- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Una foto racconta (11). Prove di emancipazione

di Enzo Di Fazio

 

L’anno doveva essere il 1949. Non lo riporta la foto, lo desumo dall’età che potevo avere io in braccio a mia madre. Poco più di un anno, essendo nato nel 1947.

 

[1]


Si era da qualche anno usciti dal secondo conflitto mondiale e c’era tanta voglia di ricostruire quello che la guerra aveva distrutto.
Il 1° febbraio del 1945, con il Paese diviso e  il nord ancora occupato dai tedeschi, il Consiglio dei Ministri emanò, su proposta di Palmiro Togliatti (PC) e Alcide De Gasperi (DC) portata il 30 gennaio in assemblea, il decreto che riconoscerà il diritto di voto alle donne.
Che  voteranno, tutte per la prima volta, il 2 giugno del 1946 in occasione del referendum istituzionale monarchia-repubblica.

A Ponza – sul sito ce lo racconta Gino Usai (leggi qui [2]) –  vinse la Repubblica con 396 voti di scarto, risultato cui  avranno contribuito sicuramente le donne.
Mia madre mi ha sempre detto che lei e le sorelle scelsero la Repubblica e non avrebbero potuto fare altrimenti con un padre con la tessera del Partito Socialista.

La mattina del 2 giugno il Corriere della sera titolò: “Senza rossetto nella cabina elettorale”  La motivazione? Poiché la scheda doveva essere incollata e non doveva avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare avrebbero potuto, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto. Il rossetto, però, si poteva portare, ma tenerlo in borsa pronto a ravvivare le labbra fuori dal seggio.

Ci si stava incamminando verso la strada dell’emancipazione che faticherà ancora tanto ad affermarsi al punto che ancora oggi di discute di parità di genere.

Piccoli segnali… come quello di tenere tra le dita o tra le labbra una sigaretta per interpretare un ruolo, quello della donna fatale che tanto spazio cominciava ad avere sulle pagine patinate dei fotoromanzi e sul grande schermo come ci racconta l’iconografia cinematografica di quegli anni attraverso le immagini di Rita Hayworth, Audrey Hepburn, Brigitte Bardot
Ma anche donna ironica che utilizza la sigaretta, un simbolo tipicamente maschile, per farsi largo nella conquista della parità di diritti. Tendenza spontanea di un’Italia che cresceva in un clima di maggiori libertà.

La foto ritrae tutte donne, di maschi solo tre bambini.
Provo ad immaginarmi il momento in cui tre sorelle, una cognata ed una zia, tutte di sani principi e bene educate, decidono di farsi fotografare con una sigaretta.
Dove prenderle non sarà stato un problema, con uomini in casa tutti fumatori.
Deve essere stata un po’ una sfida, l’atto dimostrativo della consapevolezza di uno spazio che si andava conquistando. Quelle sigarette non sono accese ed è certo che, dopo lo scatto fotografico, sono state riposte nel pacchetto o buttate via. So, dai racconti e dalle testimonianze, che nessuna di quelle donne ha mai fumato né allora né negli anni successivi della loro vita.

Gli interpreti di questo fotogramma?
Da sinistra verso destra: mia madre con me in braccio, zia Luisa, sorella di mia madre, a seguire: zia Silvia (madre di Pompeo e Gino Scotti), zia Velia (nonna di Cristoforo, il fanalista ora in pensione) e appoggiata al muro zia Elia, altra sorella di mia madre. La bambina in primo piano è mia sorella, il bambino vicino, mio cugino Silverio figlio di zia Luisa.
Chi oggi potrebbe ancora raccontare di questa foto sono zia Silvia (quasi centenaria) che vive a Ponza e zia Luisa (101 anni ben portati) che vive in Canada.

La foto è stata scattata nel cortile di una casa degli Scotti diventata oggi un confortevole e moderno Bed & Breakfast.

***

Nota della Redazione: Una foto può essere un contenitore di ricordi, emozioni, momenti di vita.
Ne hai, da condividere con noi? Per come fare leggi “Raccontalo con una foto [3]

 

integrazione del 30 gennaio 2022

[4]

[5]

fronte e retro della tessera di iscrizione al PSIUP di Silverio Scotti
(cliccare sulle immagini per ingrandire)

Cercata invano per tanto tempo è emersa oggi all’improvviso, custodita in una busta, mentre cercavo tutt’altra cosa.

Si tratta della tessera di iscrizione al Partito Socialista del nonno materno Silverio Scotti, di professione Agente Fari, che avevo promesso di mostrare non appena trovata.
Eccola, riprodotta nel fronte e retro, in calce all’articolo di base.
Da quanto c’è scritto sopra desumo una serie di notizie
E’ stata rilasciata nel 1947, in occasione del Cinquantenario dell’Avanti!.
L’anno, quindi, in cui è avvenuta la scissione di Palazzo Barberini dalla quale ebbe origine il Partito Socialista Democratico Italiano.
La denominazione di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria che si legge sulla parte frontale era stata assunta nell’agosto del 1943 dopo la fusione con il Movimento di Unità Proletaria (notizie liberamente tratte da Wikipedia)
Sul retro, ove è riportato il timbro tondo della sezione di Ponza altre notizie interessanti:
la firma, probabilmente dell’economo della Sezione, sui quadratini dei 12 mesi dell’anno a comprova del regolare pagamento di quanto dovuto e le firme del Segretario della Federazione (illeggibile) e di quello della Sezione di Ponza (sembra di leggere “Mazzella”)