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Una canzone per la domenica (135). See Emily play

di Luciana Figini

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La canzone che vi proponiamo questa domenica è stata una delle prime dei Pink Floyd e venne scritta da Syd Barrett, allora leader della band, nel lontano 1967.

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Nel video che segue si vedono quattro ragazzi giovanissimi, appunto i Pink Floyd, giocare e far finta di suonare e cantare insieme in quello che sembra un parco cittadino.
Il video è in bianco e nero ed i ragazzi appaiono scanzonati e apparentemente senza pensieri.
Scenette, corsette, balletti e scherzi si alternano: Nick Mason fa finta di suonare la batteria, Roger Waters punta la chitarra verso il cielo, poi tutti ridono e fanno finta di giocare a baseball.
Apparentemente quattro giovanissimi musicisti che si divertono insieme.
Apparentemente, appunto.
Ma vediamo il testo della canzone:

SEE EMILY PLAY
(Syd Barrett)

Emily tries but misunderstands
She’s often inclined to borrow somebody’s dreams ’til tomorrow
CHORUS
There is no other day
Let’s try it another way
You’ll lose your mind and play
Free games for May
See Emily play
Soon after dark Emily cries
Gazing at trees in sorrow hardly a sound ’til tomorrow
CHORUS
Put on a gown that touches the ground
Float on a river for ever and ever
Emily
CHORUS

GUARDA EMILY GIOCARE
(Syd Barrett)
Emily ci prova ma si sbaglia
E’ spesso incline a prendere in prestito i sogni di qualcuno
fino a domani
RITORNELLO
Non c’è un altro giorno
Proviamoci in un altro modo
Perderai la testa e giocherai
Giochi liberi per maggio
Guarda Emily giocare
Subito dopo il buio Emily piange
Fissa soffrendo gli alberi, in silenzio fino a domani
RITORNELLO
Indossa un abito che arriva fino a terra
Lasciati trascinare dalla corrente di un fiume per sempre
Emily
RITORNELLO

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Il genio creativo del gruppo, in questi primi anni, si chiamava Syd Barrett.
All’epoca raccontò di avere visto una ragazza chiamata Emily in una foresta mentre dormiva dopo avere preso una droga psichedelica.
E questo era il suo problema principale: Syd soffriva da tempo di una forma di psicosi piuttosto seria; l’uso delle droghe acuiva questi disturbi e lo portò in seguito alla distruzione.

Syd era un genio nel comporre e nel mixare i pezzi. Faceva in modo che ad ogni istante il brano fosse “in movimento”.
Alzava e abbassava i cursori della consolle, apparentemente a caso.
Ciononostante il risultato era fenomenale .
Syd era un pittore, un visionario, un poeta: molti dei testi incredibili di questi anni sono il prodotto della sua sfrenata fantasia, della sua capacità di vedere “oltre” e “dentro”.

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Purtroppo  la suggestione e il fascino della musica di Barrett erano fatte della stessa sostanza della sua rovina; lentamente ma inesorabilmente la visione e  la trascendenza si trasformarono in lui in isolamento, autismo, scambiati inizialmente per eccentricità da chi gli stava vicino.

All’inizio degli anni Settanta Syd era fuori, consegnato per sempre alla sua psicosi, ad un mondo di silenzio e pazzia dal quale non riemergerà più.
Gli altri continueranno, diventando una delle band più famose di tutti i tempi ma lo ricorderanno spesso nei loro testi, soprattutto nel pezzo “Shine on you Crazy Diamond”, interamente dedicato a lui, pazzo diamante, perduto per sempre.
Da YouTube, Pink Floyd – Shine On You Crazy Diamond, 1974 (Album Wish You Were Here, 1975); “Live at Knebworth” 1990 Hertfordshire, England [dove il desiderio (wish) espresso è proprio della presenza dell’amico mancante e perduto per sempre).

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YouTube player

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Appendice dell’8 marzo 2021 (cfr Commento di Sandro Russo)
Copertine (fronte/retro ) citate nel commento:

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[4]

Relics (reliquie, ma anche relitti), album del 1971 (fronte/retro parz.)

[5]

[6]

The Piper at the Gates of Down, del 1967 (anche il progetto grafico del retro di copertina é di Syd Barrett)

[7]

Poi l’ho trovato il posto di Londra della copertina del disco… E’ la serra vittoriana, la Palm house ai Kew Garden

Appendice. 2 (Cfr. secondo Commento di Sandro)

[8]

Epilobium angustifolium. Fam. Onagraceae