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È in edicola il numero di InNatura di marzo 2021. Come al solito riferiamo dell’uscita del periodico trimestrale dedicato alla Natura che seguiamo fin dalla sua prima uscita – questo è il n° 1 dell’anno VII. Oltre alla copertina e al Sommario, riportiamo “in chiaro” l’editoriale di pag. 3 con un esemplare apologo-storia vera (a firma del condirettore), che ci riporta direttamente alle scempiaggini umane di cui abbiamo appena scritto nell’articolo sui daini (leggi qui). La lezione del passero C’è un modo di dire abbastanza diffuso, “mangiare come un uccellino”, per indicare chi si sazia con poco. Dall’alba del 18 aprile 1958 al tramonto del 21 aprile, tutta la Cina si impegnò per impedire l’atterraggio dei passeri. Ovunque il gran fragore provocato da pentole, piatti, tamburi e quanto altro facesse rumore spaventò gli uccelli e li costrinse a volare fino allo sfinimento. Dopo 72 ore di fracasso i passeri erano scomparsi dalla Cina. L’era dell’abbondanza però non era affatto iniziata. Anzi. Ben presto tutti si accorsero che gli uccelli, oltre ai semi, mangiavano una gran quantità di insetti. Questi, specie le cavallette, liberati dai predatori iniziarono a sciamare e a devastare i raccolti. Anziché aumentare, la produzione agricola diminuì sensibilmente e sulla Cina si abbatté una grande carestia. Il presidente Mao ordinò la fine della campagna contro i passeri, sostituendoli nel gruppo dei parassiti con le cimici. Ecco, quello che è accaduto al Passer montanus è quello che sta accadendo ad interi habitat.
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