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“Zannone venduta al Parco”

Dalla pagina Facebook del 19 dicembre 2020 del gruppo consiliare “Tutti per Ponza”

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ZANNONE VENDUTA AL PARCO.
LA MASCHERINA NON RIUSCIRA’
A NASCONDERE LA VERGOGNA
SUI VOLTI DELLA MAGGIORANZA!

di Franco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli

 

Come sapete già, la maggioranza del Consiglio Comunale di Ponza ha deciso di s-vendere Zannone al Parco del Circeo.

Una decisione abominevole e vomitevole.

La discussione in Consiglio è stata molto accesa, e sono volate anche parole pesanti, con una Gelsomina Mimma Califano rossa non solo di vergogna, che non si capiva a quale titolo parlasse e quale divisa indossasse.

Mimma – le hanno ripetuto come un ritornello i consiglieri di minoranza – stai parlando con la veste di componente del Direttivo del Parco del Circeo o con quella di eletta in Consiglio Comunale?”.

Francamente, senza ombra di dubbio, Mimma ha svolto una pasticciata requisitoria, nella quale ha fatto proprie tutte le tesi e gli interessi del Parco, e se ne è bellamente fregata della tutela degli interessi di Ponza e dei Ponzesi.
Non è la prima volta che si comporta in questo modo e temiamo che non sarà l’ultima.

Ci ha pensato soprattutto Maria Claudia Sandolo a sbugiardarla a dovere sul piano giuridico-amministrativo, con una raffica di obiezioni che l’hanno stesa al tappeto.
Poi ci sono state le motivazioni più “storiche”, più politiche, e assolutamente puntuali, con un intervento di Giuseppe Feola a nome dell’opposizione consiliare.
Il sindaco, vista la mala parata, ha chiuso la discussione e ha imposto il voto. Stile Corea del Nord.

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INTERVENTO SUL PROTOCOLLO COMUNE-PARCO

dei consiglieri Francesco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo (e Piero Vigorelli)

Cari consiglieri, purtroppo, quello che doveva accadere, è accaduto.

Il Comune di Ponza, con un Protocollo già approvato dal Parco del Circeo, vorrebbe s-vendere l’isola di Zannone al Parco.
La battaglia per l’uscita di Zannone dal Parco, – che era stata votata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Ponza nel marzo del 2017 -, verrà così miseramente affossata.
Nessuna colpa del Parco per la sua incuria pluriennale, che ha ridotto a un rudere la Villa di Zannone, che è un bene di proprietà del Comune e dal Comune costruita pietra su pietra.

Nel Protocollo non è previsto un reale e corposo risarcimento del danno subito dal Comune per la Villa distrutta, – e ora addirittura soggetta a una frana.
Il Parco resterà padrone dell’isola e sprizza gioia da tutti i pori.
Il Comune si è genuflesso al Parco, in cambio di alcune “coccole”, – come quelle che si fanno ai cagnolini.

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Purtroppo, era scritto agli atti che voi avreste agito in questo modo scellerato.
Tutti noi ricordiamo la gitarella che avete fatto a Zannone nell’estate del 2017, con il sindaco, Mimma Califano, Gennaro Di Fazio, Michele Nocerino, dove siete stati accolti a braccia aperte dall’ex presidente del Parco e dall’ex direttore, – due nemici giurati di Ponza e dei Ponzesi.

Tutti noi ricordiamo l’ignobile documento del Direttivo del Parco, nel quale si afferma che il Parco “è esente da responsabilità per il degrado della cosiddetta Villa Comunale”.

Quel documento del Parco è stato votato anche da Mimma Califano, che tuttavia ha avuto la spudoratezza di negarlo in un’assemblea pubblica al ristorante “Angelino”, prendendo in giro non solo se stessa, ma anche il sindaco, la giunta e soprattutto i Ponzesi.

Tutti noi ricordiamo la pantomima di quel documento della giunta del settembre 2019, che incaricava l’avv. Giacomo Mignano di chiedere al Parco “l’immediata restituzione del territorio dell’isola di Zannone e degli immobili siti nel medesimo”.

In quel documento, la giunta chiedeva altresì, – con il cappello in mano -, il pagamento degli arretrati dell’affitto di Zannone (che è di 14.460,79 euro l’anno, cioè di 1.200 euro al mese), e dei 55.539,21 euro che da oltre un decennio il Parco mette a bilancio, – senza aver mai speso un solo centesimo -, per realizzare un ormeggio sicuro al Varo e una cartellonistica.

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L’ineffabile direttore del Parco, vi ha risposto a novembre 2019, sostenendo che il Parco non esercitava alcuna detenzione del bene e che pertanto “la Villa era nella piena disponibilità dell’amministrazione comunale”.

Voi siete caduti come asini nel trabocchetto, con Mimma Califano che esultava che “Zannone è più nostra di prima”, senza comprendere che il direttore del Parco si riferiva alla sola Villa e non all’intero territorio di Zannone.

Il trappolone del Parco si è poi concretizzato con la richiesta di istituire un “tavolo tecnico” sul contenzioso, – cioè musica per le orecchie di un Parco che in 40 anni non ha mai una sola volta rispettato gli impegni presi con il Comune di Ponza.

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Arriviamo al Protocollo, già approvato dal Direttivo del Parco lo scorso 10 novembre con il voto favorevole di Mimma Califano, e che ora volete far approvare dal Consiglio Comunale di Ponza.

Possibile che nessuno di voi comprenda che, se sarà approvato questo Protocollo, non ha più credibilità la decisione unanime del Consiglio Comunale di uscire dal Parco del Circeo ?

E’ così complicato capire che l’obiettivo di riportare a casa Zannone va alle ortiche, se Comune e Parco si ricongiungono in matrimonio con questo Protocollo ?

Non vi basta l’esperienza vissuta in questi 40 anni nei quali il Parco ha sempre considerato “carta straccia” i documenti che firmava con il Comune di Ponza ?

Eppure, il sindaco Ferraiuolo sarebbe un buon testimone, perché firmatario del primo Protocollo con il Parco nel 1980 e, soprattutto, perché firmatario di numerose lettere che denunciavano la morosità del Parco e sollecitavano la corresponsione del canone d’affitto di Zannone.

E allora domandiamoci… Il Parco, dal 1979 a oggi, ha fatto buon uso dei beni affidategli dal Comune di Ponza, “senza deteriorarli o danneggiarli”, come scritto nella Convenzione firmata da Ferraiuolo ?

La risposta è NO, se consideriamo la distruzione della Villa Comunale e il fatto che le vestigia del Monastero Cistercense nel cosiddetto Piano del Parco non sono neppure menzionate nell’elenco dei beni archeologici da tutelare.

Il Parco, in questi 40 anni, ha valorizzato l’isola di Zannone ?

La risposta è NO, non ha fatto un bel nulla, neanche un volantino, e ha ridotto a uno schifo la Villa e i sentieri, ha fatto morire di fame molti mufloni, ha accatastato rifiuti d’ogni genere che sono sparsi sull’isola.

E nonostante tutto questo e altro, voi, oggi, ci riproponete il matrimonio con il Parco !

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Il punto più vergognoso e ignobile del nuovo Protocollo è il numero 5, che così recita:

“Con l’approvazione del presente Protocollo le parti procedono alla definizione del contenzioso intervenuto tra le stesse e scaturente dalla conduzione dell’isola di Zannone e degli immobili di proprietà comunale, presenti sul medesimo, dichiarando che, con la corresponsione della somma convenuta di euro 375.000, non hanno più nulla da pretendere l’una dall’altra in ragione delle pretese derivanti da detto rapporto”.

Fine della puntata.

Il Comune di Ponza aveva scherzato, aveva raccontato una barzelletta quando aveva deliberato l’uscita dal Parco.

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Qualche consigliere magari commenterà che 375.000 euro sono in fondo una bella sommetta…

Avete capito che quei soldi sono diluiti in quattro anni ?

Lo sapete che la prima rata di 75.000 euro sarà “bruciata” dal Parco per pagare i progettisti esterni per le mini opere promesse, dall’ormeggio al Varo alla cartellonistica ?

Avete contezza che le altre tre rate annuali di 100.000 euro saranno per opere che da decenni il Parco ha promesso di fare e non ha mai fatto e che, se avanzeranno dei soldi, saranno spesi per opere proposte dal Comune e che il Parco deve approvare preventivamente ?

Soprattutto, avrete il coraggio di spiegare ai Ponzesi che il Parco non darà neanche un centesimo per la ristrutturazione della Villa Comunale che ha distrutto ?

Vi facciamo presente che il Parco da oltre 5 anni ha residui attivi di quasi tre milioni di euro, – cioè ha tre milioni in cassa che non ha saputo o voluto spendere.

Le sole spese che il Parco fa – oltre a strapagare la Forestale che è già pagata dallo Stato – sono i contributi per le associazioni ambientaliste amiche che puzzano di marchette, per le gite poetiche, o per lo sterminio dei daini e dei pochi mufloni rimasti, – oltre ai 140.000 euro di stipendio per il direttore…

Neanche un centesimo per la Villa che ha distrutto, sarà attinto da quel tesoretto di tre milioni.

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Ora, se un Ponzese affitta una casa in estate e il turista la distrugge, i lavori li paga il proprietario o l’inquilino mascalzone ?

Dice Mimma Califano che la cosa non è più fattibile, perché sono scaduti i termini per il risarcimento del danno.

Che è tutta colpa dell’ex sindaco Antonio Balzano, che nel 1997 era stato il primo a dire pubblicamente che la Villa stava andando a pezzi e che non avrebbe agito di conseguenza.

Che ai tempi di Balzano c’era il Parco, mentre dal 2007 c’è l’Ente Parco, e cioè siamo in presenza di due “soggetti” diversi.

Ma da quando in qua è stato cancellato dall’ordinamento giuridico italiano il principio della continuità amministrativa ?

Perché mettete vigliaccamente una croce su Balzano, quando siete voi a metterla sulla delibera consiliare del 2017, che disponeva ufficialmente l’avvio di azioni giudiziarie che voi avete rinunciato a proporre con questo Protocollo ?

Ancora una volta vi siete fatti imbrogliare dal Parco e la cosa più desolante è che non ve ne rendete conto.

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Dicono Mimma Califano e Michele Nocerino… I soldi per ristrutturare la Villa li abbiamo, perché il Ministero ci ha dato 1.909.222,98 euro.

Anche qui, come per Chiaia di Luna e Cala Fonte, prendete in giro voi stessi e i Ponzesi.

Per Chiaia, avete fatto un progettino, che prevede un ripascimento di metà della spiaggia e nessuna opera per mettere in sicurezza il tunnel romano… Questo “cerotto” non consentirà la riapertura della spiaggia in sicurezza.

Per la Villa di Zannone, avete fatto un progetto molto bello… Sei camere da letto al primo piano, due piccoli musei, un salone ristorante/convegni… Avete previsto anche il fotovoltaico e perfino il dissalatore.

Poi avete fatto uno studio di fattibilità di due paginette.

Peccato che Michele Nocerino e i tecnici dell’Urbanistica, – compreso il consulente arch. Guratti – , non si siano accorti che la Villa è interessata da una frana da almeno tre anni, e che la frana si è già incuneata sotto le mura del Monastero e della stessa Villa, con una profondità di 5 metri.

Quindi, se prima non si faranno dei lavori di ingegneria strutturale, la Villa, – l’attuale rudere o quella ristrutturata -, rischia di essere trascinata via dalla frana.

Per evitare questo rischio mortale, il geologo incaricato dall’Arch. Passariello (che avete licenziato senza ragione) ha redatto uno studio di ben 54 pagine e quantificato in 700.000 euro le spese necessarie delle opere strutturali.

Ora, poiché i soldi del Ministero quelli sono e poiché il Parco non da un centesimo per ristrutturare la Villa, è del tutto evidente che il finanziamento ministeriale non è più sufficiente per ridonare alla Villa un nuovo splendore.

Siamo all’ennesima presa in giro dei Ponzesi.

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Questo è il bel capolavoro, questo è il regalino di Natale che avete impacchettato con l’ignobile Protocollo con il Parco.

Assumetevi la responsabilità del misfatto e ricordatevi che neanche la mascherina riuscirà a nascondere la vergogna che si stamperà sui vostri volti.

Vi assicuriamo che quando manderemo a casa la vostra amministrazione, dichiareremo estinto il Protocollo e riprenderemo la battaglia per l’uscita di Zannone dal Parco del Circeo.