Ambiente e Natura

Inneschiamo la bomba della legalità

a cura di Tano Pirrone

.

Il 30 agosto scorso presentai il film “Nour” di Maurizio Zaccaro, autore anche de “Il sindaco pescatore”, storia di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso dalla mafia locale. L’articolo – leggi qui – era necessariamente lungo e ad esso fu poi aggiunto dell’altro materiale sempre concernente Vassallo, proprio sul film a lui dedicato e a regista e interprete (Castellitto).
Ricevo con regolarità la newsletter della Fondazione Angelo Vassallo. Ho creduto opportuno, riportare di seguito il contenuto dell’ultima dedicata al “Principio di legalità”. Mi è parso “utile” (o anche “bello”, oppure “dovuto”) condividerlo con i ponzaraccontini, comunità bislacca e disordinata, ma ricca di valori e di ricordi, che fa piacere frequentare e con essa, ogni molto tanto, confrontarsi.

Apriamo i giornali e leggiamo tutti i giorni notizie legate alla legalità o al suo contrario. Si parla di “Principio di Legalità“. Questa espressione presuppone una norma di comportamento moralmente accettata dall’individuo, e aggiungo che dovrebbe essere alla base dei suoi valori.

Il concetto di Legalità lo pensiamo sempre legato ai grandi eventi del nostro Paese. Non appena si pronuncia la parola, immediatamente ritornano alla nostra mente le immagini della strage di Capaci, di Via D’Amelio, Nardò, il paesino nel leccese, Pollica. Riusciamo a sentire il boato delle bombe, le decine di colpi di pistola, l’eco del pesante silenzio della morte. Il secondo dopo pronunciamo i loro nomi: Falcone, Borsellino, Fonte, Vassallo e dinanzi ai nostri occhi, i loro volti.
Sono soltanto alcune delle vittime dell’illegalità altrui.

Si potrebbero dire vittime del loro altissimo “Principio della Legalità“. Avevano dedicato la vita, fino all’ultimo respiro, a far sì che questo potesse essere inviolato.
Non vogliamo raccontarvi la storia di questi grandi personaggi, qui e ora. Molti hanno scritto e scrivono articoli su testate autorevoli, libri, dedicato film, fiction, spettacoli teatrali, talk show, festival. Tutto per portare avanti un solo messaggio: basiamo la nostra vita sulla necessità della Legalità.

Facciamo un passo indietro. Da dove parte il rispetto di questo principio? Prima ancora di pensare agli eventi eclatanti di prima, atroci, terribili e irreversibili, possiamo volgere lo sguardo a ciò che ci succede accanto. E’ vero che fa più rumore una bomba, di una norma disattesa nel silenzio, ma partiamo dalle piccole illegalità, che costruiscono un modus operandi criminoso e criminale. Dal sottrarre la caramella all’amichetto senza il suo consenso, agli appalti pubblici pilotati per gli amici. Quella caramella sottratta più volte con la forza diventa un’abitudine nel modo di fare di chi la sottrae e nel subire questa violazione da parte dell’altro. Tutti e due, quindi, penseranno che funziona così: uno decide cosa vuole e come lo vuole e l’altro non può fare nient’altro che accettare lo stato di cose.
E’ un esempio banale, cosa vuoi che sia, una scaramuccia tra bambini. Eppure, parte tutto da lì: un atteggiamento ripetuto, che costituisce le fondamenta sulle quali quell’essere umano agirà da lì in poi: scaricherà musica o film coperti da copyright, non richiederà o non emetterà scontrini, non convaliderà il biglietto dell’autobus, getterà a terra rifiuti o non li differenzierà correttamente, porterà via dalle spiagge sabbie, conchiglie o coralli. Piccole cose, vero? Sommiamole tra loro e moltiplichiamole per ogni abitante di questo pianeta.

Pensiamo che la Legalità e l’Illegalità siano virtù o problemi così distanti da noi, perché leggiamo solo i titoli dei giornali e balena alla nostra mente la solita frase: “Sono sempre le solite cose”, e lo diciamo mentre mettiamo una croce sul candidato che ci ha promesso il lavoro.
In questo modo, il clientelismo sarà la normalità, il voto di scambio politico mafioso sarà un gioco da ragazzi, le gare pubbliche costruite ad hoc per favorire tizio o caio, i bandi pilotati per l’amico che dichiara il falso, emettendo le fatture solo per una rendicontazione più veritiera, accettare le “mazzette” per affidare un lavoro, acquisire milioni di euro per “strade fantasma”, fare false promesse in campagna elettorale sulla gestione della Sanità e prendere decisioni scellerate ai danni dei cittadini per incapacità di gestione o, probabilmente, per non smuovere troppo le acque.

Potremmo continuare ancora e ancora. Ognuno di noi, certamente, potrebbe avere infranto il “Principio di Legalità” nella propria vita, stando agli esempi qui sopra.

Il messaggio, che con l’esempio abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri giovanissimi e anche ai meno giovani, è che un cattivo comportamento reiterato nel tempo diventa abitudine, e questa abitudine diventa la normalità e la normalità, quando non incontra il bene comune e la legalità, diventa una bomba innescata sotto l’auto di chi stava per cambiare le cose e nove colpi di pistola contro un uomo che aveva iniziato una rivoluzione.

Iniziamo dalle piccole cose, perché ognuno di noi è artefice del cambiamento e di buoni e sani principi, compreso il “Principio della Legalità“.

Ricordiamo che è possibile seguire tutte le attività e gli aggiornamenti della “Fondazione Vassallo” sui social network Facebook  e Instagram. Sul canale YouTube, inoltre, segnaliamo la playlist #mettiamocilafaccia, dedicata alle video-letture tratte dal libro “La verità negata” di Dario Vassallo e Vincenzo Iurillo.

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top