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Refoli e vicoli (1). Una donna al balcone

di Francesco De Luca

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“E’ un anno che non esco da casa… eehcomme se fa’…”. Così mi accoglie una donna dal balcone di casa, al primo piano a Giancos. Stamane il sole non è pieno ma almeno non piove e la temperatura è mite. Stessa mia età, ci intratteniamo volentieri perché dalla pandemia (maledetta!) possiamo andare ai ricordi dell’infanzia, a quelli della chiesa, ai figli (di entrambi), al fratello Silverio, ai dolori della vecchiaia. Insomma gli argomenti fra cui spaziare sono tanti. E poi… come è ameno colloquiare, lei dal balcone e io dalla piazzetta, in procinto di andare al negozio.

“Come è che non esci?” – domando, e lei subito: ”Sono questi ginocchi che non ne vogliono sapere. Dovrei andare a Formia per controllo ma… in ospedale, con quello che sta succedendo… non ci voglio andare”.
Come darle torto! La sanità paradossalmente non tutela la salute di chi dovrebbe.

“Nemmeno in chiesa… vado…”

“E perché? – intervengo.

“Perché, da seduta, dovrei stendere la gamba su una sedia davanti… come faccio… però è venuto don Ramon e mi ha portato l’ostia santa”.
E questo è meritorio, così non si rescinde il cordone vitale fra il fedele e l’Ente cui ha demandato la salvezza.

Stiamo parlando e il fruttivendolo ambulante lascia il triciclo ed entra nel portone. Ne esce con una lista. La donna in alto: “Non mi portare le arance quelle grosse… portami quelle normali”. Rivolta a me: “Così faccio la spesa…”
Sono le acrobazie positive di un piccolo paese.

Comme amma fa’… deceva ‘a nonna mia: ‘a vita è na funa… tira… tira… quanno se spezza è fenuto”.

E così la vita viene ridotta alla sua natura essenziale. Senza gloria… si dirà… senza evidenza. Certo, ma è la sua dimensione reale. Per la mia amica quello è l’essenziale. Vedova… due figli che stanno percorrendo degnamente la loro strada, ha un fratello in età con cui divide la dimora. Le è difficile capire, in questo stato, perché la gente (così dice) si accalca non appena da rosso l’allarme pandemia si colora di giallo. Ancora più incomprensibile le è parsa la caduta del governo per ragioni che soltanto gente (così dice) priva di dignità può condividere.

In un segmento del giorno, in una minuscola isola, la Storia si incrocia con la Cronaca, lo Stato si scarnifica nei piccoli borghi, le fedi divengono il cibo della mente, il cibo dello stomaco diventa sentimento, e questo avvolge tutta l’esistenza. A dispetto della confusione dilagante.

 

NdR: L‘immagine di copertina è un’opera di Guy Migliaccio, pittore italo americano che, nativo di Ponza, vive e lavora a New York con ritorni frequenti all’isola natìa.