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Cosa ci racconti?

di Enzo Di Giovanni 

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Una foto suscita emozioni, è memoria, riesce a rendere eterno un momento, ed “Il mondo ha bisogno di testimoni, perché la testimonianza è il segno della vita” come scrive Enzo Di Fazio nel presentare la nostra nuova rubrica nel suo pezzo “Raccontalo con una foto” [1].

Oppure, per dirla con Michelangelo Antonioni, noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’é un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima. Fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa, che nessuno vedrà mai. O forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà.

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Ma un video amatoriale, senza alcuna pretesa artistica, cos’è?
Potrebbe sembrare qualcosa di differente: non fissa un attimo, non ci rende lo sguardo dell’autore, nè ci consente di interpretarlo.
Sembrerebbe non lasciare troppo spazio alla fantasia, alla creatività di chi osserva: è tutto già svelato, al massimo può essere un documento, un ricordo.
Non è così: il tempo che passa, a volte, nobilita una visione oltre quelli che potevano essere i presupposti, le intenzioni di chi ha girato le immagini.

Riporto dalla rete queste riprese di tre momenti differenti, eppure uguali, conservate nel prezioso archivio di Giovanni Pacifico, a cui tutti dovremmo essere grati per il lavoro che sta svolgendo.
Si tratta di immagini strappate dal lavoro annuale dei “ragazzi” del Comitato di San Silverio sul faraglione del santo a Palmarola.

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Rimettere a posto la cappella, pulire il sentiero; soprattutto il rinnovare l’appartenenza ad una comunità.

Cosa esprimono questi squarci dal passato?
Spesso a raccontare di più non sono le parole ma i silenzi, i toni di voce piuttosto che la dizione, gli sguardi fuggenti, i sorrisi che rendono pudichi anche gli sfottò.
Raccontano la bellezza ma anche la fragilità di un mondo che rischia di scomparire.
-“Se Dio vuole venimm’ pur all’ann ca’ ven…

Sono passati poco più di vent’anni da quelle riprese: un battito d’ali per il corso della Storia, un’enormità per la nostra comunità, in veloce dissolvenza in questi anni bulimici in cui divoriamo tutto, persino la nostra stessa essenza preferendo un esilio perpetuo.

Buona visione