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Una canzone per la domenica (130). “The River” di Bruce Springsteen

di Sandro Vitiello

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Qualche tempo fa, dopo l’assalto al parlamento americano, Emilio Iodice scrisse un commento pienamente condivisibile: se si vuole affrontare seriamente tanto risentimento nei confronti delle istituzioni da parte delle persone meno fortunate, bisogna dare risposte concrete ai bisogni di queste.

Mi è venuta in mente una canzone di quello che per me rimane il migliore cantautore americano; categoria poco usata da quelle parti.

Parliamo di Bruce Springsteen e della sua bellissima The River, una canzone del 1980, in parte ispirata alle vicende di sua sorella Virginia, rimasta incinta a diciassette anni.
In realtà il tema di fondo è il disagio esistenziale della provincia americana.

I protagonisti di questa canzone sono gli ultimi, così come lo sono stati i tanti protagonisti delle canzoni di Woody Guthrie e dei folk singers della tradizione americana.

E’ una piccola storia di un paesino sperduto dove due ragazzini si amano vicino al fiume e fanno progetti, hanno sogni, hanno speranze.
Lei rimane incinta e per loro finisce la stagione dei sogni e comincia quella della triste realtà, insieme. E la loro vita cambia completamente.
Lui ritorna ancora, da solo, al fiume ma il fiume è asciutto ormai e la realtà è dura da vivere.

Questa canzone è parte di un ellepi doppio che porta lo stesso nome: ben venti canzoni su quattro facciate.
E’ uno dei punti più elevati della sua carriera; un lavoro tutt’altro che commerciale. Dentro c’era tutta una riflessione sulla famiglia, sulle responsabilità dell’età adulta.

Completava un ciclo di tre produzioni importanti che rappresentano tappe significative della sua vita:

  • La gioventù con Born To Run.
  • L’età adulta con Darkness
  • La maturità con The River

The River fu un grande successo e consacrò ulteriormente la fama di Bruce Springsteen.

Viene da pensare, ripassando i temi trattati in questa canzone, ad un grande successo italiano di Lucio Dalla, più o meno dello stesso periodo: Anna e Marco.
Altre periferie, stessa storia.

Anna avrebbe voluto morire
Marco voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti tornare
Tenendosi per mano

Il compito principale di quanti hanno a cuore il destino di una comunità è quello di fare in modo che i sogni dei giovani possano realizzarsi. Se non tutti, lasciare almeno spazio alla speranza.

Stay hard, stay hungry, stay alive if you can
And meet me in a dream of this hard land

Resta forte, resta affamato, resta vivo se puoi
E incontrami in un sogno di questa terra dura

E chiudiamo con il testo in originale e con la traduzione in italiano:

The River

“I come from down in the valley
where mister when you’re young
they bring you up to do like your daddy done
me and Mary we met in high school
when she was just seventeen
we’d ride out of that valley
down to where the fields were green

We’d go down to the river
and into the river we’d dive
oh down to the river we’d ride

Then I got Mary pregnant
and man that was all she wrote
and for my nineteenth birthday
I got a union card and a wedding coat
we went down to the courthouse
and the judge put it all to rest
no wedding day smiles no walk down the aisle
no flowers no wedding dress

That night we went down to the river
and into the river we’d dive
oh down to the river we did ride

I got a job working construction
for the Johnstown Company
but lately there ain’t been much work
on account of the economy
now all them things that seemed so important
well mister they vanished right into the air
now I just act like I don’t remember
Mary acts like she don’t care

But I remember us riding in my brother’s car
her body tan and wet down at the reservoir
at night on them banks I’d lie awake
and pull her close just to feel each breath she’d take
now those memories come back to haunt me
they haunt me like a curse
is a dream a lie if it don’t come true
or is it something worse
that sends me down to the river
though I know the river is dry
that sends me down to the river tonight
down to the river, my baby and I
oh down to the river we ride”.

Traduzione

“Sono nato in fondo alla valle
dove da ragazzo – signore –
t’insegnano a non far altro
che ciò che ha fatto tuo padre
conobbi Mary al liceo
che aveva diciassette anni
andavamo dove la valle finisce
e i pascoli sono verdi.

Andavamo giù, fino al fiume
e nel fiume ci tuffavamo
giù fino al fiume correvamo.

Poi misi incinta Mary – signore –
e questo fu tutto ciò che lei mi scrisse
e per il mio diciannovesimo compleanno
ricevetti una tessera del sindacato
e una giacca da cerimonia
andammo al municipio
e il giudice mise tutto a posto
niente sorrisi di circostanza
nessun corteo nuziale
né fiori, né un abito da sposa.

Quella notte andammo al fiume
e nel fiume ci tuffammo
corremmo giù al fiume

Trovai un lavoro come muratore
per la Johnstown Company
ma poi il lavoro iniziò a scarseggiare
a causa della crisi economica
ora, tutto ciò che mi sembrava importante
– signore – è svanito nel nulla
mi comporto come se non ricordassi
Mary come se non le importasse niente.

Ma ricordo che giravamo nell’auto di mio fratello
il suo corpo bagnato e abbronzato
giù al lago artificiale
di notte rimanevo sveglio sulla riva
e mi avvicinavo a lei
solo per sentire ogni suo respiro

Ora questi ricordi tornano a perseguitarmi
mi perseguitano come una maledizione
un sogno irrealizzato è una bugia
o qualcosa di peggio ancora

Che mi porta giù al fiume
anche se so che è asciutto
che mi porta al fiume stanotte

Giù al fiume
io e la mia piccola
correvamo giù al fiume”.

 

 


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