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Gennaio a New York

di Silverio Lamonica

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Gennaio, si sa, è un mese non molto “gradevole”: freddo, vento gelido, neve, grandine… anche Ponza ne ha avuto un assaggio il 26 dicembre scorso. È un mese in cui si pensa, con una punta d’invidia, ai paesaggi tropicali con le palme e il mare blu. Invece, nel porto desolato approda la “nave nera della notte”. Ma a Ponza, in inverno, non sempre arriva “la nave bianca della sera” e per giorni si rimane isolati dal mondo (quest’ultima è una mia riflessione). Queste ed altre considerazioni leggiamo nella poesia January in New York della scrittrice e poetessa americana Erica Jong, autrice – tra l’altro – del romanzo Paura di Volare che destò tanto “scalpore”, quando fu pubblicato nel 1973.

[1]

 

January In New York
by Erica Jong

Black ship of night
sailing through the world
& the moon an orange slice
tangy to the teeth
of lovers who lie
under it,
sucking it.

Somewhere there are palm trees;
somewhere the sea
bluely gathers itself up
& lets itself fall again
into green;
somewhere the spangles
of light on the ocean
dazzle the eyes;
but here in the midnight city,
the black ship of night
has docked
for a long, dark stay,
& even the citrus moon
with its pockets of juice
cannot sweeten the dark.

Then the snow begins,
whirling over the Pole,
gathering force over Canada,
sprinkling the Great Lakes with sugar
which drowns in their deep black cups;
it is drawn to the spires of New York
& the flurries come
scampering at first,
lighthearted, crystalline, white,
but finally
sucked into the city
as into a black hole
in space.

The sky is suddenly pink-
pink as flesh: breasts,
babies’ bottoms. Night is
day; day is whiter than the desert;
the city stops like a heart;
pigeons dip & veer
& come to rest
under the snow-hatted
watertanks.

[2]Snow covered Central Park in New York City


Gennaio a New York

Nave nera della notte
che navighi attraverso il mondo
e la luna una fetta d’arancia
piccante ai denti
degli amanti che mentono
sotto di essa,
succhiandola.

Da qualche parte ci sono palme;
da qualche parte il mare
blu si raccoglie
e si lascia cadere di nuovo
nel verde;
da qualche parte il luccichio
della luce sull’oceano
abbaglia lo sguardo;
ma qui nella città, a mezzanotte
la nave nera della notte
è approdata
per una lunga sosta buia,
e perfino la luna d’arancia
vero scrigno sugoso
non può addolcire il buio.

Poi inizia la neve,
vorticosa sul Polo,
prende forza sul Canada,
cosparge i Grandi Laghi di zucchero
che annega nel fondo delle loro tazze nere;
è attratta dalle guglie di New York
e vengono le raffiche
dapprima correndo
spensierate, cristalline, bianche,
ma infine
risucchiate nella città
come in un buco nero
nello spazio.

All’improvviso il cielo si tinge di rosa
rosa come carne: seni,
sederini di bimbi; la notte è
giorno, giorno più bianco del deserto;
la città si ferma come un cuore;
piccioni roteano  in picchiata
e vengono a riposare
sotto i serbatoi dell’acqua
ammantati di neve.

 

Colgo infine l’occasione per formulare ai redattori e ai lettori di Ponza Racconta i migliori auguri per un 2021 finalmente libero da virus, morbi, guerre e calamità varie. Che sia un anno di pace, serenità e prosperità per tutti.

BUON ANNO NUOVO
HAPPY NEW YEAR