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Ischia è l’Italia: rilancio o fallimento

di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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“Non c’è sovranità nella solitudine”
(Mario Draghi)

Sono sempre partito da lontano per esaminare, con il massimo sforzo di obiettività, il “quadro politico, economico e sociale” della nostra isola d’Ischia.
Non dobbiamo sentirci un’isola nella solitudine ma parte della Repubblica Italiana. Sul piano locale si debbono applicare le Leggi ed i provvedimenti della Repubblica perché dura lex sed lex; non possiamo essere estranei al dibattito nazionale ed a quello europeo, per quello che sta succedendo a Roma ed a Bruxelles. Non possiamo estraniarci da quello che viene deciso a Roma perché siamo chiamati – Istituzioni e Cittadini – sul piano locale ed a tutti i livelli ad applicarlo.
Certo. Dobbiamo sottolineare e far valere la nostra particolarità di un’isola di media grandezza con un sistema socioeconomico tutto imperniato sul turismo ma non possiamo non tener conto che la coperta della spesa pubblica per sostenere lo Stato che è “Repubblica” è corta per tutta la popolazione della penisola italiana.
Ma quello che è importante è non perdere le occasioni dei finanziamenti che ci vengono da Leggi o dal “Governo del Paese” per risolvere i nostri problemi e risolvere i problemi dei cittadini.

La cattiva gestione della spesa pubblica.
I cosiddetti finanziamenti “a pioggia”, l’incapacità di predisporre progetti esecutivi ed infine la corruzione sono state le cause principali del fallimento delle “politiche di sostegno”.
Il governo locale da noi rappresentato da sei comuni, autonomi l’uno dall’altro nella disciplina unica del Testo Unico degli Enti Locali e ciascuno insensibile – nei fatti – ai problemi dell’altro, è chiamato a fare unità programmatica e attuativa per le occasioni di rilancio che vengono proposte dal governo nazionale.
A me è sempre parsa una premessa ineliminabile – nel parlare e scrivere di cose locali – collegarmi al quadro normativo nazionale, con la convinzione che se certe cose le fanno gli altri enti locali in altra parte d’Italia, le possiamo fare anche noi; con la condivisione di quella magnifica espressione del prof. Vincenzo Mennella (1923-1995), che si potrebbe chiamare l’Aldo Moro della DC ischitana:
“Il mare ci unisce pure al Continente non solo ci separa”.
È un ammonimento da tenere sempre a mente!

Draghi, il Cincinnato e Ischia
Così si debbono cogliere nel discorso al Senato del neo Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Mario Draghi, 73 anni, già Governatore della Banca d’ Italia e già Presidente della BCE – Banca Centrale Europea, che il francese Le Monde ha definito “il Cincinnato di oggi” paragonandolo a Lucio Quinzio Cincinnato che nel V secolo a.C. fu chiamato a circa 80 anni a salvare Roma come spes unica imperii populi romani (ultima speranza per l’autorità del popolo romano), i chiari riferimenti per la salvezza ed il rilancio dell’Italia verso la quale tutti proviamo amore e non a caso il discorso di Draghi – secco, essenziale, senza alcuna demagogia sulla scia di tutti gli economisti keynesiani – si chiude con il richiamo all’amore per l’Italia. È l’unica parte romantica e commovente del discorso.

L’epidemia del Covid-19 diventata pandemia, scoppiata un anno fa, è qualcosa di drammatico e che era lontanissima da ogni più catastrofica previsione. Abbiamo avuto guerre e crisi finanziarie e quant’altro ma mai ci siamo confrontati con un così forte nemico che è invisibile e che uccide. Ci siamo trovati completamente impreparati in Italia. L’art. 32 della Costituzione, quello che assegna alla “ Repubblica” il compito della tutela della salute nella sua attuazione è stato assegnato, nel decentramento dello Stato, alle 20 Regioni e ciascuna ha fatto per almeno da 20 anni a suo modo. Tutte comunque hanno potenziato la sanità ospedaliera ma hanno trascurato la medicina di territorio.

In pochi mesi, giorni, ore, il Governo del presidente Giuseppe Conte ha dovuto, di fatto, con la riscoperta dei DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), un atto amministrativo, avviare la “controriforma” della Sanità in Italia ritornata nel pieno potere del Governo.
La pandemia ha colpito tutto il mondo ma soprattutto i Paesi europei e gli USA che sono i nostri migliori clienti per la nostra economia turistica, la sola che abbiamo e su cui abbiamo puntato per almeno 70 anni credendo che non ci fosse una alternativa e che l’espansione dell’offerta – alberghi, case, attività commerciali ed artigianali indotte – potesse espandersi in maniera esponenziale cioè all’infinito.
Non è stata controllata la crescita che è diventata decrescita. Oggi siamo al blocco totale.
È chiaro come la luce a mezzogiorno che la pandemia colpisce in maniera totale il turismo perché la domanda è ferma in tutto il mondo.

Occupare 40mila posti letto, far muovere 200mila persone per almeno 5mila attività commerciali ed artigianali, oltre a dare lavoro stagionale ad almeno 10mila ischitani, è per il governo locale un compito due volte più grande – fatte le debite proporzioni rispetto alla missione di Governo del prof. Mario Draghi.

L’unità programmatica ed attuativa è quindi da noi due volte un dovere e non una opzione. Sconfiggere la pandemia con la vaccinazione di massa è il primo obiettivo come lo è per tutto il mondo, non solo per il prioritario diritto alla salute ed alla vita ma perché questa vittoria è legata alla riapertura delle frontiere ed alla mobilità mondiale… e quindi al turismo.

L’occasione degli aiuti europei
L’utilizzazione dei fondi del Recovery Fund che per l’Italia sono 209 miliardi di euro da spendere in sei anni per un rilancio complessivo dell’economia è essenziale per il rilancio, anche per le aziende, gli enti locali, per tutti i lavoratori dell’isola.
Ischia è parte di quel Mezzogiorno il cui mondo intellettuale si sta muovendo perché circa 159 miliardi dovranno essere spesi per il Sud, area in ritardo di sviluppo rispetto al Nord. Non a caso è stato il dislivello con il Nord che ha permesso all’Italia di avere aiuti europei molto più consistenti di quelli per la Francia e la Germania.

Entro aprile l’Italia deve presentare il Recovery Plan a Bruxelles, per il quale un grande lavoro è già stato fatto dal Governo Conte. Il Presidente Draghi ha tuttavia rimarcato il ruolo delle Regioni e degli enti locali nelle proposte. Ha ascoltato l’ANCI e l’UPI. Ha rimarcato ancora il ruolo delle forze sociali ed imprenditoriali.
Ancora: ha richiesto una lotta alla corruzione ma ha sottolineato l’efficienza della Pubblica Amministrazione.

L’efficienza della Pubblica Amministrazione – a tutti i livelli – è un tema all’ ordine del giorno di tutti i Governi da almeno 40 anni con i tentativi dei Ministri Giannini, Cassese, Bassanini.
È questa efficienza – per noi dell’isola d’Ischia spezzettata in sei Comuni con i comuni terremotati di Casamicciola soprattutto, di Lacco Ameno, e marginalmente Forio: 3 su 6 – la scommessa decisiva.
Come sta combinata la “macchina amministrativa” del Comune di Casamicciola – il più colpito dal rischio sismico ed idrogeologico – è nelle cronache quotidiane de Il Dispari. Non c’è nemmeno il segretario comunale e con l’ultimo c’è stata addirittura lite tra il sindaco ed il segretario.
La qualità dei funzionari comunali è un altro requisito essenziale. Bisogna saper scrivere le carte. La Ricostruzione dopo il terremoto del 21 agosto 2017 non solo non è mai iniziata ma lo stato generale di Casamicciola si è aggravato come si è visto con il crollo delle Terme La Rita nell’omonimo vallone.
Era un crollo “atteso” perché i cinque stabilimenti termali erano abbandonati da almeno vent’anni (io ho fatto un servizio televisivo con Mirna Mancini dieci anni fa che si può scaricare dal web, dove interpreto il maestro Arturo Toscanini che nel 1953 effettuò le cure proprio là: una documentazione storica inoppugnabile).

Basta con il campanilismo! Un Ufficio unitario di Pianificazione e Programmazione
Il momento richiede un completo abbandono del campanilismo. La barca dell’isola d’Ischia rischia di affondare e deve trovare un comandante autorevole ed un equipaggio di valore perché il mare è in tempesta. Una tempesta mai vista.

Ritengo che i Comuni debbano costituire un Ufficio della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica in maniera formale cioè con Delibere di Consiglio Comunale e con proprio personale tecnico di alta professionalità, “specialistico”, anche con il concorso della Regione Campania – riprendendo l’ordine del giorno della consigliera Maria Grazia Di Scala approvato all’unità il 31 luglio 2018 e mai messo in esecuzione – con un segretariato permanente e con sede nel Comune di Casamicciola, il più colpito, perché Ischia non è una colonia!
Questo Ufficio deve poter predisporre i Piani ed i Progetti con piena agibilità giuridica, perché senza quella non si possono rendere esecutivi e quindi finanziabili i progetti. Può essere costituito un Comitato Tecnico-Scientifico con i rappresentanti della Cultura locale perché non abbiamo bisogno di essere “colonizzati” e delle Associazioni di categoria. Indispensabile il ruolo delle Banche.
L’Amministratore Delegato del gruppo Banca Intesa nel quale è stato inglobato il glorioso Banco di Napoli, Carlo Messina, ha annunciato che il Gruppo Intesa San Paolo “ sarà in grado di attivare 200 miliardi di euro di investimenti” (La Repubblica 19 febbraio 2021).

Questi potrebbero essere sogni perché sono appelli ripetitivi e stantii di vecchi sognatori che da 40 anni propongono il Comune unico. Ma dopo la pandemia occorre una svolta epocale qui come in Italia e in Europa.
La strada è questa. L’alternativa è il caos.

 

Di Giuseppe Mazzella, direttore de “Il Continente”
Casamicciola, 21 febbraio 2021