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Pietro Greco, il primo e l’ultimodi Giuseppe Mazzella di Rurillo . Adesione all’appello di intestare i Licei a Pietro Greco “….Si preferisce rimandare – per anni, per decenni – piuttosto che risolvere. Si preferisce tacere, piuttosto che prendere posizione. Così un assordante silenzio (anche dei media) avvolge Ischia, tre anni dopo il terremoto delle 20.58 del 21 agosto 2017. Pietro Greco Il primo Quella sede del giornale – in un posto così centrale – era un “porto di mare”. Venivano tutti quelli che volevano discutere in un tempo in cui le polemiche erano vissute. C’era la “battaglia per il referendum sul divorzio” – il primo nella storia d’ Italia – e c’era il dibattito fra i favorevoli e i contrari. Noi eravamo schierati per il “No” all’abrogazione della Legge Fortuna-Baslini. Passavamo più tempo a discutere con Franco Conte, Peppino Brandi, Michele Longobardo e Gino Mattera, che al piano di sopra aveva la sua scuola Inlingua, che a fare il giornale. Veniva ogni settimana Augusto Bagliani che aveva il negozio vicino “il gatto di mare” che ci portava i suoi Appunti per una rubrica. Dico sempre che in quella stanza e con Il giornale d’Ischia ho vissuto la mia fondamentale esperienza professionale. Forse i tre anni più belli della mia vita. Si discuteva di tutto. Avevamo l’edicola Riccio sotto di noi e compravamo due o tre giornali al giorno. Soprattutto i settimanali che allora erano la fonte principale di orientamento. L’Espresso di Livio Zanetti, Epoca di Enzo Biagi, Il Mondo di Arrigo Benedetti, Panorama di Lamberto Sechi. Pietro mi disse che gli sarebbe piaciuto collaborare al giornale e così cominciò il rapporto, naturalmente senza alcun compenso . Il primo articolo di Pietro apparve nel n.8 del 16 marzo 1974 ed era una inchiesta sull’economia agricola dell’isola che stava scomparendo; poi c’erano le collaborazioni ad eventi studenteschi come le agitazioni dei ragazzi del Liceo Scientifico che non avevano una sede, ma uscivano senza firma. Era un ragazzo mite. Avvertii per lui una naturale simpatia. Era piacevole parlare di giornali e giornalisti come facevano ogni giorno con Franco Conte. Così – ricordo come fosse ieri – gli dissi che il mio modello di settimanale era Panorama di Lamberto Sechi. Lo avevo comprato e letto fin dai tempi di scuola negli anni ‘60 quando era mensile. Dissi a Pietro che lo stile della scrittura era essenziale. Poi la divisione “dei fatti separati dalle opinioni”, i grandi reportage, ma la cronaca politica era fatta applicando la regola che bisognava presumere che il lettore leggesse per la prima volta il fatto politico senza conoscere nulla dei fatti precedenti. “Pensa – gli dissi – che Panorama se parla di Fanfani indica l’età e la professione, come se nessuno sapesse chi è”. Così Pietro un giorno si presentò con un pezzo di cronaca politica del Consiglio Comunale di Barano come se fosse scritto per Panorama con le dichiarazioni dei politici e accanto al loro nome l’età e la professione. Mi rimase impresso come mi aveva capito al volo. Pietro continuò a collaborare per tutto quell’anno – uscì un’altra sua inchiesta nel numero 25 su quanto si spendeva ad Ischia per il calcio dal titolo “150 milioni per il pallone” e la sua firma in testa. Poi – dopo il ritorno dal Canada di Franco Conte – cambiò tutto. Franco mi annunciò che sarebbe andato via da Ischia per la seconda volta e che alla fine della campagna elettorale amministrativa del giugno 1975 (questo l’impegno con i sostenitori economici del giornale primo fra tutti Enzo Mazzella) il giornale avrebbe chiuso. Mi propose di continuare ma non vedevo prospettive per andare avanti da solo a 25 anni. La separazione L’ Unità aveva a Napoli negli anni ‘80 forse la migliore redazione locale con giornalisti di talento come Marco de Marco e Antonio Politico che hanno fatto altrove una brillante carriera. Ricordo – credo verso la fine degli anni ‘90 – che L’ Unità tentò un rilancio sul piano locale con un “panino” che ebbe vita breve e che si chiamava “L’ articolo” la cui redazione fu affidata proprio a Pietro. L’ultimo La morte e il ricordo Sul Corriere della Sera di sabato 19 dicembre 2020 il prof. Telmo Pievani, direttore della rivista dell’Università di Padova di cui Pietro era redattore capo, nella “Terza pagina” gli scrive un ricordo di circa 30 righe. In alto e con la foto. Titolo: Pietro Greco divulgatore scientifico rigoroso e arguto”. Parole scritte con le lacrime agli occhi. Scrive Pievani: “Cittadinanza scientifica, democrazia della conoscenza: sono concetti entrati nel dibattito italiano grazie all’opera di un maestro del giornalismo. Pietro Greco che ci ha lasciati ieri a 65 anni.” Alcune parole sul suo percorso di vita ed ancora: “Coltissimo, voce amata di Radio 3 Scienza della Rai. Da tre anni era capo redattore de il Bo-Live, il giornale multimediale dell’Università di Padova. Ci restano i suoi numerosi e preziosi libri, che spaziano dalla storia della fisica all’ambiente, fino a “La scienza e l’ Europa” in 4 volumi. Rimangono la sua lezione di rigore e pacatezza, il ricordo dei suoi occhi bonari da ischitano ironico ed arguto, quel sorriso con i baffi che sapeva unire gentilezza ed autorevolezza“. Il numero che gli ha dedicato Il Dispari merita di essere esposto in ogni scuola. L’ultimo saluto e la proposta di Giuseppe Mazzella direttore de Il Continente in formatoto .pdf L’ultimo articolo su Ischia di Pietro Greco Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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