Una canzone per la domenica (130). “The River” di Bruce Springsteen
31 Gennaio, 2021
di Sandro Vitiello
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Qualche tempo fa, dopo l’assalto al parlamento americano, Emilio Iodice scrisse un commento pienamente condivisibile: se si vuole affrontare seriamente tanto risentimento nei confronti delle istituzioni da parte delle persone meno fortunate, bisogna dare risposte concrete ai bisogni di queste.
Mi è venuta in mente una canzone di quello che per me rimane il migliore cantautore americano; categoria poco usata da quelle parti.
Parliamo di Bruce Springsteen e della sua bellissima The River, una canzone del 1980, in parte ispirata alle vicende di sua sorella Virginia, rimasta incinta a diciassette anni. In realtà il tema di fondo è il disagio esistenziale della provincia americana.
I protagonisti di questa canzone sono gli ultimi, così come lo sono stati i tanti protagonisti delle canzoni di Woody Guthrie e dei folk singers della tradizione americana.
E’ una piccola storia di un paesino sperduto dove due ragazzini si amano vicino al fiume e fanno progetti, hanno sogni, hanno speranze.
Lei rimane incinta e per loro finisce la stagione dei sogni e comincia quella della triste realtà, insieme. E la loro vita cambia completamente. Lui ritorna ancora, da solo, al fiume ma il fiume è asciutto ormai e la realtà è dura da vivere.
Questa canzone è parte di un ellepi doppio che porta lo stesso nome: ben venti canzoni su quattro facciate. E’ uno dei punti più elevati della sua carriera; un lavoro tutt’altro che commerciale. Dentro c’era tutta una riflessione sulla famiglia, sulle responsabilità dell’età adulta.
Completava un ciclo di tre produzioni importanti che rappresentano tappe significative della sua vita:
La gioventù con Born To Run.
L’età adulta con Darkness
La maturità con The River
The River fu un grande successo e consacrò ulteriormente la fama di Bruce Springsteen.
Viene da pensare, ripassando i temi trattati in questa canzone, ad un grande successo italiano di Lucio Dalla, più o meno dello stesso periodo: Anna e Marco. Altre periferie, stessa storia.
Anna avrebbe voluto morire Marco voleva andarsene lontano Qualcuno li ha visti tornare Tenendosi per mano
Il compito principale di quanti hanno a cuore il destino di una comunità è quello di fare in modo che i sogni dei giovani possano realizzarsi. Se non tutti, lasciare almeno spazio alla speranza.
Stay hard, stay hungry, stay alive if you can And meet me in a dream of this hard land
Resta forte, resta affamato, resta vivo se puoi
E incontrami in un sogno di questa terra dura
E chiudiamo con il testo in originale e con la traduzione in italiano:
The River
“I come from down in the valley where mister when you’re young they bring you up to do like your daddy done me and Mary we met in high school when she was just seventeen we’d ride out of that valley down to where the fields were green
We’d go down to the river and into the river we’d dive oh down to the river we’d ride
Then I got Mary pregnant and man that was all she wrote and for my nineteenth birthday I got a union card and a wedding coat we went down to the courthouse and the judge put it all to rest no wedding day smiles no walk down the aisle no flowers no wedding dress
That night we went down to the river and into the river we’d dive oh down to the river we did ride
I got a job working construction for the Johnstown Company but lately there ain’t been much work on account of the economy now all them things that seemed so important well mister they vanished right into the air now I just act like I don’t remember Mary acts like she don’t care
But I remember us riding in my brother’s car her body tan and wet down at the reservoir at night on them banks I’d lie awake and pull her close just to feel each breath she’d take now those memories come back to haunt me they haunt me like a curse is a dream a lie if it don’t come true or is it something worse that sends me down to the river though I know the river is dry that sends me down to the river tonight down to the river, my baby and I oh down to the river we ride”.
Traduzione
“Sono nato in fondo alla valle dove da ragazzo – signore – t’insegnano a non far altro che ciò che ha fatto tuo padre conobbi Mary al liceo che aveva diciassette anni andavamo dove la valle finisce e i pascoli sono verdi.
Andavamo giù, fino al fiume e nel fiume ci tuffavamo giù fino al fiume correvamo.
Poi misi incinta Mary – signore – e questo fu tutto ciò che lei mi scrisse e per il mio diciannovesimo compleanno ricevetti una tessera del sindacato e una giacca da cerimonia andammo al municipio e il giudice mise tutto a posto niente sorrisi di circostanza nessun corteo nuziale né fiori, né un abito da sposa.
Quella notte andammo al fiume e nel fiume ci tuffammo corremmo giù al fiume
Trovai un lavoro come muratore per la Johnstown Company ma poi il lavoro iniziò a scarseggiare a causa della crisi economica ora, tutto ciò che mi sembrava importante – signore – è svanito nel nulla mi comporto come se non ricordassi Mary come se non le importasse niente.
Ma ricordo che giravamo nell’auto di mio fratello il suo corpo bagnato e abbronzato giù al lago artificiale di notte rimanevo sveglio sulla riva e mi avvicinavo a lei solo per sentire ogni suo respiro
Ora questi ricordi tornano a perseguitarmi mi perseguitano come una maledizione un sogno irrealizzato è una bugia o qualcosa di peggio ancora
Che mi porta giù al fiume anche se so che è asciutto che mi porta al fiume stanotte
Giù al fiume io e la mia piccola correvamo giù al fiume”.
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