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Il verde a Ponza, questo sconosciuto

di Luisa Guarino
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Verso fine estate ho voluto documentare a Ponza la situazione del verde nella zona di Sant’Antonio: quello che ne è venuto fuori è in queste immagini tristi e desolanti, dove si vedono radi cespugli, rametti e qualche piantina, in quelle piccole aiuole circolari che anni fa ospitavano alberi. Del resto anche in passato avevo avuto modo di registrare e deplorare la progressiva scomparsa di altri alberi, sempre nella stessa area, le tamerici che un tempo caratterizzavano l’ampio marciapiede prospiciente l’arenile. Sul lato mare esse erano state sostituite da altre piantumazioni, ma neanche una metà di esse ha attecchito, contribuendo così a rendere sempre più spettrale e inospitale la zona, specie sotto il sole e con il caldo intenso dell’estate.

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Ma abbiamo imparato a nostre spese che a Ponza la sensibilità in questo campo è totalmente assente. Ne abbiamo avuto la prova lo scorso anno quando il pino della Dragonara è stato abbattuto tra il menefreghismo totale dei ponzesi in generale, e dei residenti del posto in particolare. Nessuno ha neanche tentato successivamente di piantare, non dico un’altra specie arborea, ma neanche qualche piantina per abbellire l’alta aiuola a muretto che ospitava l’albero, e che tra un colpo e l’altro di furgoni e automezzi prima o poi cadrà giù a pezzi, lasciando così spazio a un paio di posti auto in più. Auto al posto del verde?
Proprio l’ideale, in un’isola che tra l’altro vive di turismo e dovrebbe avere il decoro urbano tra i suoi imperativi, per statuto direi.

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In qualsiasi altro posto, città, paese, figuriamoci in un’altra isola, la notizia dell’abbattimento di un albero avrebbe provocato una mobilitazione generale, magari con incatenamento al tronco della vittima designata di ambientalisti, o di semplici cittadini.
In qualsiasi altro posto, appunto.

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Con il morale a terra facevo tutte queste considerazioni proprio qualche giorno fa, quando come per magia è arrivata una foto di Ponza, che mostra Sant’Antonio dopo un’abbondante pioggia: il marciapiede è pieno di pozzanghere, ma proprio al centro dell’immagine svetta un albero, alto, di forma regolare, con una bella chioma. Il mio pessimismo è andato a farsi benedire. Mi sono detta subito: ecco, questo è proprio l’ideale per essere addobbato per Natale. Dai, forse non tutto è perduto: nell’isola qualche albero c’è ancora. Dobbiamo fare di tutto perché almeno essi resistano.

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