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La democrazia americana ad un bivio

di Sandro Vitiello

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Tutti gli organi di informazione da ventiquattro ore ci raccontano un fatto inaudito, impensabile a memoria d’uomo.
Un gruppo di “patrioti” ha dato l’assalto al parlamento degli Stati Uniti d’America riunito in seduta congiunta – deputati e senatori – per confermare formalmente l’elezione di Joe Biden a quarantaseiesimo presidente della nazione americana.

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Sobillati da Donald Trump, presidente uscente che si rifiuta di accettare la sconfitta, dopo il comizio davanti alla Casa Bianca si sono avviati verso Capitol Hill – la sede del parlamento – ed hanno dato l’assalto al palazzo, senza trovare resistenza da parte della scarsa polizia schierata a difesa dell’edificio.
Le tivù di tutto il mondo, insieme ai social network, hanno mostrato immagini lontane mille miglia dall’idea che si può avere dei luoghi in cui si praticano i riti fondamentali delle istituzioni democratiche.
Personaggi tribali, folkloristici e grotteschi, associati a normali cittadini hanno preso possesso per diverse ore del Campidoglio ed hanno profanato quegli spazi con atteggiamenti che, abbondantemente ripresi e messi in rete, hanno fatto il giro del mondo.

[2]
Quello che è successo ieri è il punto di arrivo – speriamo – di un percorso iniziato più di quattro anni fa con il successo di Trump alle primarie repubblicane per le elezioni alla presidenza degli Stati Uniti del 2016.
Elezioni vinte dallo stesso Trump il cui risultato non è stato mai contestato dalla sconfitta Hillary Clinton, malgrado lei avesse complessivamente avuto più voti.
I quattro anni della presidenza Trump hanno visto situazioni e comportamenti mai immaginati precedentemente e soprattutto hanno visto la legittimazione di movimenti fascisti, razzisti e di tante altre colorazioni pseudo- politiche che hanno fortemente cambiato il dna del partito Repubblicano.
Troppi membri del parlamento hanno accettato e subito la deriva populista di questo partito e non hanno aperto bocca nel denunciare le aberrazioni che si andavano compiendo nella vicenda politica americana.
Pena la non rielezione.

[3]
Gli agguerriti neo conservatori, uniti sotto una bandiera quasi esoterica – Qanon – sono cresciuti di tanto ed oggi, rilevazioni di questi giorni, rappresentano il quaranta per cento del corpo elettorale repubblicano.
Trump ha dedicato loro attenzioni, li ha protetti – qualcuno dovrà spiegare perché ieri non c’era adeguata forza pubblica a difendere Capitol Hill – ha indicato costantemente obiettivi e nemici da abbattere, ha costruito una narrativa in cui si riconoscono quelli che credono che Biden sia un comunista, che i pedofili siano padroni del destino dell’umanità e che Soros, Bill Gates e chi più ne ha… tirino i fili del nostro pianeta.
Ovviamente d’accordo con la Cina che ci manda il virus e via discorrendo.

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Questa notte Nancy Pelosispeaker della Camera – ha imposto, quando finalmente il Parlamento è stato liberato, di ricominciare i lavori per la legittimazione del nuovo presidente e di chiudere la sessione solo quando Biden sarebbe stato confermato nel suo ruolo.
Ha trovato anche la comprensione dei leader del partito Repubblicano che hanno condannato l’operato del presidente.
Tra questi la più apprezzata è stata quella dell’attuale vice presidente degli Stati Uniti – Mike Pence – che ha ordinato alla Guardia Nazionale di schierarsi a difesa delle istituzioni.
Si è dovuto arrivare a questo perché una parte importante del mondo politico americano aprisse gli occhi sulla gravità della situazione.
Tra quindici giorni Donald Trump sarà un ex presidente, senza titoli e senza immunità particolari.
Risponderà delle sue azioni e non credo che la giustizia americana sarà indulgente.
La sua vicenda speriamo venga archiviata presto.

[5]
Rimarranno in giro i veleni che ha seminato a piene mani, rimarranno i profeti di sventura che non smobiliteranno facilmente e soprattutto rimarranno a disposizione troppe armi nelle case dei cittadini americani.
Non sarà facile pensare a questa brutta stagione come a qualcosa del passato.
Dio salvi l’America e gli americani facciano la loro parte.

Per chi ha voglia di approfondire maggiormente l’argomento segnalo il link ad uno scritto di Articolo 21. [6]
Con un po’ di tempo in più andate a cliccare ai vari link che ci sono in questo scritto.

Sarà un viaggio nelle perversioni della democrazia americana.