Ambiente e Natura

Screenshot

di Rita Bosso

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Sarebbe a dire: cattura dello schermo. Lo screenshot da pc è fattibile, col telefonino prima o poi imparerò.
Nel primo screenshot c’è la pagina Facebook di Francesca Iacono; il cerchietto rosso evidenzia la Trattoria Italia, nell’ala destra del palazzo del Giudicato. Il titolare è un maresciallo di Marina in pensione, il signor Verde; molti di noi hanno conosciuto la figlia Geppinella. La foto è accompagnata dal brano di Mino Maccari tratto dal libro Visita al confino. A Ponza e a Lipari nel 1929; la descrizione di luoghi e persone è vivace, spumeggiante, in puro stile Maccari e in linea con l’input di regime che impone l’equiparazione tra confino e villeggiatura.

Francesca Iacono propone sulla sua pagina Facebook i post che pubblica sul blog Frammenti di Ponza; lo ha avviato quattordici anni fa, ha pubblicato sinora 1200 post.

Nei post di Francesca va in scena sempre e soltanto Ponza: genti, tradizioni, eventi storici, luoghi, leggende.

Francesca, che vive a Pomezia, ha definito con chiarezza il perimetro del blog e non concede intrusioni a tematiche, voci ed esperienze che non abbiano un più che saldo legame con l’isola.
La scrittura è curata ma semplice, senza orpelli e svolazzi linguistici: Francesca è insegnante di scuola dell’infanzia, parla per farsi capire, non per stupire con paroloni ad effetto. Semplicità, chiarezza, accuratezza, rigore caratterizzano il blog sin dalla sua nascita; l’unica variazione intervenuta negli anni è il passaggio alla piattaforma blogspot, che ha portato a una veste grafica più ariosa e vivace.
Siamo in tanti a seguirla, a commentare, a leggere e a rileggere i suoi post, che giustamente Francesca ripropone più volte con la dicitura: “Questo post l’ho già pubblicato qualche anno fa sul mio blog Frammenti di Ponza”.
Si avvale prevalentemente degli scatti della figlia Marianna, di Giovanni, di Rossano, di Dimitri; per il resto fa tutto da sola: ricerca, controlla, scrive, segnala degradi, carenze, incurie (soprattutto del patrimonio archeologico).

Altra schermata, altra isola.
Procida concorre al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022; lo sforzo organizzativo è imponente, la comunicazione passa attraverso un sito web, attraverso i social (Facebook, Twitter, Youtube, Instagram), attraverso la stampa e la televisione.

Lo slogan del progetto, La cultura non isola, è variamente declinato nei talk on line; lo screenshot si riferisce al quarto, dal titolo Procida Ispira, in cui si sono confrontati un critico letterario (Filippo La Porta), un fotografo subacqueo, un esponente dell’amministrazione comunale, l’editore-libraio-organizzatore della rassegna Procida Racconta, una scrittrice-costumista di origine procidana (Elisabetta Montalto). Ne è scaturita una riflessione pacata, profonda, interessante. In questo, come nei talk on line precedenti, mi è sembrato che i procidani, da bravi uomini di mare, tengano saldamente il timone nelle loro mani, pur avvalendosi di professionalità e di competenze “forestiere”.

L’isola è intesa non solo come luogo fisico ma anche nell’accezione esistenziale ed antropologica; ne deriva il coinvolgimento di tante località di mare e il sostegno attraverso gesti simbolici: il varo di una barchetta di carta, i raggi di luce che da Lacco Ameno e dalle località flegree puntano verso il porto di Procida.

Il 18 gennaio sarà scelta la Capitale Italiana per la Cultura 2022; qualunque sarà l’esito, Procida sta giocando una splendida partita.

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