquale Mattej, riportato da Giuseppe Mazzella: le giovani pescivendole che andavano a recuperare il pesce in alto mare secondo l’usanza di allora (I ponzesi visti da…(8) Pasquale Mattej [28]).

[29]

Sono condizioni ormai perdute, ma che non dobbiamo dimenticare perché ci danno il metro per misurare i grandi alleggerimenti di cui godiamo nella vita quotidiana grazie alle scienze e alla tecnologia. Non sempre il presente, però, è migliore di ieri e la  percezione dell’enorme distanza fra il “c’era una volta” e l’oggi ce la dà lo scritto di Franco De Luca ( Il Mamozio, oggi [30]), dove passata la buriana estiva il luogo torna ad avere la sua funzione  naturale ed è molto più bello e vivibile.

[31]

E’ sempre e soltanto il progresso tecnologico e scientifico che ci può far preferire l’oggi, basti pensare ai vaccini, unico vero baluardo alla lotta contro la pandemia. Su questo ci è giunta una notizia di cui aspettiamo conferma: la rapida vaccinazione dei ponzesi e dei ventotenesi  in vista dell’arrivo dei turisti (Ponza e Ventotene: si vaccina tutta la popolazione [14]).

E’ giusto prepararsi per tempo per il periodo estivo con la copertura difensiva anti-covid, ma è altrettanto giusto prepararsi con un’immagine pulita della nostra isola come luogo di grandi bellezze naturali, dove i giovani possano divertirsi in maniera sana, in sicurezza e rispetto dei comportamenti urbani.

[32]

Chi è preposto all’amministrazione della vita collettiva prenda le decisioni necessarie. Ricordiamo la scelta incondizionata del ministro Giacomo Mancini e la sua grande capacità operativa. Come scrive Paride Leporace, fu lui che, contro la deterrenza diffusa di industrie e politici italiani riuscì ad imporre in Italia il vaccino Sabin che ha sconfitto la poliomelite ( Una storia di vaccini, di non troppo tempo fa [33]). E’ questa una ricostruzione oggettiva delle vicende di allora che non ha bisogno di rinvangare episodi, come l’ipotetico attentato a Lenin e Trockij che non avvenne ( Eliminate Lenin e Trockji [34]).

[35]

Mi sembra doveroso ricordare la celebrazione dell’ottantesimo anniversario del Manifesto di Ventotene (2021. Ottant’anni del manifesto di Ventotene (1981-2021 [36]) per il quale ci saranno grandi cerimonie  con la presenza di Ursula von der Leyen,  presidente della Commissione europea, ma anche la scomparsa di un altro ponzese, Augusto Vitiello, che abitava a Rapallo, ma che aveva mantenuto il legame con la sua isola (Rapallo, ci ha lasciato  Augusto Vitiello [37]).

Auguri alle due neolaureate!. Che nel loro futuro ci sia spazio per la comunità ponzese che ha bisogno di giovani forze dai sani principi. Già, perché accanto al sapere dobbiamo cercare sempre la disponibilità a non privilegiare l’interesse personale quando può nuocere alla comunità (Ottime notizie: due nuove laureate ponzesi [38]).

Infine, in chiusura, manca poco a Pasqua e Assunta Scarpati ci suggerisce una ricetta di pastiera che affonda nella tradizionale pizza di pasta pasquale con spaghetti, uova e cannella (Pastiera dolce di spaghetti [39]).

[40]

Proviamo a farla e gustiamola!  Può darsi che, tra pastiera e primavera, riusciamo a darci le energie per cacciare la nebbia in cui ci troviamo.