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Quei tanto decantati ma anche scellerati anni ’60

di Nazzareno Tomassini
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Questa cavalcata negli anni ’60 avevo dei dubbi se mandarla o no, perché in realtà il testo originale comprendeva anche la mia vita, mai stata così avventurosa e felice come in quel decennio. Quando scrissi il pezzo volevo dimostrare come ognuno di noi può salvarsi da solo, anche se il mondo va alla deriva. Mentre invece negli anni ’70 le cose andarono diversamente e cioè male anche per me. Comunque sia, alla fine mi sono sempre ripreso e ora sono ancora qui, con i piedi per terra.
Non sono riuscito a cucire le pagine che vi allego prima della fine dell’anno e così sono in ritardo nell’augurarvi buon anno. Ma lo faccio ora lo stesso, anche se ci credo poco, che questo 2021 possa essere migliore del passato 2020. Speriamolo soltanto.
Un saluto
Naz

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Il decennio comincia alla grande: mentre in Brasile si inaugura la nuova capitale Brasilia, costruita in mille giorni a 1.200 m d’altezza e a 1.000 km da Rio, a Roma si apre invece la XVII Olimpiade e con l’occasione si inaugura anche l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci, mentre il vecchio stadio Torino si rinnova e diventa l’attuale stadio Flaminio.
– Ma ci sono già anche le brutte notizie: il 2 gennaio 1960 muore all’età di 40 anni il campionissimo Fausto Coppi, per un attacco di malaria preso durante una tournée in Africa e non bene identificato. Il francese Gemignani, che era con lui e si era anche lui ammalato, sarà invece salvato dai medici di Clermont Ferrand.
– Ci consoleremo con il cinema, perché il 1960 sarà ricordato anche per La Dolce Vita di Fellini (che vincerà poi la Palma d’Oro a Cannes) e per l’esordio di Brigitte Bardot; e poi curiosamente perché gli USA hanno autorizzato la vendita della pillola anticoncezionale.
– Queste notizie sono comunque quisquilie, quando si pensa che proprio all’inizio del nuovo decennio la Francia dovette denunciare un deficit di bilancio abissale e fu costretta e creare il nuovo franco (che varrà 100 dei vecchi). Per “consolarsi” farà esplodere la sua prima bomba atomica sperimentale e Kruschov per protesta sbatterà la sua scarpa sui banchi dell’ONU.
– Una buona notizia arriva comunque dal Senegal, che festeggia l’indipendenza ed elegge come presidente della Repubblica Lèopold Senghor.

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Nel 1961 anche i Russi fanno scoppiare la loro bomba atomica (4.000 volte più potente di quella di Hiroshima), però mandano anche il primo uomo nello spazio (Gagarin).
– Le truppe americane invece sbarcano a Cuba, preoccupate della nuova gestione rivoluzionaria, mentre a Berlino si costruisce il famoso muro che isolerà la parte Ovest della città per una lunghezza di 106 km.
– A Parigi si inaugura l’aeroporto di Orly, mentre a Roma – dove la popolazione residente ha superato i 2 milioni di abitanti – viene aperto il Grande Raccordo Anulare.
– A Gerusalemme viene condannato a morte Adolf Heichmann, ex capo delle SS e organizzatore della “soluzione finale”, quello che aveva soltanto “obbedito agli ordini”. Hanna Arendt, inviata dal New York Times, inventa per lui il concetto di “banalità del male”, ma gli ebrei americani non capiscono il concetto, la giudicano male e le danno l’ostracismo.
– E poi c’è Hemingway che si suicida: ma come ha potuto, uno come lui!?
– Per fortuna il cinema aiuta ancora una volta a distrarsi, con il nuovo musical americano West Side Story e con la risposta europea de L’anno scorso a Marienbad. Ma in fatto di schermi, la notizia più significativa è che arriva anche il secondo canale TV ed allora cominceremo ad avere veramente un panorama ancora più completo di quello che avviene nel mondo.

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Siamo già nel 1962 e veniamo a sapere, ad esempio, che l’Algeria ha festeggiato finalmente l’indipendenza dopo otto anni di battaglie e attentati. Per contro negli USA migliaia di studenti bianchi si rivoltano per impedire l’iscrizione ai corsi di James Meredith, il primo studente nero dell’Università del Mississipi, e il presidente Kennedy lo dovrà far scortare dalla Guardia Nazionale. Poi c’è la prima visita ufficiale del cancelliere tedesco Konrad Adenauer in Francia, mentre Giovanni XXIII elimina il latino dalla messa e apre il Concilio Ecumenico Vaticano II.
– Antonio Segni diventa il quarto presidente della Repubblica Italiana, mentre Giorgio Napolitano (che diventerà presidente della Repubblica nel 2006 e nel 2013) va alla guida della Federazione del PCI. Purtroppo muore Enrico Mattei, presidente dell’ENI, in un incidente aereo poi definito come attentato (per impedire ancora una volta che l’Italia possa giocare un ruolo importante nello sfruttamento dei pozzi petroliferi della Libia).
– L’estate è rallegrata dall’arrivo del twist, un ballo ritmico molto alla moda anche se riduce al minimo il contatto delle coppie, ma subito ci rattristiamo alla notizia della morte di Marylin Monroe.
– L’anno si chiude con la notizia che l’Autostrada del Sole è arrivata a Napoli e con l’uscita al cinema di Jules e Jim di Truffault, mentre l’URSS scopre Solgenitsin.

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Il 1963 comincia invece con un nuovo papa: Giovanni Battista Montini, il duecentosessantaduesimo, con il nome di Paolo VI, mentre Martin Luther King grida ai 250 mila neri e bianchi riuniti davanti alla Casa Bianca: I have a dream.
– Per contro Miriam Makeba porta la propria testimonianza al Comitato contro l’apartheid delle Nazioni Unite e il governo sudafricano mette al bando i suoi dischi e la condanna all’esilio.
– Escono al cinema La Grande Fuga e Il dottor Stranamore, mentre con Il Gattopardo di Visconti l’Italia vincerà ancora una volta la Palma d’Oro a Cannes.
– Esce anche il film-inchiesta di Pasolini “Comizi d’amore”. Film toccante e commovente, eppure il regista dirà alla fine, commentando il proprio lavoro: “L’Italia imputridisce in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, intimidazione, conformismo. Questo film è stato un’esperienza che non auguro a nessuno, tanto gli effetti traumatizzanti di delusione e di perdita di stima per i propri concittadini sono stati atroci”.
– Ma che dire allora degli USA, il nostro ben amato paese civile, dal quale arriva la notizia dell’assassinio di John F. Kennedy?

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Il 1964 sembra volerci risparmiare le cattive notizie: mentre i Beatles sbancano a Londra, passa infatti negli USA il Civil Rights Act, che proibisce ogni discriminazione tra neri e bianchi nei luoghi pubblici. E Cassius Clay batte Sonny Liston, diventando campione del mondo dei pesi massimi (poi però si converte all’Islam con il nome di Muhammad Ali e cinquant’anni dopo i sospetti che l’incontro sia stato truccato dalla mafia sono ancora vivi).
– E dunque la musica ritorna la solita: in Sud Africa, tanto per cambiare, Nelson Mandela viene condannato all’ergastolo e così J.P. Sartre troverà una buona ragione per rifiutare il premio Nobel per la letteratura. La Cina, infine, prova anche lei la sua prima bomba atomica.
– Per gli italiani “di sinistra” la brutta notizia è invece quella della morte di Palmiro Togliatti (il 22 agosto). Scriverà inaspettatamente un giornalista de Il Sole 24 Ore che “L’Italia di allora è un’Italia che non applaude ai funerali, ma indossa il vestito buono, anche se di lana ed è estate, e se non ce l’ha si fa imprestare la camicia bianca, magari con il collo troppo largo. E’ un Italia che indossa ancora la sottoveste e quando si alza in punta di piedi il bordo chiaro emerge con timidezza dal nero della gonna; e poi si fa il segno della croce, anche se porta al collo il fazzoletto rosso. E’ un’Italia, ancora, che avvolge i pacchi nella carta del giornale e li lega con lo spago, e tiene la spesa nella reticella e l’Unità e Rinascita ben piegate in tasca. Ma soprattutto è un Italia che ha uno sguardo che non esiste più. Bastava quello, più dei simboli, più della falce e martello, per sfilare davanti al feretro e rendere omaggio”.
– Non a caso è proprio nel 1964 che Saragat, leader del piccolo partito socialdemocratico, prende il posto di Segni alla presidenza delle repubblica.
– Al cinema esce “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone e il western all’italiana, grazie anche alla colonna sonora di Ennio Morricone, comincia ad essere rivalutato. Il “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi è comunque ben altra cosa.

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Tanto per capire in che tempi siamo, non male è la dichiarazione fatta nel 1965 dal Beatle John Lennon, secondo cui “gli anni ’60 sono importanti perché stanno dando la libertà al popolo. Il problema è che molti non sono abbastanza intelligenti per afferrarla…
– E’ per questo che i francesi rieleggono De Gaulle, mentre il leader dell’opposizione marocchina Ben Barka viene rapito in pieno giorno e di lui non si saprà più niente?
– Ma un segno che i tempi sono comunque veramente cambiati lo dà la giovane siciliana Franca Viola, che rifiuta di sposare il suo rapitore e violentatore, quando, secondo la legge italiana ancora in vigore, la violenza sessuale è considerata ancora un reato contro la morale e non contro la persona.
– Poi anche la capitale dà un segnale non di poco conto, anche se si tratta di divertimento: apre infatti a via Po il Piper. Eloquente al riguardo sarà Simonetta Greggio nel suo libro Dolce Vita 1959-79:
– “Il Piper, nuovo night club pop, ha aperto le porte da poco, mille lire per una doppia razione di musica live, i Rokes e l’Equipe 84. A partire dal 17 febbraio, tutte le sere il quartiere Coppedè di Roma, un settore calmo e verde, disseminato di ville Art déco, liberty e barocco, si trasforma in parcheggio… All’interno le tele di Andy Warhol e Bob Rauschenberg e i collages di Mimmo Rotella riempiono le pareti. Su grandi cubi bianchi sculettano le ragazzine della porta accanto… Gli occhi chiusi, ballano, shake, surf, frog, slop, bird, monkey e dog… Nell’enorme sala piena da scoppiare si scatena una musica demenziale, i bassi affondano nel petto, gli acuti trapànano il cervello. Il fumo è grasso e denso, il sudore cola sui volti tagliati da sorrisi autistici… Il Piper non accetta che i rivoltosi, quelli che non si sottomettono mai, gli insolenti, gli sfrontati.”

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E così a Venezia, dove non è stato aperto nessun night club, nel 1966 gli studenti universitari hanno attizzato i primi fuochi di quella che sarà poi la grande rivolta del’68.
– Ancora più originali gli americani: in California nasce infatti il Black Panter Party for Self Defense e contemporaneamente la prima comunità hippy.
– La risposta cinese non si fa attendere, ma è di tutt’altro tono: Mao Tze Tung lancia infatti la sua “Grande rivoluzione culturale proletaria”.
– In Italia il 1966 si chiude con Vittorio Valletta che va in pensione e così diventa presidente della Fiat Giovanni Agnelli, nipote dell’omonimo patron di 64 anni prima.
– Al cinema è uscito Un uomo, una donna di Lelouch. Ad alcuni piace, ad altri no. E così anche nella musica folk: ad alcuni piace Bob Dylan, ad altri Leonard Cohen… Però su Signore e Signori e La Battaglia d’Algeri siamo tutti d’accordo: due capolavori.

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E arriva il 1967, questo sì, veramente un anno terribile. Gli americani hanno infatti incominciato a bombardare il Vietnam; in Biafra è cominciata una guerra che farà due milioni di morti e i famosi “colonnelli” hanno preso il potere in Grecia ed abolito la costituzione. Poi ci sarà la Guerra dei Sei Giorni in Israele, l’uccisione di Che Guevara e il naufragio della “Torrey Canyon”, che rovescerà non lontano dalle coste della Bretagna 120.000 tonnellate di greggio.
– Arriva però anche una notizia curiosa ed esaltante allo stesso tempo: il chirurgo sudafricano Christian Barnard ha realizzato il primo trapianto di cuore.
– Per non pensare troppo, si va al cinema a vedere due bei film come Blow Up e Il Laureato, dove Dustin Hoffman si esibisce al volante di una Alfa Spider Duetto. Dirà poi l’attore: “Devo dire che mi divertii moltissimo a guidare quel Duetto rosso durante la produzione del film! Rappresentava la quintessenza dell’Italian Style, l’esotismo, il diverso e il desiderio di fuga”.

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Ma ecco che il primo marzo 1968 scoppia la “battaglia di Valle Giulia”. Fra i giovani di allora ci sono Oreste Scalzone e Stefano delle Chiaie, perché in quell’occasione estrema destra ed estrema sinistra si sono alleate. E sorprendentemente ci sono anche Massimiliano Fuksas, Giuliano Ferrara, Antonello Venditti e Paolo Flores D’Arcais.
– Fanno seguito le manifestazioni studentesche di maggio a Parigi, mentre a Milano l’8 giugno gli studenti occupano la Statale.
– Ma forse fa certamente più impressione una serie di altre notizie da tutto il mondo, come l’invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia (con Jan Palach che si brucia vivo sulla piazza), l’offensiva del Tet lanciata dalle truppe nordvietnamite (con la battaglia di Saigon), l’uccisione di Martin Luther King e quella di Bob Kennedy.
– Ai giochi olimpici in Messico, a Tommie Smith, vincitore dei 200 m, non resta che salire sul podio col pugno alzato.
– Forse per contrastare questo andamento burrascoso, al cinquantenne Francesco Forgione il padreterno invia le stigmate e nascerà così la simbolica e speranzosa figura di Padre Pio.
– Al cinema esce non a caso “2001, Odissea nello Spazio”.
– Nonostante questo putiferio di avvenimenti, i ventenni di allora mostrano comunque una insospettata capacità di reagire, di far fronte alle difficoltà della vita, perché nella vita di tutti i giorni qualcosa è successo, qualcosa è cambiato.
– Su un articolo de La Repubblica apparso all’inizio degli anni ’70 si leggono queste conclusioni: “E’ la prima volta che l’individuo si affranca dalla propria famiglia, dal proprio gruppo, dalla propria casta. Con l’esodo rurale e la mobilità professionale si installa un modo di vita individualista che la gioventù del ’68 vorrà estendere alla libertà di vivere secondo le proprie voglie. Ai suoi occhi è la sola conquista possibile, dal momento che il progresso economico e tecnologico sembrava allora avviato verso binari sicuri e veloci”.

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Per chiudere apparentemente in bellezza il decennio, non si può non ricordare che nel 1969 arriva il primo uomo sulla Luna e parte il primo Concorde. Parte però anche De Gaulle, dimissionario dopo la sconfitta sul referendum per la riforma del Senato e la regionalizzazione della Francia. E a Parigi nasce così il Centre Pompidou.
– Ci saranno poi gli scontri in Irlanda del Nord tra i cattolici di Bogside e i poliziotti protestanti, mentre il Festival di Woodstock, preparato per 50.000 spettatori, viene sommerso dalla pioggia e da 500.000 hippy.
– In Italia la Fiat Mirafiori totalizza venti milioni di ore di sciopero, ma assorbe la Lancia.
– E fino a qui ci si poteva anche stare, senonché il decennio non ha nessuna intenzione di chiudere in bellezza. E’ già nata infatti la prima colonna di quelle che saranno presto le Brigate Rosse e a metà dicembre scoppierà una bomba alla Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, mentre tre giorni dopo Giuseppe Pinelli, anarchico sospettato d’aver organizzato l’attentato, muore cadendo da una finestra del commissariato (ma che sarà successo veramente?).
– Anche questa volta al cinema escono due film come “Z” di Costa Gavras e Easy Rider di Denis Hopper, ulteriore indiretta testimonianza di come siamo messi.

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Un commento finale lo lasciamo a Bernard Cathelat, che su Le Nouvelle Observateur del 22 dicembre 2011 così si esprimeva:
Ciascuno di noi credeva allora con ferrea certezza che l’aumento del potere d’acquisto avrebbe instaurato una certa eguaglianza, che il progresso non avrebbe mai avuto fine e che avrebbe portato benefici a tutti. Le tecnologie sono liberatrici per loro natura. E le macchine sono fatalmente “gentili”. È il tempo… dell’industrializzazione di tutti i settori e, in conclusione, di un consumo più “democratico”. Il progresso è innanzitutto materialista. Si misura la propria felicità in relazione al proprio potere d’acquisto, ancora prima che a quello dell’intera collettività. Verso il 1966 si aggiunge un progresso della qualità della vita in una società “cool”, dove ciascuno deve poter vivere un edonismo permissivo, tranquillo. Il primo shock petrolifero verrà a contraddire questa utopia del progresso infinito e sposterà l’ago della bilancia.

Che resta oggi di tutto questo? Niente: solo un paese ansioso, se non catastrofista, terrorizzato dalla paura della regressione.

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